19 maggio 2020

La riapertura della Galleria Nazionale di Roma, tra coincidenze e speranze

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I primi visitatori hanno salutato la riapertura della Galleria Nazionale di Roma: due nuove installazioni e una collettiva a tema, con grandi opere della collezione

Una coincidenza che non può essere tale, quella ricordata da un collega nella prima conferenza stampa di riapertura della Galleria Nazionale di Roma, di fatto praticamente il primo museo a riaprire oggi e anche primo museo a riaprire nel 1944. Emozione vibrante e sentita da parte della Direttrice Cristiana Collu, in diretta con i giornalisti su Zoom. Situazione alienante, a cui forse dovremo abituarci, almeno per un po’. Anche se la frase più volte ripetuta da tutti è stata: “speriamo di vederci presto”. Nel frattempo, in attesa di vederci tutti assieme, la Galleria lunedì mattina ha riaperto puntuale, alle nove. Il primo visitatore è stato un signore che frequenta spesso il museo per amore verso l’arte, ma anche per la memoria storica che gli riporta il ricordo del padre che, in quel luogo, ci lavorava. Era in crisi di astinenza, così ci ha detto la direttrice.

La Galleria è pronta, i presidi ci sono. Dalla mattina fino alle dodici di ieri, circa venti visitatori, che per essere un inizio – dopo un evento del genere – non è poi tanto male. La riapertura della Galleria Nazionale è stata scandita da una grande installazione, una scritta scalinata che ha un significato estrinseco potente. Si intitola Open ed è di questo che si tratta, della speranza di riaprire, di ricominciare lentamente, andando incontro a quel mondo chiuso per diverso tempo. La direttrice parla di distanziamento fisico e non sociale, che è fondamentale in un luogo del genere, perché dove altro se non in un museo, che metaforicamente rappresenta una agorà, si può ricercare una rinnovata socialità?

Un nuovo allestimento accoglie lo spettatore sin dalla prima sala, con un nuovo tappeto realizzato da Martì Guixè, che ha realizzato anche l’installazione esterna, che somiglia a una cattedrale ma anche a un labirinto o a un videogioco. Nella sala delle colonne, poi, la vera mostra di riapertura dal titolo “A distanza ravvicinata”, una sorta di ossimoro che ci auguriamo sia di buon auspicio. Una mostra collettiva con opere della collezione, come già avvenuto in quel luogo che è uno spazio ibrido, accogliente e sempre pronto per introdurre lo spettatore nelle altre sale museali. Una mostra collettiva dicevamo, con opere di Afro, Robert Adams, Franco Angeli, Stefano Arienti, Mirko Basaldella, Luciano Bartolini, Alberto Burri, Enrico Castellani, Giuseppe Capogrossi, Eduardo Chillida, Ettore Colla, Pietro Consagra, Daniela De Lorenzo, Giacomo Ginotti, Luisa Lambri, Bice Lazzari, Alberto Magnelli, Fausto Melotti, Paolo Meoni, Gastone Novelli, Pino Pascali, Achille Perilli, Corrado Sassi, Toti Scialoja.

La Galleria Nazionale riapre nella Giornata Internazionale dei Musei, sperando, fortemente, di confermare la programmazione solo posticipata di tutte le grandi mostre attese a Roma.

A Distanza Ravvicinata, veduta della mostra, Galleria Nazionale di Roma
A Distanza Ravvicinata, veduta della mostra, Galleria Nazionale di Roma
A Distanza Ravvicinata, veduta della mostra, Galleria Nazionale di Roma
A Distanza Ravvicinata, veduta della mostra, Galleria Nazionale di Roma

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