21 giugno 2022

Blindarte, dall’antico al contemporaneo

di

Un viaggio attraverso i secoli, con un doppio appuntamento tra Napoli e Milano. Tra i top lot delle vendite anche le opere di Francesco De Mura, Tony Cragg, Mimmo Paladino e Anish Kapoor

Tony Cragg, Forminifera. Courtesy BLINDARTE

Antiquariato, dipinti antichi, opere del XIX secolo, arte del Novecento, e poi dritti fino alle sperimentazioni presente. C’è tutto questo tra i lotti offerti da Blindarte il prossimo 29 giugno, con due aste tra Napoli e Milano che ripercorrono in un’unica giornata i grandi nomi dell’arte italiana e internazionale. A partire dall’antico: è Il Sacrificio di Ifigenia l’opera che merita maggiore attenzione, «considerata» – spiega il fondatore della maison Memmo Grilli – «in maniera unanime da storici dell’arte ed appassionati come il capolavoro assoluto del pittore napoletano Francesco De Mura per l’alternarsi di grazia, maestria, misurata e solenne monumentalità». La stima? Su richiesta, ma sappiamo che «la provenienza del dipinto è tutta documentata, compare in numerose pubblicazioni ed è stata esposta nelle mostre più importanti degli ultimi decenni, sia in Italia che all’estero».

Altre punte di diamante della categoria: senza dubbio l’Architettura classica realizzata da Viviano Codazzi e Micco Spadaro, con una rara veduta del Vomero con Castel Sant’Elmo sullo sfondo, ma anche l’intenso Ritratto d’uomo barbuto attribuito al periodo giovanile di Salvator Rosa («così intenso da ricordare i ritratti di Rembrand», scrivono gli esperti), stima € 30.000/40.000, e la splendida natura in posa di Cedri ed altri agrumi, ad opera di Giovan Battista Recco, stima € 20.000/25.000.

Francesco De Mura, Il Sacrificio di Ifigenia. Courtesy BLINDARTE
Giovan Battista Recco, Cedri e agrumi. Courtesy BLINDARTE

Si cambia genere, spazio all’arte contemporanea. Prima tappa, Forminifera (1990) di Tony Cragg, esposta più volte dalla galleria belga Deweer di Otegem. «Quelle opere sono state sviluppate in un lavoro che ho chiamato Forminifera», spiega l’artista in un’intervista del 2004, definendolo come «un fossile, uno scheletro fossile microscopico». E ancora: «Esistono miliardi di varianti di queste forme. Non ce ne sono due uguali, cosa che mi ha stupito fin dall’inizio… Non sto cercando di copiare la natura o l’evoluzione in quello che sto facendo, ma in qualche modo ciò che era importante era sempre l’idea di rimanere abbastanza vicini alle basi della creazione di strutture». La valutazione degli esperti, stavolta, è di € 250.000/350.000.

Altri lavori di interesse: Hortus (1994) di Mimmo Paladino (stima: € 90.000/120.000), Lavandières (1954-55) di André Masson (stima: € 60.000/80.000), un dittico Senza titolo (1986) di Enzo Cucchi (stima: € 120.000/160.000) e una bellissima gouache di Anish Kapoor, l’artista che continua a stregare il pubblico veneziano (stima: € 50.000/70.000); ma anche una grande opera di Jan Fabre, l’installazione di Ylia e ancora Fernand Léger, Alberto Burri, Merz, Salvo, Carla Accardi. Ancora pochi giorni, prima del verdetto del martello. Appuntamento a Napoli, con l’arte antica di Blindarte, e poi a Milano, con la sfilata di arte moderna e contemporanea.

BLINDARTE
Andre Masson, Lavandières. Courtesy BLINDARTE
Mimmo Paladino, Hortus. Courtesy BLINDARTE

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui