06 novembre 2021

Palazzo Barberini: il nuovo allestimento delle sale del Cinquecento

di

Un restyling completo per le sale del Cinquecento di Palazzo Barberini: un nuovo percorso espositivo organico e leggibile, per mettere in risalto la storia della collezione

Nuove sale del cinquecento di Palazzo Barberini: atrio, foto di Alberto Novelli

Se ripercorriamo la storia di Palazzo Barberini nel Novecento, quando la Galleria Nazionale d’arte antica di Roma condivideva i suoi spazi con il Circolo Ufficiali delle Forze armate, bisogna ammettere che il palazzo barocco per antonomasia, all’interno del quale hanno lavorato architetti del calibro di Carlo Maderno, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, è rinato a nuova vita. Con la restituzione, un po’ per volta, di tutti gli spazi precedentemente occupati dai militari, il museo ha raggiunto già da qualche anno dimensioni grandiose e, dopo accurati interventi di restauro e restyling degli ambienti, può ora esporre i suoi capolavori secondo criteri più moderni. Gli spazi che ospitano il nuovo allestimento, inaugurato al pubblico l’8 ottobre, sono le sale dalla 12 alla 18 appartenenti agli originali appartamenti Sforza, dopo un accurato progetto curato dalla direttrice delle Gallerie Nazionali di arte antica Flaminia Gennari Santori insieme ai curatori delle collezioni Maurizia Cicconi e Michele Di Monte.

palazzo barberini nuovo allestimento
Nuove sale del cinquecento di Palazzo Barberini: sala 12, foto di Alberto Novelli

La linea guida dell’intero lavoro è stata e continuerà a essere un modello concettuale già intrapreso nel 2017 con il riallestimento dell’Ala Sud e continuato con le sale del Seicento nel 2019; secondo questa tendenza pare che i prossimi obiettivi allestitivi riguarderanno invece il piano terra con il settore dedicato alla pittura dei Primitivi. L’intento, come ha dichiarato la direttrice «è quello di restituire al pubblico un percorso organico e facilmente leggibile, in una struttura espositiva narrativa che metta in risalto anche la storia del palazzo e delle sue collezioni».

palazzo barberini nuovo allestimento
Nuove sale del cinquecento di Palazzo Barberini: sala 13, foto di Alberto Novelli

Il rinnovamento delle sale ha interessato le strutture architettoniche, l’impianto di illuminazione, la grafica e gli apparati didattici, con nuovi pannelli esplicativi e didascalie ben leggibili in italiano e inglese, che spiegano nel dettaglio ogni singola opera. Una grande novità è data dalla suddivisione tematica, che ha comportato diversi cambiamenti nella sequenza espositiva. Le scelte volutamente minimali sono già ben riconoscibili dall’atrio Bernini, spazio che accoglie e immette il visitatore all’inizio del percorso, in cui si è scelto di porre l’accento sul complesso architettonico esponendo soltanto la Velata (1743), imponente opera scultorea realizzata da Antonio Corradini che rappresenta la vestale Tuccia che, attraverso l’inconfondibile espediente della trasparenza del velo, racconta l’impresa della raccolta delle acque del Tevere grazie a cui scampò alla morte.

palazzo barberini nuovo allestimento
Nuove sale del cinquecento di Palazzo Barberini: sala 14, foto di Alberto Novelli

Le 42 opere esposte nelle sale del Cinquecento, quasi tutte appartenenti alle collezioni delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, si sono arricchite per l’occasione di alcuni prestiti temporanei da collezioni pubbliche e private, e sono disposte su un’unica fila per consentire una migliore visibilità con accostamenti che seguono un ordine cronologico-geografico con approfondimenti monografici.

Accedendo nella prima sala ci si ritrova in quella che era l’ala nord-occidentale del piano nobile all’interno dell’appartamento di Anna Colonna, moglie del principe Taddeo Barberini.

palazzo barberini nuovo allestimento
Nuove sale del cinquecento di Palazzo Barberini: sala 15, foto di Alberto Novelli

Il percorso espositivo si apre attraverso un chiaro riferimento all’attività collezionistica della famiglia che vede, come prima opera, il Galata, una copia romana del I secolo d.C. da originale ellenistico del II a.C., il quale, non essendo completamente integro, è stato rilavorato con le fattezze di Ippomene da Niccolò Menghini, lo statuario di fiducia del cardinal Francesco Barberini, che lavorò per la famiglia dagli anni Trenta del Seicento.

La sala 12, intitolata “Tradizione e devozione”, affronta il soggetto della sacra famiglia, proponendo opere come quella di Andrea del Sarto, con una umile Madonna che poggia il piede sulla paglia, o come quella più sontuosa di Perin Del Vaga, la Madonna con Bambino e san Giovannino del Beccafumi, la Madonna Hertz di Giulio Romano e un dipinto di Martino Piazza, che ci colpisce per il fitto repertorio leonardesco fatto di simboli relativi all’incarnazione e resurrezione del Messia.

palazzo barberini nuovo allestimento
Nuove sale del cinquecento di Palazzo Barberini: sala 16, foto di Alberto Novelli

La sala 13 dona grande risalto soltanto all’opera di Lorenzo Lotto: il Matrimonio mistico di santa Caterina con i santi Girolamo, Giorgio, Sebastiano, Antonio Abate e Nicola di Bari (1524):un’opera firmata e datata che è stata realizzata in occasione del matrimonio di Marsilio e Faustina Cassotti.

