31 gennaio 2023

Il Museo Archeologico di Muro Lucano a rischio chiusura ma il problema è di tutti

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Il Ministro Sangiuliano ha promesso nuove assunzioni per il Museo Archeologico di Muro Lucano, che rischia la chiusura. Ma il problema della carenza di personale affligge tutti i siti italiani

Tombe rinvenute nelle necropoli arcaiche di Baragiano, reperti relativi al Santuario lucano di Satriano e di contrada Fontana Bona di Ruoti, materiali pertinenti agli abitati antichi di Raia San Basile e Torrano di Muro Lucano. E poi elementi della cultura romana, come i due grandi mosaici della cenatio e del frigidarium del complesso termale di San Giovanni. Insomma, è la preziosa storia della Basilicata, che appartiene a tutti e che potrebbe essere dimenticata da un momento all’altro. Tutti questi oggetti e tante altre insostituibili testimonianze sono infatti conservati nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano, in provincia di Potenza, che rischia la chiusura a causa della mancanza di personale. A lanciare l’allarme, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, e il sindaco di Muro Lucano, Giovanni Setaro, latore di lettera indirizzata al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

La lettera di Setaro

Situato negli spazi del cinquecentesco Seminario Vescovile di Muro Lucano, il Museo è ospitato in una funzionale e moderna struttura integralmente restaurata dopo il terremoto del 1980, che si propone come «Eccellente presidio di cultura ed assoluto punto di riferimento della storia antica dell’intero comprensorio territoriale della Basilicata Nord-Occidentale», si legge nella lettera di Setaro. Il sindaco mette in evidenza anche come «L’ottimale tutela ed esposizione al pubblico dei reperti e l’organizzazione delle quotidiane visite guidate a favore di turisti, studiosi e studenti hanno reso il Museo Archeologico di Muro Lucano quale centro di eccellenza ai fini di una divulgazione storica-archeologica-culturale di assoluto rilievo regionale e meridionale».

Secondo Setaro, la possibilità della chiusura del museo sarebbe dovuta «All’esiguità del personale attualmente in servizio, unita alla oramai prossima quiescenza di alcune delle unità ancora per poco tempo presenti presso il Museo lucano. Sarebbe questa una sciagurata eventualità che pregiudicherebbe in maniera pesantissima tutti gli sforzi prodotti in questi decenni e finalizzati alla oramai consolidata affermazione del Museo Archeologico di Muro Lucano nel panorama culturale dell’intero Mezzogiorno».

«Ove necessario, in qualità di primo cittadino del Comune di Muro Lucano, in sintonia con i Sindaci dell’Area Interna Marmo-Platano, forniamo fin d’ora tutta la disponibilità a ricercare insieme le soluzioni più utili a tutelare questo patrimonio culturale che rappresenta motivo di orgoglio e punto nevralgico di innumerevoli strategie di rilancio territoriale a favore delle quali, superando anche ogni tipo di appartenenza o colore politico, tutte le nostre Amministrazioni sono unite da un’unica visione positiva di sviluppo e rilancio territoriale ognuna con le sue ricchezze e peculiarità», conclude il sindaco.

La risposta di Sangiuliano

Oggi è arrivata anche la risposta di Sangiuliano. «Intendo rassicurare il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi che, con la collaborazione degli uffici del Ministero della Cultura, abbiamo già individuato le unità di personale necessarie a garantire che il Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano resti aperto, così come verrà fatto per altre strutture che si trovano nella stessa situazione. Questo avverrà grazie alle nuove assunzioni previste che si realizzeranno con lo scorrimento della graduatoria AFAV. Gli uffici interessati stanno lavorando per procedere nel più breve tempo possibile».

Un problema cronico

Il problema messo in evidenza, però, affligge praticamente tutti i musei pubblici italiani – verrebbe da dire, tutti gli uffici e i servizi pubblici italiani. Nel caso specifico del Ministero della Cultura, la beffa sembra essere doppia. Da una parte, si palesa la tendenza ad alzare il prezzo dei biglietti, dall’altra, i musei faticano a rimanere aperti e funzionali. Oltre al personale delle sale, infatti, si dovrebbero considerare anche gli uffici nelle varie diramazioni e nelle specifiche competenze, che spesso sono affidati a unità assunte non dal Ministero, quindi non funzionari, ma da società in house.

Per quanto riguarda il personale di assistenza, c’è anche un concorso, annunciato nel 2019, previsto per il 2020, svolto nel 2021 e con graduatoria pubblicata a luglio 2022. A bando, l’assunzione a tempo indeterminato di 1.052 unità di personale non dirigenziale AFAV – Assistenti alla Fruizione, Accoglienza e Vigilanza, per la copertura di posti presso gli uffici del ministero ubicati nelle seguenti Regioni: 30 in Abruzzo; 18 in Basilicata; 64 in Calabria, 200 in Campania; 51 in Emilia Romagna, 7 in Friuli Venezia Giulia; 15 nelle Marche; 14 in Molise; 57 in Piemonte; 36 in Puglia; 14 in Sardegna e 2 in Sicilia. Nella graduatoria finale di merito, sono risultati 2773 gli idonei, dei quali 1052 vincitori e 1721 idonei non vincitori.

Il Ministero della Cultura versa in una situazione cronica di carenza di personale. Una rilevazione del novembre 2022 ha segnalato un deficit di circa 8mila unità, a fronte di una dotazione organica di diritto che dovrebbe essere di quasi 19mila unità. Di queste 8mila unità mancanti, circa 2.200 sono dei profili AFAV. E i vincitori del concorso? Alla fine, ad aver preso i posti disponibili, sono stati in 876. Insomma, il Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano piange ma anche i grandi musei, come gli Uffizi e Capodimonte non ridono.

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