12 novembre 2021

A Ravenna nasce la Fondazione Sabe per l’arte, dedicata alla scultura contemporanea

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Con la personale di Mirella Saluzzo "Fuori asse" sabato 13 novembre apre la Fondazione Sabe per l'arte e avvia una programmazione rivolta all'indagine sulla scultura contemporanea nelle sua più ampia accezione. Ne abbiamo parlato con Pasquale Fameli, Direttore artistico della Fondazione

Ingresso della Fondazione Sabe per l’arte. Alluminio trattato con tecnica mista e pigmenti. Foto: Daniele Casadio, Ravenna

Ravenna si arricchisce di un nuovo luogo per il contemporaneo: sabato 13 novembre 2021, dalle ore 11.30, aprirà al pubblico la Fondazione Sabe per l’arte, che si presenta con “Fuori asse” (fino al 19 febbraio), mostra personale di Mirella Saluzzo (1943, Alassio, Savona), a cura di Elena Di Raddo.

La Fondazione Sabe per l’arte è nata quest’anno dall’iniziativa dei coniugi Norberto Bezzi e Mirella Saluzzo (il nome della Fondazione deriva dalle prima sillabe dei loro cognomi), ha sede in via Giovanni Pascoli 31, all’interno di un edificio ottocentesco completamente rimodernato a pochi passi dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, e «intende porsi quale punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea, con una particolare attenzione alla scultura», ha spiegato la Fondazione stessa.

La Fondazione è presieduta da Norberto Bezzi e da Mirella Saluzzo, si avvale della consulenza di un comitato scientifico coordinato da Francesco Tedeschi, docente di storia dell’arte contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e composto dai professori Claudio Marra, Federica Muzzarelli e Gian Luca Tusini dell’Università di Bologna, cui si aggiunge Claudio Spadoni, ex direttore del Museo d’Arte della città di Ravenna. La direzione artistica è affidata a Pasquale Fameli, critico d’arte e studioso dell’ateneo bolognese, che nell’intervista qui sotto ci ha presentato la Fondazione.

Esterno della Fondazione Sabe per l’arte. Foto: Daniele Casadio, Ravenna

Le parole di Pasquale Fameli, Direttore artistico di Fondazione Sabe per l’arte

Come è nata Fondazione Sabe per l’arte?

«L’idea di aprire a Ravenna una fondazione dedicata all’arte contemporanea, e in particolare alla scultura, nasce dai coniugi Norberto Bezzi, imprenditore, e Mirella Saluzzo, scultrice. Mirella era alla ricerca di uno studio più capiente che le permettesse di operare con maggiore agilità. Dopo tanto cercare, Norberto e Mirella hanno rilevato un ampio edificio in centro che sembrava perfetto non solo per produrre, ma anche per esporre la scultura. Di fronte a questi spazi si è profilata quindi l’ipotesi di un luogo che potesse valorizzare questa forma d’arte su più fronti».

Quali sono i principali obiettivi di Fondazione Sabe per l’arte?

«Fondazione Sabe per l’arte nasce al fine di valorizzare la scultura contemporanea, intesa però in senso ampio, con riferimento anche alle pratiche dell’installazione e dell’intervento ambientale. A queste si aggiungere anche un forte interesse per la possibilità che la scultura stessa possa collocarsi o reinventarsi all’interno delle dimensioni immateriali della fotografia, del video e della computergrafica. Tra gli obiettivi della Fondazione c’è la volontà di contribuire a un ampliamento dell’offerta culturale di Ravenna, città nota prevalentemente per i suoi tesori antichi e medievali, che però ha anche tutte le carte in regola per accogliere e assimilare i fermenti instabili e molteplici della contemporaneità».

Mirella Saluzzo, Attrazioni, 2020. Alluminio trattato con tecnica mista e pigmenti. Foto: Daniele Casadio, Ravenna
La sede della Fondazione è vicina al nuovo MAR, che connessione si può individuare?

«La vicinanza del MAR ha giocato senz’altro un ruolo non secondario nel corroborare l’idea di aprire una fondazione per l’arte contemporanea. Si tratta a mio avviso di un posizionamento strategico che permette di identificare la zona come un’area del centro votata al contemporaneo in tutte le sue forme».

Che tipo di interventi sono stati eseguiti sull’edificio storico in cui ha sede la Fondazione?

