16 marzo 2006

fino al 17.III.2006 Luca Vannulli Milano, Travelling Gallery

 
Una riflessione psicologica sulla scrittura dimenticata e poco considerata. Le scritte oscene che sporcano i muri e gridano bisogni e solitudini. Chi sono gli autori? L’artista fotografa una possibile risposta…

di

Natale. Pasqua. Ferragosto. L’italiano medio parte in vacanza con la famiglia sulla sua utilitaria. Code chilometriche sulle autostrade per raggiungere le località di villeggiatura più gettonate. Ma anche questo fa parte della festa.
Consideriamo ad esempio l’estate. Magari si lascia la città soltanto il 15 di agosto, perché non ci si può permettere una vacanza lunga, ma l’importante è andare, almeno in questa giornata di gran caldo. Anche l’artista segue la massa e si mette in viaggio. Il suo obiettivo è quello di studiare la folla, di pedinarla con occhio clinico e indagatore. Luca Vannulli (1971) è accompagnato dalla sua macchina fotografica giapponese, fida compagna, amante e amica. Tappa privilegiata: l’autogrill, o meglio i bagni dell’autogrill, presi d’assalto dai turisti e ridotti in pessime condizioni. L’attenzione di Vannulli va alle scritte sulle porte e sulle pareti dei gabinetti, dove c’è chi lascia il suo numero di telefono per incontri di fuoco. Normale, strano, perverso, sadomaso, gay, lesbo, trans, di gruppo, ce n’è per tutti i gusti. Alcuni hanno preferenze specifiche e dettagliate: solo uomini grassi e vecchi, solo donne sottomesse, solo superdotati. Vannulli è attratto da queste scritte e le fotografa, interrogandosi. Alle immagini delle scritte l’artista accompagna scatti di persone comuni, gente apparentemente tranquilla che gioca a pallavolo sulla spiaggia e si gode le vacanze. Il contrasto è forte e disarmante. Il dubbio si insinua presto: qualcuno di questi ragazzotti ha forse lasciato uno dei messaggi osceni? Chi sarà stato? Come riconoscerlo? Il gusto della trasgressione vera e propria, o magari solo dello scherzo goliardico, sembra essere insito anche negli individui più insospettabili. I titoli delle opere appaiono come riflessioni di un osservatore esterno, che vede l’immagine composta da scritte e persone, e la commenta, spesso con una punta di ironia. Una riflessione sociologica interessante, all’interno di un’idea originale.
Luca Vannulli, Posso cambiare
Questa mostra, la prima personale di Vannulli, rientra nel progetto La Strada, ovvero una serie di esposizioni dedicate al tema della strada e ai suoi personaggi, con incursioni nel mondo dei clochard e dei writers, e panoramiche su paesaggi urbani e regni di solitudine. Vannulli, con le sue migliaia di scatti, appare polemico nei confronti del mercato dell’arte attuale, così come verso il perbenismo della società borghese, attaccato con sottigliezza e profondo realismo psicologico.

vera agosti
mostra visitata il 13 marzo 2006


Quindicizeroottozeroquattro – Luca Vannulli
Travelling Gallery, Via Cola Montano, 6 (quartiere Isola) – 20159 Milano
dal 7 al 17 marzo 2006 – info: 02/45484258
arte_eventi@infinito.it – a cura di Maria Grazia Torri
lunedì-venerdì: 16:00-20:00 sabato su appuntamento – ingresso libero


[exibart]

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