28 novembre 2007

fino al 6.I.2008 Vittorio Pescatori Milano, CorsoMagenta10

 
Recondite armonie: un fotografo-scrittore, Pinocchio e i personaggi della storia. Incontrati davvero e rivisitati in chiave allegorica. Attraverso fotografie che ci raccontano un'altra storia...

di

Alda Merini è la Fata turchina di Vittorio Pescatori (Milano, 1947; vive a Milano e Capri) che, in 83 fotografie stampate su carta di cotone e colorate a pastello, ripropone i personaggi archetipici del Pinocchio di Collodi, fissando nel tempo luoghi e persone incontrati in trent’anni di viaggi attraverso un connubio di favola e realtà. Prelevando frammenti di vita dal cassetto della memoria e ricomponendoli in uno stile molto personale di realizzazione dell’immagine fotografica. Ecco allora un giovane Francesco Clemente ritratto nello studio di New York con lo sfottente e colorato Pappagallo verde sulla spalla, mentre la Volpe spelacchiata fa capolino dalla borsetta di una signora fotografata sull’aliscafo Napoli-Capri. Fotografie che, insieme alle scatole specchianti dette “magiche”, sono allestite nello spazio di corso Magenta e che si possono altresì osservare sul bel catalogo realizzato con il patrocinio della Fondazione Collodi.
Scrittore oltre che fotografo, con ironia e intelligenza coglie non solo i dettagli di volti e circostanze, ma anche le storie che corrono idealmente parallele alla favola, trasfigurandole rispetto alla realtà fattuale. Preziosa quanto la fantasia. Questa è la capacità dell’artista di non limitarsi a rileggere in chiave semplicemente contemporanea la storia di Pinocchio, né di riversare in essa situazioni prese dalla quotidianità.
Vittorio Pescatori - La Volpe - fotografia stampata su carta di cotone e colorata a pastello - courtesy Corso Magenta 10, Milano
Pescatori si confronta con la storia di Collodi con forte personalità, vedendo nei personaggi e nelle situazioni del racconto non semplici simboli ma allegorie. Dunque, valori morali: Geppetto solo, anziano e demotivato, rivisto a diverse latitudini e in circostanze diverse, sulla panchina dei Giardini pubblici di Milano come su una strada desolata di Essauria in Marocco. O il volto di un bimbo che si riflette pensoso attraverso il vetro di un vagone ferroviario nella Stazione di Milano, in cui Pescatori ritrova Pinocchio che scopre di essere diventato un bambino. Figura poetica che si ripete in un bimbetto che corre nei boschi su un manto coperto di foglie e nel magico giardino delle Esperidi, “con i loro pomi e le loro malie”.
Vittorio Pescatori - Proliferazione - fotografia stampata su carta di cotone e colorata a pastello - courtesy Corso Magenta 10, Milano
Ma Pescatori è anche osservatore ironico, come nella fotografia scattata nei pressi del Monte Athos, che raffigura un albero inclinato su una panchina e così titolata-commentata: Nel Paese dei Balocchi anche gli alberi, appena possono, si riposano. Pigrizia ecumenica. Scrive Alda Merini, la fata rediviva ritratta nella sua casa sui Navigli: “Se io come Pinocchio potessi diventare un mandorlo in fiore, o la vibrazione di un violino puro, o anche divenire una marionetta, come di fatto sono, non direi agli altri la mia preghiera, ma vorrei essere solo un bambino per sentire i morsi del primo amore”.

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mostra visitata il 18 ottobre 2007


dal 18 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008
Vittorio Pescatori – Io, Pinocchio
CorsoMagenta10 per l’Arte Contemporanea
Corso Magenta 10 (zona Castello) – 20123 Milano
Orario: da lunedì a venerdì ore 10–18
Ingresso libero
Catalogo Idea Books
Info: tel. +39 0289053149; fax +39 0289053222; comunicazione@corbetta.org

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