19 dicembre 2014

175 anni e non sentirli

 

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Era il 6 gennaio del 1839 quando venne annunciata con un articolo sul quotidiano Gazette de France la scoperta di una tecnica per dipingere con la luce, il procedimento chimico e la tecnica vennero poi rese pubbliche nell’agosto dello stesso anno. Quello il momento riconosciuto ufficialmente come la nascita della fotografia. A175 anni di distanza da quella data Sotheby’s ha deciso di celebrare questa ricorrenza con un’asta, presentendo agli acquirenti 175 opere provenienti dalla collezione della Joy of Giving Something Foundation dell’americano Howard Stein. 
Dopo i chiacchierati successi delle fotografie di Peter Lik, questa è stata una ghiotta occasione per accaparrarsi alcuni dei grandi capolavori della fotografia internazionale, quella fotografia che anche il più scettico dei critici non potrebbe non definire arte.
Il totale delle vendite ha superato le stime di 13–20 milioni, raggiungendo circa i 22 milioni di dollari, con il 90% dei lotti venduti e con record d’asta anche per molti dei fotografi. La vendita più importante è stata una vista di Venezia di Alvin Langdon Coburn del 1905, per circa un milione, duplicando la stima iniziale, subito a seguire Alfred Stieglitz, Evening, New York from the Shelton, stimata 300mila dollari e venduta a 92mila. Un’ottima performance tutta al femminile quella di Tina Modotti e Julia Margaret Cameron, che hanno incassato rispettivamente 485 e 461mila dollari. Molti i grandi in lista, da Walker Evans a Moholy Nagy, da Paul Strand ad August Sander, Edward Weston e André Kertész
A chiusura di serata e fiero del risultato di questa celebrazione il Responsabile del Dipartimento di Fotografia di Sotheby’s Christopher Mahoney ha dichiarato che: ‹‹Il mercato delle fotografie classiche non è mai stato così forte, con otto pezzi che hanno superato i 500mila dollari e l’alto numero di record stabiliti, è chiaro che l’appetito per la fotografia del diciannovesimo e ventesimo secolo è al suo massimo››.

1 commento

  1. Ennesima conferma dell’integrazione che il mondo dell’arte ha fatto in questi decenni, una stupenda tecnica che oramai è parte quotidiana di tutti, chissà un domani che cosa sarà commercializzato

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