28 ottobre 2003

fino al 21.XI.2003 Gabriele di Matteo – Voyage sur la Terre Milano, Antonio Colombo Arte Contemporanea

 
Dedicandosi completamente al cinema fantascientifico di Georges Méliès, Di Matteo sta girando il suo film. In questa mostra presenta foto di scena e altri elmenti della lavorazione. In tonalità acida...

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Il film di Georges Méliès, Voyage sur la lune (1902), uno dei capolavori del fondatore del cinema di fantascienza, era liberamente ispirato al libro di Jules Verne: astronauti atterrano sulla Luna e si scontrano con i bellicosi seleniti, vengono imprigionati e riescono a fuggire; tornano sulla Terra ma un selenita è rimasto intrappolato sulla loro navicella.
Gabriele Di Matteo sta realizzando un sequel del famoso film, riprendendo una narrazione interrotta solo provvisoriamente e prolungando l’immaginazione alla base Gabriele di Matteo del film di Méliès. L’idea che struttura la mostra Voyage sur la Terre consiste nel supporre che i seleniti scendano sulla Terra in cerca del compagno rapito e visitino tra l’altro le precedenti mostre che Di Matteo ha dedicato alla figura di Méliès : il tutto è documentato da foto di scena, che diventano a loro volta opere. Anche la statua riproducente uno scienziato dell’équipe lunare e i piccoli seleniti rossi di materiale plastico hanno valore di testimonianza di una storia costruita dalla stessa lavorazione del film e dalle performances tenutesi il giorno dell’inaugurazione in Italia e prima in Francia.
Con questa mostra Di Matteo prosegue il suo complesso discorso artistico strutturato su più dimensioni, ragionando su personaggi del mondo reale -si veda il lavoro su Arafat, 1996, quello su Borges, 1998, o quello sulle immagini di personaggi storici tratte dai sussidiari scolastici, La nuda umanità, 200 – ma anche attingendo ai mondi possibili, praticando una serie di tagli e innesti visivi che danno una forte impressione di “opera aperta”.
Gabriele di MatteoSulla mostra aleggia infatti una tonalità fondamentale di sogno a occhi aperti. È come se si assistesse a qualcosa il cui centro di gravità è altrove, chissà dove. Per poco che si entri davvero in questa ricerca, la mente resta catturata e si apre all’immaginario e alla sua temporalità, così come vengono visualizzati dall’artista

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edoardo acotto
mostra visitata il 6 ottobre 2003


Catalogo con testo di Roberto Pinto, manifesto con testo di Andrea Viliani
Galleria Antonio Colombo, Milano, Via Solferino 44 (20121),
Tel. +39 0229060171 (info), +39 0229060171 (fax)
Dal 25 settembre al 21 novembre 2003
Orario di visita: dal martedì al sabato, dalle 16.00 alle 19.30 – www.colomboarte.com  


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