La Vergine, che presiede e benedice le nozze, domina la composizione da una struttura a chiasmo e mostra le due vie percorribili: quella faticosa di san Girolamo, che indica a sua volta i santi Nicola e Antonio abate, e quella dell’amorevole carità di Caterina, che si contrappone a san Giorgio.

La sala 14, invece, ospita la “Pittura ferrarese” proponendo in esposizione opere di Dosso Dossi e di Benvenuto Tisi detto il Garofalo, del quale sono esposti, oltre all’Ascensione di Cristo d’ispirazione raffaellesca e a un’altra opera religiosa, due quadri di argomento mitico, uno dei quali narra l’impresa ordalica della Vestale Quinta Claudia che trasporta la statua di Cibele (1530-35) per dimostrare la propria innocenza.

Protagonista della sala successiva (sala 15) è il “Cinquecento senese”, attraverso i lavori di Marco Bigio, del Sodoma e di Girolamo Genga, autore di uno Sposalizio mistico di santa Caterina (1520-1530),  affollato di personaggi insoliti come Elisabetta, Zaccaria e il piccolo Giovanni Battista, inclusi per enfatizzare la sfera matrimoniale.

Nuove sale del cinquecento di Palazzo Barberini: sala 17, foto di Alberto Novelli

Fulcro del percorso di visita è la prestigiosa sala dei ritratti (sala16) intitolata “Lo sguardo del Rinascimento”, che fornisce una suggestiva panoramica dell’interesse per la rappresentazione dell’individuo che trova la sua manifestazione più autorevole proprio nel Cinquecento. Qui ritroviamo alcune delle opere più celebri delle Gallerie Nazionali, dall’affascinante e sensuale Fornarina di Raffaello che si contrappone all’elegante Maria Maddalena di Piero di Cosimo. Tra gli altri insigni personaggi troviamo la figura del condottiero Stefano IV Colonna del Bronzino, quella del sovrano Enrico VIII attribuito a Hans Holbein e quella dell’intellettuale Erasmo da Rotterdam di Quentin Metsys.

Proseguendo il percorso, ci ritroviamo nella sala dedicata alla pittura della “Maniera centro-italiana” (sala 17), in cui la grande novità è data dall’imponente pala di Giorgio Vasari e bottega raffigurante l’Allegoria dell’Immacolata concezione, che si differenzia dalle rappresentazioni contemporanee, caratterizzate dalle dispute sul tema, per la scelta dell’autore di porre al centro del dipinto la figura del serpente-diavolo sull’albero della Conoscenza, che viene schiacciato da Maria Immacolata. Si tratta di un’opera recuperata dal deposito del Museo Statale di Arezzo, che viene eccezionalmente presentata al pubblico durante le prime settimane di esposizione, prima di essere sottoposta a delicati interventi di restauro, al termine dei quali l’opera verrà riallestita in questa sala. Insieme a lei narrano la pittura di maniera opere come quelle del Maestro della Madonna di Manchester, del seguace di Maarten van Heemskerck, di Daniele da Volterra, di Jacopino del Conte, di Francesco Salviati e di Pierino da Vinci.

Il percorso si conclude nella “Sala della Divina Sapienza”(sala 18), così conosciuta grazie all’omonimo affresco di Andrea Sacchi che la domina dal soffitto, un tema dalle forti valenze politiche ed encomiastiche, la cui complessa iconografia deriva dal biblico Libro della Sapienza, attribuito al re Salomone, prototipo del re saggio e illuminato assistito dalla sapienza divina, a cui Urbano VIII “umilmente” si paragona. In questa sala viene evidenziata la rilevante funzione originaria di massima rappresentanza simbolica degli appartamenti del principe Taddeo Barberini, con l’esposizione di opere che illustrano i protagonisti della famiglia Barberini, ovvero i ritratti dipinti e scolpiti di Urbano VIII e dei suoi nipoti, realizzati da Gian Lorenzo Bernini, Giuliano Finelli e Lorenzo Ottoni.

Nuove sale del cinquecento di Palazzo Barberini: sala 18, foto di Alberto Novelli

Al centro della sala, i due Globi della sfera celeste e terrestre di Matthäus Greuter evocano lo spiccato interesse dei Barberini per gli oggetti legati alle nuove discipline ottiche, fisiche, astronomiche e cartografiche. Di grande interesse storico è il grande dipinto, sempre all’interno della sala,  eseguito da Andrea Sacchi, Jan Miel e Filippo Gagliardi, che raffigura la Chiesa del Gesù nel 1639 in occasione del Centenario della fondazione della Compagnia di Gesù.

Palazzo Barberini è, in fin dei conti, l’immagine e il ritratto degli stessi Barberini, che la famiglia provvide a moltiplicare a dismisura, praticando un vero e proprio culto della loro immagine aspirando a trasformarla in immagine di culto. In questo si spiega lo smodato interesse, tramandato di generazione in generazione, nella volontà di creare una galleria di effigi rituali per la celebrazione di un passato glorioso. Pertanto nel disegno strategico di autorappresentazione dei Barberini, anche l’allegoria astratta e concettosa, tipica dell’immaginario poetico barocco, può diventare celebrazione della persona, in primo luogo, ovviamente, della persona del pontefice Urbano VIII; il vero artefice della fortuna della famiglia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui