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Eppur si muove: tutti i numeri del grande recupero autunnale nelle aste di New York
Mercato
di Paolo Turati
Verosimilmente, con l’apertura “col botto” delle prime sessioni di Christie’s delle attesissime (per testare la forza di un art market globale che pare aver ripreso brio da qualche mese) aste della Marquee Week newyorkese di novembre 2025, si potrebbe dire che l’incubo dei due anni di profonda crisi del mercato dell’arte passati sia dietro le spalle. Al netto della consueta vexata quaestio sulla ormai quasi totale copertura dei lotti — garantiti sul prezzo di riserva da terze parti o dalle stesse case d’asta — che fa sì che, soprattutto nelle sessioni più importanti, si assista più a private sales pubbliche che a vere e proprie aste (con buona pace dell’ossimoro), i quasi 700 milioni di dollari incassati dalla maison di François Pinault per la collezione monoproprietaria Weis (quasi 220 milioni) e per la Evening Sale di opere del XX secolo (circa 470 milioni) segnano un ritorno all’entusiasmo dei tempi d’oro di qualche anno fa.
Registrata l’irrilevanza degli invenduti nell’economia delle due aste suddette, nel dettaglio si segnalano, nella Collezione Weis, i 62 milioni per N.31 di Rothko, seppur lontano dal suo record storico di 86 milioni, i 32 per Figure et bouquet di Matisse, i 6,5 per Le ciotat di Braque, i 23 per Composition Red and Blue di Mondrian, i 20 per Le Roi jouant avec la Reine di Ernst e i 46 per un ritratto di Marie-Thérèse Walter di Picasso. Nell’Evening Sale di Arte del 20mo Secolo, molto bene, ma era scontato, Monet con 46 milioni per una versione delle sue leggendarie Ninfee, ottimamente sostenuto Chagall con 26 milioni per Le songe du Roy David, ben intonati Hockney, Diebenkorn e la O’Keefe, rispettivamente capaci di incassare 44 milioni per un ritratto di Christopher Isherwood, 17 per Ocean Park/40 e 12 per The Red ninphea and Lake George. Poco ha potuto Turner contro i “Moderni”, con ‘soli’ 12 milioni incassati per Ehrenbrenstein, mentre ha registrato un risultato eccellente Kim Whanki con 10 milioni realizzati per 19-11-71/206. Discreti risultati anche il giorno seguente, per la Day Sale di Impressionismo e Moderno, ovvero 47 milioni più altri 10 per la Sessione dedicata alle opere su carta.

L’evoluzione giorno per giorno ha in effetti fin da subito evidenziato come non fosse inverosimile che gli incassi totali della Marquee Week delle aste autunnali newyorkesi 2025 si avvicinasse – con obiettivo sempre più “puntato” verso la fascia alta delle previsioni, cioè fino a 2,3 miliardi di dollari – al totale massimo mai incassato di qualche anno fa, quando furono esitate in asta collezioni uniproprietarie importantissime come quella di Paul Allen. Come dimostrato parimenti dall’incipit della prima serata di vendite proposto da Sotheby’s, che ha superato di poco, con 705 milioni di dollari di incassi, quella della rivale Christie’s del giorno prima. Protagonista della sessione di Sotheby’s è stata, ovviamente, la Collezione Lauder, “ipertroficamente” colma di capolavori di Klimt che hanno “cubato” i 4/5 degli incassi totale i quali hanno mosso l’attenzione di vari collezionisti realizzando rispettivamente 236,4 milioni, record mondiale dell’artista e nei supertop di sempre, per il ritratto di Elisabeth Lederer, 68 milioni per Waldabang…am Attersee e 86 per Blumenwiese.
Benissimo anche Munch per la sua Midsummer da 35 milioni, Matisse (Serpentine, scultura da 17 milioni), Agnes Martin con Untitled da 7 milioni e Rauschenberg con Senza titolo storico da 2,7 milioni. L’Evenig Sale subito susseguente, “The Now”, di Contemporaneo non proprio “ultra”, visto che il top lot della serata è stato un Basquiat Crowns da 50 milioni, ha invece realizzato 178 milioni di incasso totale. Da segnalare i 10 milioni pagati per High Society di Cecily Brown, i 12 per America, il famoso water d’oro di Cattelan (che, però, non è riuscito a superare il valore del peso del metallo giallo utilizzato per l’opera), i quasi 10 milioni realizzati più o meno pariteticamente da due lavori di Frank Stella (uno era un classico “concentrico di quadrati” colorati) e i 4 per Hulk di Jeff Koons. Invenduti sia l’Hendricks che il Marshall, entrambi stimati a cavallo dei 10 milioni, forse a significate che l’interesse per la pittura di artisti “Afro” sta in effetti, e da un po’ di tempo, scemando dopo anni di crescita. Il giorno seguente, le correlative sessioni minori di Day Sale di Sotheby’s, hanno incrementato ulteriormente il “ricavato di quasi altri 110 milioni di dollari.

