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Allestita negli spazi del Mudec di Milano, “Kandinskij. Il cavaliere errante” presenta al pubblico 49 opere dell’artista e 85 lavori tra icone russe, stampe popolari e opere d’arte decorativa, in gran parte inedite in territorio italiano e provenienti da musei russi, georgiani e armeni. Assieme a prestiti da grandi musei come l’Ermitage di San Pietroburgo, la Galleria Tret’jakov, il Museo delle Belle Arti A. S. Puškin e il Museo Panrusso delle Arti Decorative, delle Arti Applicate e dell’Arte Popolare di Mosca, si possono ammirare opere dalle collezioni dei Georgian National Museum e della Galleria Nazionale dell’Armenia di Erevan.
A cura di Silvia Burini e Ada Masoero, la mostra accende i riflettori sul “periodo del genio” ossia l’arco temporale durante il quale Kandinskij ha compiuto il passaggio da uno stile più figurativo all’astrazione, che lo ha reso punto di riferimento nella storia dell’arte occidentale del XX secolo. Il progetto espositivo indica l’origine del mutamento stilistico nel viaggio compiuto dall’allora studente di giurisprudenza presso il governatorato di Vologda nel 1889, per conto della Società moscovita degli amanti delle scienze naturali, dell’astronomia e dell’etnografia; esperienza che gli ha permesso di conoscere la popolazione dei Komi e la loro arte. Le riflessioni di Kandinskij sui colori e i motivi decorativi tradizionali che colmavano le isbe sperdute, le vesti “sgargianti e variopinte da sembrare quadri bipedi e ambulanti” sono confluite in un diario e in un testo intitolato Gradini, diventati punti di riferimento per studiosi interessati ad analizzare l’influenza dell’etnografia sulla sua produzione artistica. “Kandinskij. Il cavaliere errante” si colloca difatti in un percorso di studi iniziato negli anni Novanta e già assodato per opera di studiosi come Peg Weiss, Vladimir Baraev, Natal’ja Kurčanova, Markku Valkonen e Valerij Šalabin.
Vasilij Kandinskij Improvvisazione 34 (Oriente II), 1913 Olio su tela, cm 120 x 140 Kazan’, Museo di Belle Arti © State Museum of Fine Arts of the Republic of Tatarstan, Kazan
“Mi hanno insegnato ad entrare nel quadro, a vivere al suo interno con tutto il mio corpo, sentendolo davanti e dietro me” sosteneva Kandinskij riferendosi alle isbe, e sull’esperienziale si basa il concept espositivo scandito tra le opere d’arte popolare, dipinti, disegni e incisioni realizzate da Kandinskij e interventi multimediali di Giuseppe Barbieri. La mostra inizia con l’immersione nella quotidianità dei Komi tra ante di finestre, mestoli, casse, asciugamani, battipanni, abiti, stampini e persino formine per il pan di zenzero, dipinte o intagliate con uno stile specifico e locale. Il percorso continua mettendo in relazioni icone sacre, lubki – le stampe popolari russe – ad opere di Kandinskij, per rendere manifesta l’influenza esercitata dalle iconografie e dai simboli sul suo immaginario artistico. Il confronto tra l’icona di San Giorgio e il drago degli inizi del XVI secolo con il dipinto Il cavaliere (San Giorgio), 1914-15, caratterizzato dalla colorazione irreale, lieve e quasi onirica e da reminiscenze simboliste, dimostra il recupero dell’iconografia sacra trasposta nel contesto delle fiabe russe. Il cavaliere si ricollega inoltre al gruppo Der Blaue Reiter, fondato nel 1911 assieme ad altri artisti russi e tedeschi, seminale nella formazione e diffusione della corrente espressionista in Europa. Numerosi i dipinti di paesaggi tramite cui osservare il cambiamento nella capacità tecnica pittorica dell’artista, con un range che da un inizio più accademico, rappresentato da Il porto di Odessa, 1898, giunge al fantasioso e astratto Mosca. Piazza Rossa, 1916, e al più asciutto e descrittivo Mosca. Piazza Zubovskaja, 1916. All’astrazione è dedicata l’ultima sezione della mostra caratterizzata da dipinti come Quadro con cerchio, 1911, parte di un nucleo di opere realizzate da Kandinskij a Tiblisi, e considerato il primo dipinto astratto benché esposto per la prima volta solo nel 1989, ma anche Ovale bianco, 1919, e Improvvisazione 34 (Oriente II), 1913. I passaggi di colore costruiscono linee e forme sinuose, macchie dalle colorazioni pulsanti che tentano di oltrepassare la piattezza della superficie pittorica introducendo dinamismi legati alla visione sinestetica del mondo che caratterizza l’arte di Kandinskij.
In conclusione, la mostra sviluppa una visione emozionale e tradizionale dell’arte di Kandinskij che rimane salda nella particolarità del suo ambito d’indagine, presentando una visione specifica dell’artista, cui partecipa il progetto multimediale realizzato appositamente da Giuseppe Barbieri prorogando il carattere emersivo del progetto.
Alessandra Franetovich
mostra visitata il 30 giugno
Dal 15 marzo al 9 luglio 2017
Kandinskij. Il cavaliere errante
MUDEC – Museo delle Culture
Via Tortona, 56, 20144 Milano
Orari: lunedì, 14.30-19.30,
martedì, mercoledì, venerdì e domenica, 09.30-19.30,
giovedì e sabato 9.30-22.30
Info: 0254917 (lun-ven 10.00-17.00)
helpdesk@ticket24ore.it