14 giugno 2010

fino al 30.VI.2010 Alessandro Quaranta / Driant Zeneli Torino, Galleria Martano

 
Poetiche e strumenti si mescolano con le parole. Tracce sonore e video si sovrappongono in visioni. Viaggiando nel tempo, i found in translation Agnetti, Quaranta, Zeneli...

di

Traccia 01 è la doppia project room del nuovo ciclo di appuntamenti
che la storica Galleria Martano intende dedicare a giovani artisti italiani e
stranieri. A cura di Francesca Comisso (a.titolo), il progetto tesse le
relazioni fra materiali contemporanei e documenti d’arte della galleria.
Spaziando dalle avanguardie storiche alle correnti degli anni ‘70, i
protagonisti presentano punti di vista, sguardi altri e re-interpretazioni
dello stare ed essere nel mondo.

La parola – sussurrata, tradotta e declamata quasi come
manifesto politico – è il trait d’union
di questa prima tappa. A riportarla in mostra sono
Frammento di tavola di Dario tradotto in tutte le lingue
(1973) e il catalogo-opera Il segno
portatile: 14 proposizioni
(1972), due opere di Vincenzo Agnetti prodotte da Martano. Da sempre
interessato all’analisi linguistica, in queste opere Agnetti si esprime
soprattutto con il libro inteso come opera d’arte, poiché il testo visivo
concorre al pari del testo verbale, spesso di matrice esistenzialistica, nella
formulazione del lavoro.

Nei giovani Zeneli e Quaranta la parola si fa invece
racconto. Diventa strumento in forma di video per narrare storie e ricostruire
identità, ponendo l’attenzione sul valore estetico e affettivo.

Driant Zeneli - When I grow up I want to be an artist - 2007 - still da video - courtesy l’artista
In When I grow up I want to be an artist
, Driant Zeneli (Shkolder, 1983; vive a Torino e
Tirana) riprende il padre di spalle mentre racconta il desiderio adolescenziale
di diventare artista, dipingendo contemporaneamente il ritratto del figlio. È
una sovrapposizione di piani e modi di esprimersi differenti. Entrambi artisti,
in tempi però distanti, i due Zeneli si esprimono con i propri mezzi:
attraverso la pittura tradizionale il primo e il video il secondo. La
narrazione intreccia così storia personale e politica di un paese vittima della
dittatura. Nell’opera – semplice ma complessa nel dispiegare i vincoli
affettivi – la forza poetica del ricordo agisce ridefinendo l’identità
dell’individuo e di un intero popolo coinvolto dalle vicissitudini politiche e
sociali.

Alessandro Quaranta (Torino, 1975) solleva invece la questione della
visione, incrocio tra realtà e memoria. In Quelle montagne che mi
impediscono di vedere
,
affida il racconto a una terza persona che, fisicamente e in un altro tempo,
percorre i luoghi descritti da un’anziana signora nel viaggio verso la Francia.
La narrazione del video si concentra intorno a un breve momento della Seconda
guerra mondiale, quando la donna riceve una lettera che annuncia la malattia
della madre. È una fuga oltre le frontiere, al di là delle montagne, le stesse
dipinte da Cézanne
.
Alessandro Quaranta - Quelle montagne che mi impediscono di vedere - 2007 - still da video - courtesy l’artista
Quaranta invita inoltre a riflettere su cosa significhi
per ciascuno di noi appartenere a un contesto, su come la nostra sfera privata
interagisca in relazione a tutto ciò che ne è esterno, sul rapporto con le
radici che, non necessariamente legate alla condizione di migrante, si aprono
al senso di disorientamento. Per ritrovarsi.

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dal 27 maggio al 30 giugno 2010
Traccia 01- Alessandro Quaranta / Driant Zeneli
a cura di Francesca Comisso
Galleria Martano Contemporanea
Via Principe Amedeo, 29 (zona Accademia Albertina) – 10123 Torino
Orario: da lunedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0118177987;
info@galleriamartano.it; www.galleriamartano.it

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