-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Dentro l’asta. Lo specchio di Jenny Saville
Mercato
Non è un semplice disegno. Mirror della pittrice britannica Jenny Saville si moltiplica, si torce, si contraddice. Proveniente dalla Gagosian Gallery di New York, è stato battuto da Sotheby’s Londra lo scorso 25 giugno nel corso della Modern & Contemporary Evening Auction per oltre £ 2 milioni (£ 2.114.000, per la precisione, più del doppio della stima alta iniziale). Oltre ad essere stato la grande star della serata, si tratta di un record per un disegno dell’artista.
Realizzato tra il 2011 e il 2012, Mirror si sviluppa su una superficie monumentale di 152 x 215 cm. L’impatto è immediato, disturbante, magnetico. L’immagine si ripete, si disallinea, si sfasa, come riflessa in uno specchio rotto o in uno stato di coscienza alterato. Tra i corpi intrecciati, i volti oscurati di famosi nudi femminili come l’Olimpia di Manet, la Venere di Urbino di Tiziano e il Nu couché à la couronne de fleurs di Picasso, squarciano la tela volgendo lo sguardo verso l’esterno. In contrapposizione, un’altra figura ci osserva: potrebbe essere un autoritratto, dato che il suo viso ricorda quello dell’artista. Il titolo, Mirror, suggerisce un doppio, con Saville che incarna sia il soggetto che l’oggetto, l’artista e il modello. Le linee di schizzo sciolte, vestigia di pose precedenti che non sono state cancellate, ci invitano a intravedere l’interno del processo artistico di uno dei ritrattisti più celebri della sua generazione.
Contrariamente allo spesso impasto dei suoi dipinti precedenti, qui la superficie densamente lavorata suggerisce movimento e memoria, consentendo allo spettatore di percepirne i molteplici dettagli contemporaneamente. Perché Mirror non illustra, non rappresenta ma problematizza. Mostra un’identità fratturata, molteplice, in bilico tra l’essere e l’apparire. Non c’è introspezione, ma esposizione. Non c’è psicologia, ma materia viva. In un tempo in cui il volto è diventato icona digitale, segno di controllo, brand, Jenny Saville ci riconsegna il ritratto come luogo di crisi. E lo fa con un disegno che respinge ogni lettura univoca. «Mirror è un vero capolavoro, ed è stato meraviglioso vedere i collezionisti accorrere in massa per quest’opera», ha dichiarato Ottilie Windsor, Co-Head of Contemporary Art, Sotheby’s London. «Uno degli aspetti che rende il suo lavoro così irresistibile è il modo in cui assorbe e fonde insieme influenze del passato, per poi creare qualcosa di unico, attuale e completamente suo. E questo disegno ha tutto ciò».
L’opera era stata presentata per la prima volta nella mostra Jenny Saville: Drawings alla Gagosian Gallery di Beverly Hills nel 2012, e in seguito esposta anche a New York e Hong Kong. In quell’occasione si parlava della volontà dell’artista di ridefinire il concetto stesso di disegno: non più traccia preparatoria, ma linguaggio completo, performativo, necessario. La pittrice, proprio in questi giorni, è la protagonista di una grande personale presso la National Portrait Gallery di Londra, inaugurata proprio a giugno 2025 e in corso fino al 7 settembre. Una mostra che ribadisce la sua ormai consolidata posizione nell’Olimpo dell’arte contemporanea.














