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La grande bellezza è ancora là fuori, anche quando non possiamo vederla. A ricordarcelo è Mapping Modern and Contemporary Art, il nuovo progetto di Christie’s Milano che racconta il Bel Paese attraverso le opere di artisti nazionali o che, dell’Italia, non hanno saputo fare a meno. Dal 20 gennaio al 10 febbraio, in pieno sconvolgimento di zone rosse-gialle-bianche-arancioni, la casa d’aste ripercorre le regioni italiane: un po’ come ai tempi del Grand Tour, quando i giovani rampolli di tutta Europa visitavano la Galleria degli Uffizi di Firenze, le rovine di Roma, gli incredibili scavi di Pompei; ma attraverso un viaggio più breve, virtuale, in nome dell’arte moderna e contemporanea. Siete curiosi? Partiamo.
Le tappe del Grand Tour di Christie’s
Prima tappa, Veneto. La terra natale di Emilio Vedova, la cui pittura – diceva Celant – «non si dispiega in maniera addomesticata, ma per collisioni e frizioni». Gli esperti di Christie’s selezionano Dittico’89: un’opera esemplificativa di quella materia frenetica che conquista lo spazio, di quel gesto quasi violento sulla tela, che procede per schianti. La stima? Una cifra compresa tra i 120.000 e i 180.000 euro.

Si vola in Emilia-Romagna, dove Modena (1973) riassume la poetica inconfondibile di Luigi Ghirri (stima: 4.000-6.000 euro); ed è a un passo la Toscana di Alberto Magnelli, che negli anni Quaranta incastrava le forme e confondeva con cura primo piano e sfondo (come in Pittura del 1947, in asta a partire da 50.000 euro). Da lì il Lazio, dove Franco Angeli, giunto a Roma per il servizio militare, incontrò lo scultore Edgardo Mannucci e, tramite lui, il pittore Alberto Burri, da cui prese in prestito la consumata materialità dei Catrami. Apertura a sinistra del 1960, in particolare, restituisce il senso di quelle riflessioni esistenziali.

Emilia-Romagna: Luigi Ghirri, Modena (1973). Christie’s


Riprendiamo il nostro viaggio. Piero Dorazio è tra i rappresentanti dell’Umbria, con «quei suoi tessuti, o meglio membrane, di pittura uniforme, quasi monocroma e pure intrecciata di fili diversi di colore, di raggi di colore» (G.Ungaretti). È negli anni Cinquanta che Dorazio visita l’America e si confronta con l’Espressionismo astratto mentre, più vicino a casa, scopre il colore, la forma, la velocità dei futuristi. Il risultato è straordinario: lo scorgiamo nell’opera Senza Titolo del 1959, stimata tra i 7.000 e i 10.000 euro.

La Sardegna ci suggerisce subito un nome: è quello di Maria Lai, tra le figure più legate al proprio territorio. Legata, sì, letteralmente, come nel titolo della più celebre performance di Ulassai. Il suo Libro dei telai del 1979 è all’incanto con una stima di 20.000-30.000 euro. E la Sicilia? Carla Accardi è tra le risposte di Christie’s. Nata a Trapani nel 1924, l’artista ha rivoluzionato la pittura astratta tramite l’ibridazione dell’astrazione geometrica e della pittura gestuale. Gli esperti la ricordano con Rossoverde (1966), presentata con una valutazione compresa tra i 25.000 e i 35.000 euro.

Ma non finisce qui, perché tra gli highlights dell’incanto troviamo anche Banksy, Pascali, Capogrossi, e ancora Schifano, Wesselmann, Leoncillo, Boetti, Reggiani, Afro. Nomi italiani e internazionali, insomma, tutti legati alla bellezza del nostro Paese. Scriveva Goethe, nel suo Viaggio in Italia: «Lo scopo di questo mio magnifico viaggio non è quello d’illudermi, bensì di conoscere me stesso nel rapporto con gli oggetti». E in fondo chi, oggi più che mai, non sogna di riscoprirsi, di ritrovarsi, specchiandosi nella meraviglia di un (impossibile) Grand Tour?
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