«All’acquisizione dell’edificio da parte di Norberto Bezzi e di Mirella Saluzzo è seguito un importante lavoro di ristrutturazione che ha svelato le sue spiccate potenzialità espositive. D’altra parte, nei quindici anni precedenti, l’edificio aveva ospitato già una galleria d’arte, la Ninapì, volta a promuovere giovani artisti italiani e internazionali. Tuttavia la Fondazione non ha alcun legame diretto con la precedente galleria, se non quello di contribuire alla diffusione e alla conoscenza dell’arte contemporanea. I lavori di rimodernamento dello stabile hanno portato a una resa più essenziali degli spazi, al fine di fare risaltare le opere che di volta in volta saranno ospitate. Al tempo stesso, però, non è stata tradita l’identità originaria del luogo, di cui restano visibili il soffitto e alcune pareti interne ed esterne.

Mirella Saluzzo, Includere, 2020. Alluminio trattato con tecnica mista e pigmenti. Foto: Daniele Casadio, Ravenna
Come sarà articolata la programmazione della Fondazione nell’ottica di favorire il dibattito sulla scultura contemporanea?

«La Fondazione prevede una programmazione annuale di mostre, proiezioni, dibattiti e conferenze che coinvolgono studiosi, critici, artisti e teorici attivi sul territorio nazionale. L’intento è tuttavia quello di ampliare quanto più possibile la riflessione sulla scultura e sulle forme del presente non solo tramite il coinvolgimento di specialisti, ma anche attraverso il contributo di studiosi o intellettuali che provengono da ambiti attigui. Sono però previste occasioni di approfondimento sui protagonisti della scultura contemporanea accompagnate da proiezioni di documentari e altri materiali più o meno rari riferiti ad artisti tra i più importanti del Novecento. Si cercherà di stimolare inoltre la riflessione sulle odierne possibilità di relazione tra scultura, fotografia, video o performance, esplorando l’ampiezza che il concetto di scultura ha ormai assunto».

La Fondazione Sabe per l’arte è pensata anche come centro di documentazione, quali saranno i primi passi in questa direzione?

«La mostra inaugurale, curata da Elena Di Raddo, si focalizza sulle opere recenti di Mirella Saluzzo, proprio per dichiarare l’attenzione che sarà dedicata al suo lavoro presente e passato. La Fondazione, infatti, si occuperà anche della catalogazione delle sue opere a fini di studio e di ricerca. All’interno della Fondazione è stata inoltre predisposta un’area per la costituzione di una piccola biblioteca specializzata sulla scultura, con particolare attenzione alle artiste e agli artisti che di volta in volta verranno coinvolti nelle attività espositive della Fondazione stessa».

Mirella Saluzzo, Fuori Asse, 2016-17. Alluminio trattato con tecnica mista e pigmenti. Foto: Daniele Casadio, Ravenna

La mostra inaugurale: “Fuori asse”, la personale di Mirella Saluzzo

La mostra inaugurale presenta otto sculture recenti della co-fondatrice di Fondazione Sabe per l’arte, Mirella Saluzzo. Nel percorso espositivo, a cura di Elena Di Raddo, si possono incontrare «forme fluide modellate a partire da sottili lastre di alluminio, un materiale flessibile e luminoso che l’artista incurva con un movimento scultoreo paragonabile – scrive la curatrice nel testo critico che accompagna la mostra – a quello proprio dell’arte giapponese dell’origami: un procedimento pieno di attenzione e cura, che conferisce identità, bellezza e forma a ciò che in partenza è identico a sé stesso, celebrando al tempo stesso il rapporto intimo, tattile e sensitivo tra l’artista e la materia».

«”Fuori asse” si apre con una serie di opere su carta intitolate Open (2015-2016), in cui si osserva, attraverso sovrapposizioni e ritagli, l’apertura verso un’altra dimensione. Al centro della sala principale, svetta la scultura monumentale Exit (2018-2019), una struttura modulare circolare orizzontale collocata su una sorta di pedana all’ingresso di una soglia aperta su una gabbia metallica. Sulle pareti alcune sculture appese (Voyager, 2020; Attrazioni, 2020; Explorer, 2020) sembrano sfidare la forza di gravità innestando un gioco di incastri e di movimento illusorio. L’attenzione ai dettagli con cui Mirella Saluzzo realizza le sue opere riesce solo apparentemente a celare l’instabilità di cui sono permeate: tra equilibrio e disequilibrio, si configurano come spazi inquieti, metafore dell’esistenza e allo stesso tempo della forza di adattabilità della vita stessa, come dimostra la scultura verticale Fuori Asse (2016-2017), costruita con elementi disallineati», si legge nel comunicato stampa.

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