10 ottobre 2001

Fino al 9.XII.2001 Murano: vetri dalla Collezione Olnick Spanu Milano, Spazio Oberdan

 
È un grande onore per Milano poter ospitare i vetri di Murano della collezione Olnick-Spanu: 300 esemplari che raccontano la grande tradizione dell’arte vetraria del Novecento...

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Non vuole essere retorica sottolineare l’importanza della collezione Olinick Spanu che lo Spazio Oberdan di Milano custodirà, fino al prossimo 9 dicembre, negli spazi rinnovati da Gae Aulenti. La tragedia al WTC di New York dell’11 settembre aveva, infatti, provocato il blocco dei voli nazionali e intercontinentali dall’aeroporto Kennedy e la paura di nuovi attentati aveva reso difficile per i proprietari prendere la decisione di portare a termine il progetto della rassegna.
Ad ogni modo la collezione di Nancy Olnick e Giorgio Spanu ha raggiunto l’Italia. E l’esposizione è stata inaugurata la sera del 28 settembre anche per mostrare – come ha detto Federica Olivares, durante la conferenza stampa – “la volontà di perseguire, di continuare a diffondere, l’idea del bello, della passione per le cose della vita”.
Così dopo la mostra dell’autunno scorso all’American Craft Museum di New York, la collezione viene ora riproposta al pubblico italiano, corredata di un bellissimo catalogo illustrato, curato dallo storico del vetro di Murano Marino Barovier, voce molto qualificata in questo campo.
Ma come è nata la passione di Nancy Olnick e Giorgio Spanu per l’arte vetraria delle manifatture di Murano? Ebbene tutto ebbe inizio quasi casualmente quando i due collezionisti acquistarono ad un’asta di Sotheby’s una clessidra di Venini del 1955, affascinati dai suoi colori verde smeraldo e blu cobalto. Da allora il loro interesse è cresciuto a tal punto da portarli spesso a visitare l’isola veneta per approfondire la conoscenza del vetro e incontrare personaggi – studiosi e artisti contemporanei – che hanno permesso loro di accrescere la raccolta.
Le 300 opere esposte oggi a Milano possono a pieno titolo rappresentare un’esauriente rassegna della produzione di alcune fornaci dagli inizi del Novecento fino ai giorni nostri. È la storia del vetro di Murano che si racconta allo Spazio Oberdan attraverso vasi di artisti, designer e ed artigiani che nel corso di un secolo hanno continuato a lavorare, sperimentare, all’interno delle fucine.
Il percorso espositivo si snoda attraverso un “continuum” spaziale scandito solo dai colori e dalle trasparenze dei vetri. Per il visitatore è un’apnea fatta di emozionanti presenze come le due bellissime sculture (Boat, 1998) di Nino Tagliapietra fluttuanti nell’aria, o i primi vetri della famiglia Barovier (Benvenuto, poi Giuseppe, quindi Nicolò tanto per citarne alcuni).
Attraverso le trasparenti presenze si può fare una rapido “excursus” della storia del vetro di Murano del Novecento e si possono scoprire curiosità come il significato di certi termini propri di quest’arte. Il vocabolo “avventurina”, per esempio, (che spesso si ritrova nelle didascalie) identificata un tipo di vetro con inclusioni di cristalli di rame, deriva dalla difficoltà nel raggiungere un certo risultato estetico. Mentre la voce “primavera” definisce un vetro lattescente craquelé che non viene più riprodotto dagli anni ’30 perché frutto di una miscela ottenuta casualmente.
La Collezione Olnick Spanu vanta una raccolta di vetri di artisti e designer di fama indiscussa come Fulvio Bianconi, Aureliano Toso, Gae Aulenti, Cristiano Bianchin, Laura Diaz de Santillana, Tobia Scarpa, e ancora Yoichi Ohira, Toots Zynsky, Tapio Wirkkala, i Barovier, Venini e infine Carlo Scarpa, che occupa uno spazio privilegiato nella collezione. Proprio l’architetto veneziano ha riscosso maggiore interesse da parte dei due collezionisti che, si può affermare con certezza, posseggono una delle maggiori raccolte al mondo di suoi pezzi. E come dare loro torto osservando da vicino i Fenici, i Lattimi, i Cinesi, i Battuti del grande architetto e designer.
Sarebbe alquanto banale ed inutile soffermarsi a descrivere, a cercare di spiegare con parole, quale bellezza viene imprigionata da queste opere d’arte. Solo con la vista e con le emozioni si possono commentare questi preziosi virtuosismi nati dalle mani, dal fiato, dalla collaborazione di grandi artisti e da altrettanto bravi maestri vetrai. Si ricordi, infatti, che un bellissimo oggetto di vetro non può essere il frutto di una sola delle due forze ma di entrambe, di chi conosce la tecnica e di chi possiede l’idea. E solo quando i due saperi s’incontrano nascono le opere d’arte.

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Michela Cavagna


Murano: vetri dalla Collezione Olnick Spanu. Dal 29 settembre al 9 dicembre 2001. Milano, Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto, 2 (MM Porta Venezia). Orario d’apertura: lunedì chiuso; mercoledì, venerdì e sabato, ore 10.00-19.30, martedì e giovedì, fino alle 22.00. Biglietto: intero € 6,19 (£. 12.000), ridotto € 4,13 – 3,09 (£. 8.000 – 6.000); gruppi scolastici accompagnati € 2,58 (£. 5.000). Catalogo: € 49,06 (£. 95.000) Edizioni Olivares, 304 pagine, 210 illustrazioni a colori. Informazioni: Provincia Milano/Settore Cultura, tel. 02.77406358-77406359.

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