31 gennaio 2024

Masi Lugano, le mostre del 2024, tra le foto di Ghirri e le sculture di Calder

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Si parte con la fotografia di Ernst Scheidegger e Luigi Ghirri, per proseguire con la scultura di Alexander Calder e le installazioni di Shahryar Nashat: ecco le mostre del 2024 del MASI di Lugano

Luigi Ghirri, Trani, 1981. C-print, CSAC, Università di Parma, © Eredi Ghirri

Fotografia, scultura e installazioni ambientali. Grandi maestri da scoprire o da approfondire ma anche artisti mid career da conoscere. Eterogeneo, polifonico, incentrato sul territorio e con una prospettiva internazionale: così sarà il programma di mostre e progetti del 2024 del MASI – Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano. Tra i momenti salienti, una personale dedicata a Luigi Ghirri e incentrata sul tema del viaggio, reale e immaginario, e una monografica sull’innovativa ricerca del grande Alexander Calder.

Il MASI di Lugano, un museo polifonico

Istituito nel 2015, dall’unione tra il Museo Cantonale d’Arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano, il MASI si sviluppa su due sedi, quella ospitata nella moderna architettura del centro culturale LAC e quella storica di Palazzo Reali.

La sua collezione consta di circa 14mila opere, su un ampio arco cronologico, dalla fine del Quattrocento ai giorni nostri, di autori come Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Camille Pissarro, Gabriel Orozco, Rineke Dijkstra e Thomas Struth e, ancora, Carlo Carrà, Achille Funi e Mario Sironi. Tra i contributi più importanti al suo ampliamento figurano l’importante donazione di Giancarlo e Danna Olgiati, comprendente opere dal periodo Bauhaus a oggi. E poi la donazione di un importante nucleo di opere del ciclo Difesa della Natura di Joseph Beuys e quelle concesse dagli artisti Renzo Ferrari, Marcel Dupertuis, Fiorenza Bassetti, Markus Raetz e Wolfgang Laib. Importante anche la donazione del conte Panza di Biumo, che costituisce uno degli insiemi più importanti in Svizzera di opere del periodo post-minimal con opere di artisti quali Stuart Arends, Barry X Ball, Lawrence Carroll, Ettore Spalletti, Roni Horn, Thomas Schütte.

 

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Nel corso degli anni, tante le mostre di livello, come la recente esposizione dei capolavori dalla Graphische Sammlung ETH Zürich, con opere grafiche di autori come Albrecht Dürer, Rembrandt, Piranesi e Louise Bourgeois, o come le personali dedicate ad autori quali Werner Bischof, Rita Ackermann, Paul Klee e Marcel Broodthaers.

Il programma del 2024, tra Ghirri e Calder

Il MASI apre la stagione 2024 con un omaggio all’artista svizzero Ernst Scheidegger (Rorschach, 1923 – Zurigo, 2016). Attivo come fotoreporter e collaboratore della rinomata agenzia Magnum Photos e assiduo frequentatore della scena artistica d’avanguardia parigina, Scheidegger è noto per i ritratti d’artista – tra cui quelli diventati iconici di Alberto Giacometti, amico di una vita. L’esposizione, in collaborazione con il Kunsthaus Zürich e la Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, ripercorre la produzione del fotografo attraverso una selezione di scatti giovanili del decennio 1945 -1955, perlopiù inediti, e i celebri ritratti d’artista, che saranno in dialogo con una selezione di opere delle artiste e degli artisti di volta in volta immortalati. La mostra Faccia a faccia. Giacometti, Dalí, Miró, Ernst, Chagall. Omaggio a Ernst Scheidegger sarà aperta al pubblico dal 18 febbraio al 21 luglio 2024.

Ernest Scheidegger, Allieva della scuola di danza di Madame Rousanne, Parigi, 1955

Il focus sulla grande fotografia proseguirà nell’autunno 2024 con la personale dedicata a Luigi Ghirri (Scandiano, 1943 – Roncocesi, 1992), a poco più di 30 anni dalla sua prematura scomparsa. Luigi Ghirri – Il viaggio. Fotografie 1970-1991 è il titolo dell’esposizione che mette in luce, attraverso circa 150 stampe, le diverse prospettive del fotografo italiano sul viaggio, inteso “à la Ghirri”, quindi nelle sue sfumature più poetiche e anche inaspettate. In questo senso, accanto alle mete turistiche, spesso immortalate fuori stagione, la mostra presenterà anche fotografie di mappe, atlanti, immagini pubblicitarie e cartoline attraverso un percorso espositivo concepito come un libero labirinto che si dipana tra le “geografie sentimentali” di uno dei pionieri della fotografia del novecento. La mostra aprirà l’8 settembre 2024 e sarà visitabile fino al 26 gennaio 2025.

