11 dicembre 2020

xbooks #10. Culture jamming e attivismo visuale: rileggendo Adbusters

di

Franco Berardi Bifo e Lorenza Pignatti indagano per Meltemi la storia di una rivista che, da trent'anni, “è la sola capace di fare poesia e critica radicale": Adbusters

una cover di Adbusters

Benvenuto il libro che spolvera la memoria della nascita di “Adbusters “ e fa luce sulla vita attuale di questa rivista canadese, che a dire dei curatori Bifo e Pignatti, “rappresenta una delle realtà più interessanti del culture jamming e dell’attivismo internazionale. È la sola rivista capace di fare poesia e critica radicale nell’epoca di Facebook e dello scioglimento dei ghiacci sulla calotta polare”. Ma visto che siam qui a parlare di “attivismo visuale”, voglio aggiungere che questa è anche l’epoca delle opere d’arte “sicure quanto il mattone” acquistate e rivendute con il meccanismo della multiproprietà; del blackfriday dell’arte contemporanea che “per un solo giorno” vende opere a prezzi “irripetibili”; dei meccanismi finanziari che erodono con il supporto di porti franchi e roboanti aste fasulle uno degli ultimi territori dell’utopia e della singolarità. E se qualcuno crede non ci sia relazione tra Xscioglimento dei ghiacci sulla calotta polare e aggiudicazione di un coniglietto in acciaio satinato a 90 e passa milioni di dollari, credetemi, si sbaglia.

Adbusters, cover

È dell’ecosistema mentale e ambientale, e anche del furto quotidiano della personalità e del suo immaginario, che si occupa il libro. Rimemorando la storia di “Adbusters”. Con un denso saggio dei due autori che ripercorrono le tappe salienti dell’accumulo del potere neoliberista nella comunicazione; con la traduzione di alcuni articoli della rivista, ritenuti significativi di una coerenza protrattasi per oltre trent’anni; con la riproduzione di suoi layout, vettori ironici di folgoranti sintesi visive sui grandi poteri, realizzate da straordinari e spesso notissimi creativi con la stessa tecnica pubblicitaria che ha trasmutato l’essere umano in “consumatore”. Per paradosso, o forse, chissà, comprensibilmente, qui gli unici testi noiosi ed ecumenici sono proprio di Kalle Lasn, il fondatore di “Adbusters”, che talvolta ricorda certi toni profetici e del tutto astratti da anni ‘70. D’altronde qualche difetto quest’uomo deve pure averlo, e glielo concediamo, se ha fondato nel 1989 una rivista che vive a tutt’oggi e che ha condotto campagne memorabili sull’ invasività mediatica e conseguenti patologie psichiche; sulle devastazioni ambientali; sulla folle potenza della finanza nell’economia neoliberista.

Adbusters. Ironia e distopia dell’attivismo visuale
A cura di Franco Berardi Bifo e Lorenza Pignatti
Milano, Meltemi 2020

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