09 febbraio 2006

fino al 18.II.2006 Gio Ponti e Lisa – L’angolo e l’angelo Milano, Bel Art Gallery

 
Il tratto come osmosi. La spiritualità dell’angolo e la carta mitigata dall’istinto figurativo. La matita scrive e la rapidità scende a taccuino. Benvenuti in famiglia, tra Gio Ponti e sua figlia Lisa...

di

Lisa Ponti ha scritto, vissuto e partecipato sulla scia e al di là del solco paterno. Una simbiosi artistica, quella con Gio Ponti (Milano, 1891-1979), che ha lasciato il suo segno indelebile, senza cicatrici marcate. Un legame, il loro, che comunque non ha schiacciato la bimba-Lisa, cresciuta gioiosa e mai troppo adulta. Dell’architettura paterna la figlia ha scoperto le proporzioni dei progetti, le flessibilità dei concetti, le possibilità dei piani e le volumetrie scontrose degli angoli. Ma il motivo che l’ha cresciuta, senza più abbandonarla, è stata la rapidità del linguaggio, quello di chi immagina, e di getto schizza. Quel codice proprio di chi butta giù per fermare il pensiero, come stasi allo stato di chiarezza. Esposto alla Bel Art Gallery, infatti, è soprattutto questo. Cinquanta disegni, messi a finestra, senza filtri, soffi lievi sospinti dalla matita. Sono acquerelli, bozze e collage morbidi, sempre in linea con le nuvole e gli angeli. Chi andrà da spettatore attento potrà soffermarsi anche su pezzi d’archivio di Gio Ponti: studi di progetti come la cattedrale di Taranto, il grattacielo Pirelli e villa Planchart.
Sono schemi di stile architettonico ed analitico sul modello ideale della cattura dell’istante creativo. Ognuno di questi disegni rappresenta il risultato di una ricerca ciclica e mai stanca, quella della necessità dell’impressione. Lisa Ponti, Dove nascere in Italia?, tecnica mista su carta, 20 x 20 cm, 2005 Nella poetica di Lisa, però, l’estetica cambia. La parola entra, crea frasi, ferma discorsi, ma poi nasce il tratto, per imprigionare il concetto, sublimandolo. La strada della grafite allora si fa netta e la carta bianca viene plasmata quasi come materia, non più come supporto. In questo modo il segno viene vivisezionato, supportato da un’autonomia linguistica che costruisce identità senza retorica. Donando, alla fine, una forte, anche se figurativa, riconoscibilità. Sulla soglia della ricerca, quindi, si fa avanti la nettezza, sprigionata dal candore primo dell’appunto che illumina. Un limbo in bilico tra immaginario e immaginazione. Un modo di esprimersi, per dirlo con le parole di Lisa Ponti, quasi performativo. Perché dietro permane un meccanismo compositivo che fa di un’opera d’arte un momento. Non solo nitore geniale dell’idea, che segue il discorso e lo anticipa a segno, ma soprattutto coscienza di superficie. Quella che, con salti di vocali, scambia angoli per angeli.

ginevra bria
mostra visitata il 3 febbraio 2006


fino al 18.II.2006 – Gio Ponti e Lisa – L’angolo e l’angelo
Bel Art Gallery, Via Pasquale Sottocorno 7 – 20129 Milano
Orari d’apertura: dal martedì alla sabato, dalle 17.00 alle 23
Ingresso libero – Per info: 02.89075943


[exibart]

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