Disquisivo recentemente con un valido operatore del settore sul fatto che la fotografia sia di anno in anno sempre più trascurata dalle aste d’arte. Evidentemente Christie’s ha voluto, con la sua sessione autunnale newyorkese serale da oltre 123 milioni di dollari di incasso totale di arte del 21mo secolo, comprendente le Collezioni Edlis-Neeson, a cui aggiungere la sessione diurna del giorno successivo da 88 milioni globali incassati, tentare di arginare questa deriva presentando un’opera storica di Cindy Sherman, Untitled Film Stills 13, che ha quintuplicato le stime arrivando a 2.3 milioni di dollari. Bene tre su quattro delle sculture di Diego Giacometti, che hanno in ogni modo fruttato complessivamente quasi 13 milioni, così come How do you do di Ed Ruscha e la iconica The last supper di Andy Warhol, che hanno realizzato rispettivamente 7 e 8 milioni. Per un pesante invenduto di Cecily Brown, stimato fino a 6 milioni, si è per contrappasso registrato un risultato clamoroso per un capolavoro di Olga De Amaral, che partiva da una stima minima di 400.000 dollari e ha chiuso a 3,1 milioni. Olga De Amaral su cui c’è probabilmente qualche “operazione” in corso, visto che la si è trovata un po’ in tutti i cataloghi e anche nella sessione serale di moderno e contemporaneo di Phillips (in cui hanno pure “infilato”, per rimpinguare l’incasso finale di 68 milioni, anche lo scheletro di un dinosauro triceratopo, che ha realizzato quasi 5 milioni e mezzo, salvo, non contenti, proporre pure una Sessione, il giorno dopo e prima della consueta Day Sale di opere d’Arte “di chiusura”, solo di fossili e minerali) ha quivi visto proposti e aggiudicati altri due lavori, che hanno incassato complessivamente 1,3 milioni, più che raddoppiando mediamente le stime. “Senza problemi” ben comprati il Dittico di Francis Bacon per 16 milioni e un gran bell’Untitled di Joan Mitchell, come pure un Jean-Michel Basquiat non eccezionale aggiudicato a quasi 4 milioni, così come, in quell’intorno di prezzo, una carta di Jackson Pollock. Aggiudicato in scioltezza un buon Camille Pissarro a 2 milioni mentre, un po’ sorprendentemente, è andato invenduto un lavoro della recentemente sempre richiestissima in asta Jadè Fadojutimi.

Tirando alla fin fine le somme, non avrebbe potuto conclamarsi in modo migliore la conclusione delle aste serali autunnali newyorkesi di Sotheby’s che con il record personale – e assoluto per un’artista donna, seguito da quello ormai datato di Georgia O’Keeffe – di Frida Kahlo e il suo Sogno: 54,7 milioni i quali, per la sotto-sessione di Surrealismo denominata Exquisite Corpus da circa 100 milioni di incassi totali, hanno rappresentato metà dei proventi, corroborati peraltro anche da altre aggiudicazioni interessanti, come i 4 milioni pagati sia per un Dalì, Symbiose de la tete aux coquillage, che per un Dominguez, La machine à écrire. Altri 210 milioni si sono aggiunti nella stessa serata ad integrare il buon risultato della Maison di Patrick Drahi. 110 milioni per la Pritzer Collection, i cui 3/4 degli incassi sono stati generati dai 62 milioni spesi per Romans parisiens di Van Gogh, dai 10 milioni per Leda et le cygne di Matisse e dai 9 milioni di Der Wels di Beckmann. Meno concentrata la sotto-sessione di Modern Evening Sale, come risultati ad ogni modo significativi. Fra questi: Ptolémée III, grande scultura di Arp che ha incassato 5 milioni; 7,5 milioni li ha realizzati Idolo di Lam mentre Magritte, per Le Jackey perdue, addirittura 12; Monet con una Veduta du Rouen e Degas per delle classiche Ballerine hanno per altro verso fruttato rispettivamente, 7,3 e 6 milioni per la parte più “impressionistica” dell’asta. Segnalazione speciale meritano i 3,5 milioni pagati di East Waldboro di Andrew Wyeth.