Shahryar Nashat, Untitled, 2023. Frame da un video HD: colore / audio stereo Courtesy of the artist, Rodeo, Piraeus/London; Gladstone Gallery, New York/Brussels; David Kordansky Gallery, Los Angeles/New York, © the artist

Guarda invece alla ricerca contemporanea più attuale la mostra Streams of Spleen dell’artista Shahryar Nashat, nato a Ginevra nel 1975. Al MASI Nashat presenterà un’installazione immersiva, concepita per la sala ipogea. L’artista, che ha concentrato la sua ricerca sul corpo umano, nelle sue interazioni e sensazioni, nella sua fragilità e resilienza, stravolgerà completamente lo spazio museale e la sua atmosfera, intervenendo sul pavimento, sui pilastri, sulle luci e sulle pareti della sala. Tra le opere esposte saranno presenti sculture inedite e un video su uno schermo integrato nell’architettura. La mostra di Nashat sarà visitabile dal 17 marzo al 18 agosto 2024.

Alexander Calder, Quatre systèmes rouges, 1960. Ferro e acciaio verniciato Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek, Denmark. Donation: The New Carlsberg Foundation © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, Quatre systèmes rouges, 1960. Ferro e acciaio verniciato Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek, Denmark. Donation: The New Carlsberg Foundation © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

La mostra Calder. Sculpting Time esplorerà invece l’impatto di uno degli artisti più rivoluzionari del XX secolo attraverso un focus mirato. Alexander Calder (Lawnton, Pennsylvania, 1898 – New York, 1976) ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura, introducendo la quarta dimensione del tempo nell’arte con i suoi leggendari Mobiles – termine coniato da Marcel Duchamp che in francese si riferisce sia al “movimento” che al “motivo” – ed esplorando i volumi e i vuoti nei suoi stabiles, come Jean Arp battezzò i suoi oggetti stazionari.

La mostra comprenderà oltre 30 capolavori realizzati tra il 1930 e il 1960, dalle prime astrazioni o sphériques a una magnifica selezione di mobiles, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni. In esposizione anche un’ampia serie di Constellations di Calder, un termine proposto da Duchamp e James Johnson Sweeney per gli oggetti realizzati in legno e filo metallico nel 1943, un periodo in cui la lamiera scarseggiava a causa della Seconda guerra mondiale.

Resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Favorita, la mostra sarà aperta dal 5 maggio al 6 ottobre 2024.

La creazione contemporanea svizzera

Durante l’estate, da giugno ad agosto, si svolgerà a Palazzo Reali la mostra del vincitore o della vincitrice del Bally Artist Award, il premio che ogni anno la Fondazione Bally, in collaborazione con il MASI, assegna a un artista o un’artista attivi sul territorio elvetico. Da ottobre 2024 a gennaio 2025 le sale del LAC ospiteranno invece la mostra dell’artista Johanna Kotlaris (Zurigo, 1988), vincitrice per il Ticino del Premio Culturale Manor 2024, che concepirà un progetto espositivo per l’occasione.

Ernst Ludwig Kirchner, Alpküche (Cucina alpestre), 1918. Olio su tela Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, ©Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid

La stagione 2024 si chiude in autunno con nuovo approfondimento sulla storia dell’arte del Cantone Ticino e delle collezioni del museo. La mostra Da Davos a Obino. Ernst Ludwig Kirchner e gli artisti del gruppo Rot-Blau, dal 17 novembre 2024 al 23 marzo 2025, presenta l’opera di Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938) e mette in luce, in particolare, l’influenza che egli ha avuto sulla generazione di giovani artisti svizzeri nello sviluppo del loro linguaggio pittorico e scultoreo di matrice espressionista. La selezione di una ventina di dipinti di Kirchner, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private svizzere ed europee, intende così contestualizzare una importante pagina della storia artistica locale e nazionale.

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