15 dicembre 2003

fino al 10.I.2004 Kori Newkirk Milano, Galleria Francesca Kaufmann

 
Un uomo di colore nudo in mezzo alla neve. Neve finta sul pavimento della galleria e fiocchi di neve realizzati con il neon. Come mettere alla berlina gli stereotipi sugli afroamericani attraverso una felice sintesi estetica...

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Kori Newkirk (New York, 1970) è un artista afro-americano che indaga sugli stereotipi razzisti che circolano negli Stati Uniti sui “niggers”. A Milano presenta un’installazione che occupa per intero il locale principale della piccola galleria Kaufmann: su una parete una fotografia di grande formato mostra un uomo di colore (è l’artista stesso) nudo ai bordi di un bosco innevato; sul pavimento, ricoperto di neve finta realizzata con brandelli di sacchetti, sono distribuiti fiocchi di neve stilizzati realizzati con sottili tubi di luce al neon. Sul muro opposto alla foto, degli squali bianchi disegnati nuotano in circolo fronteggiando a relativa distanza l’uomo. Il riferimento è ad alcuni luoghi comuni secondo cui i neri eviterebbero la neve e l’acqua e in spiaggia eviterebbero di fare il bagno; inoltre viene contrapposto il nero della persona al bianco di tutti gli altri elementi dell’allestimento: anche il minaccioso squalo è, non a caso, uno squalo bianco.
L’opera di Newkirk allude a questi temi con leggerezza, con una capacità di sintesi che gli permette di curare l’aspetto visivo del suo lavoro; il fascino estetico è la dimensione che emerge per prima, lasciando filtrare però anche una sensazione di straniamento Kori Newkirk-Dryden-2003-luci al neon-cm 50x83x62 (sfocatura della foto, ronzio dei neon) e incongruenza (l’uomo nero nella neve, neve finta accostata a neve vera ma solo fotografata) che induce il visitatore, senza forzarlo, a cogliere le allusioni dell’artista. L’accostamento materiale di vero e falso ‘doppia’ -e quindi rafforza- quello concettuale che mira a smascherare la falsità dei pregiudizi e degli stereotipi.
A proposito della sintesi fra estetica e contenuto da egli operata Newkirk dichiara: “La prima cosa è l’estetica. Dopo gli anni ’80 e dopo i ’70 e i ’60, dopo che si sono colpite le persone sulla testa, si è urlato e si sono levati i pugni, non c’è ragione perchè io faccia queste stesse cose. Nessuno ascolterebbe più. Ma per me c’è ancora una ragione per fare lavori sul tema ‘chi sono’ ” (da X-TRA, vol.II, no.1, 1998).
Nelle opere precedenti l’artista ha affrontato altri stereotipi tramite opere contenenti palloni da basket (il nero è ritenuto in quanto tale abile in questo sport) e le perline usate talvolta dai neri per le acconciature. Inoltre il suo lavoro nasconde sotto una superficie piacevole la sedimentazione di studi approfonditi sulla storia degli afro-americani e di ricerche accurate sulla storia della sua famiglia. La lievità di Newkirk, dunque, non va mai a discapito della comprensione dei temi che egli tratta, dona anzi maggior forza alle sue argomentazioni, rendendole condivisibili anche al di fuori del contesto nazionale in cui egli vive.

stefano castelli
mostra visitata il 9 dicembre 2003


Kori Newkirk
Galleria Francesca Kaufmann
via dell’Orso, 16 –Milano
tel.: 02-72094331
e-mail: info@galleriafrancescakaufmann.com
Aperto dal martedì al venerdì ore 11.30-19.30 e il sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Chiusura natalizia dal 21 dicembre al 6 gennaio
Fino al 10 gennaio 2004


[exibart]

1 commento

  1. autoreferente estetizzante e soprattutto chi se ne frega degli stereotipi sugl’afroamericani? solo a dei mangiaspaghetti…

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