23 novembre 2021

Al via la 31ma edizione di Biumor, la Biennale dell’Umorismo nell’Arte, a Tolentino

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Dal 24 al 27 novembre torna Biumor, la Biennale Internazionale dell'Umorismo nell'Arte, che per la sua 31ma edizione ha scelto il tema dell'invidia. Ne abbiamo parlato con Lucrezia Ercoli, Direttrice artistica di Popsophia

Il philoshow di Popsophia © Biumor

A Tolentino, in provincia di Macerata, dal 24 al 27 novembre torna Biumor, la Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte, che per la sua 31ma edizione ha scelto il tema dell’invidia (qui potete trovare il programma completo).

«Quattro giorni di appuntamenti, dedicati all’umorismo, all’ironia, all’arte e alla riflessione sul tema dell’invidia. Biumor apre la sua 31esima edizione con una novità: un giorno in più in programma per un appuntamento pensato con le scuole della città e per gli studenti e le studentesse.
Tanti ospiti, dallo scenografo Giancarlo Muselli al comico e attore Pier  Massimo Macchini, dal fumettista Maicol&Mirco al filosofo Adriano Ercolani, lo scrittore e saggista Nicola La Porta, Alessandro Alfieri, Giulia Cavaliere, Alfonso Amendola, la scrittrice Marta Zura Puntaroni e la speaker radiofonica Noemi Serracini.
Due serate, inoltre, di grande spettacolo e show con il format di Popsophia in cui musica, live, video e lectio si incontrano nel philoshow. Il primo è una nuova produzione pensata appositamente per Tolentino e Biumor e dedicata al mito da Raffaella Carrà e “la filosofia del Tuca tuca”, il secondo è un omaggio molto particolare al linguaggio e all’arte di Franco Battiato con lo spettacolo filosofico musicale. E non possono poi mancare le mostre: in esposizione i lavori selezionati dalla giuria del premio presieduta da Marta Paraventi: le 30 opere finaliste del “Premio internazionale città di Tolentino” e quelle del “Premio alla caricatura Luigi Mari” entreranno a far parte del museo MIUMOR e saranno in esposizione nelle giornate del festival. Ad accompagnare le opere di arte umoristica anche un’altra mostra “Mito moto iconografia del modello americano” che intreccia cinema, produzione industriale e arte», hanno spiegato gli organizzatori. 

Lucrezia Ercoli, Direttrice artistica di Popsophia © Biumor

Le parole di Lucrezia Ercoli, Direttrice artistica di Popsophia

Biumor giunge alla sua 31ma edizione. Come è cambiata negli anni e come si colloca, oggi, nel panorama nazionale e internazionale?

«La Biennale dell’Umorismo è il festival più longevo delle Marche e tra i più antichi in Italia. Quest’anno festeggia 60 anni tondi. È ovviamente molto cambiato nel corso degli anni, riuscendo nella missione di farsi interprete del proprio tempo e dell’evoluzione dell’umorismo e della satira. Con Popsophia il concorso si è arricchito di un vero e proprio festival annuale, che coinvolge ospiti, artisti, critici e intellettuali attorno ad un tema che cambia ogni anno diventando un riferimento del dibattito culturale. Grazie al lavoro di promozione fatto in rete negli ultimi anni, si è molto allargata la partecipazione internaziona. Il web ci ha permesso di raggiungere in modo sempre più capillare artisti di  tutto il mondo, il concorso è una fotografia globale dell’arte umoristica che parte dalla città di Tolentino».

Giuseppe Naselli, Requiem Salieri contro Mozart © Biumor
Il tema di quest’anno è l’invidia. Da dove deriva la scelta di questo tema e su quali aspetti pone maggiore attenzione? 

«Ogni anno il festival invita a riflettere su un aspetto della società contemporanea come risposta alle sollecitazioni che arrivano dalla società e dall’attualità. Due anni fa scegliemmo il tema dell’odio per ragionare su un mutamento in atto in quel momento, nel pieno dello sviluppo del fenomeno degli haters sul web. Quest’anno con l’invidia cerchiamo di porre le domande giuste per capire dove sta andando la società post Covid tornando alle radici del più attuale dei vizi capitali. Dalle tradizioni popolari della superstizione e del malocchio, alle declinazioni irreverenti della cultura pop: siamo terrorizzati dallo “sguardo cattivo” degli altri e siamo restii a gioire delle vittorie altrui».

Asier Sanz, Raffaella Carrà © Biumor
I focus tematici di Popsophia omaggeranno Raffaella Carrà e Franco Battiato. Da quale punto di vista saranno osservate queste due figure?

«Abbiamo arricchito il programma di Biumor col format del philoshow di Popsophia. Quindi oltre agli incontri con autori, scrittori e filosofi realizziamo una nuova formula di intrattenimento culturale che utilizza musica live, videoproiezioni e performance su temi e personaggi che solitamente non costituiscono materia di incontri filosofici tradizionali. Quest’anno la nostra attenzione si è concentrata su due miti del nostro tempo, Franco Battiato e Raffaella Carrà, recentemente scomparsi. Non potevamo scegliere mondi più diversi per mettere alla prova un’indagine pop-filosofica sul successo di massa di artisti così amati e popolari. Dal “sentimento popolare che nasce da meccaniche divine” di Battiato, un artista capace di rompere il confine tra musica colta e musica leggera. All’estetica del “Tuca tuca” di Raffaella Carrà, un mito immutabile che ha segnato cinquant’anni di storia della televisione e del costume». 

Il philoshow di Popsophia © Biumor
Parte della Biennale è anche un concorso, le cui opere selezionata saranno in mostra al Museo dell’Umorismo e entreranno a far parte delle sue collezioni. Che tipo di risposta avete avuto al bando di quest’anno? Quali aspetti sono emersi dalle opere pervenute?

«Ad ogni edizione la risposta cresce e questo non può che farci piacere. Quest’anno abbiamo ricevuto ben 708 opere, da 313 autori provenienti da oltre 40 Paesi nel mondo, dall’Iran, dall’Australia, dal Sudamerica addirittura. In questo senso il concorso è davvero il più internazionale che esiste nelle Marche, un primato che ci onora e che ci infonde una grande responsabilità. Del Museo dell’Umorismo oggi, grazie all’autorevolezza della manifestazione, fanno parte delle vere opere d’arte di maestri della grafica e della caricatura. Nella caricatura è possibile ricostruire la Storia del mondo e i suoi vizi e virtù. La risposta di partecipazione ogni volta ci lascia sorpresi perché non è scontato che un artista decida di mettersi al lavoro appositamente per interpretare il tema che viene dato. Ogni opera deve infatti rispondere a due requisiti: da un lato aderire al tema indicato e dall’altro essere ironica. Ed è un’operazione tutt’altro che semplice. Ma devo dire che la creatività degli artisti è davvero sorprendente e il lavoro di selezione della giuria è stato accurato e complesso».

Quali progetti avete per il futuro di Biumor?

«Crescere. Già quest’anno abbiamo aggiunto una giornata di festival rispetto alle 3 tradizionali. C’era una gran voglia di tornare a teatro e di condividere idee e cultura in sicurezza e abbiamo voluto aumentare l’offerta di spettacoli e di mostre dopo l’edizione digitale del 2020. E poi stringere maggiori collaborazioni culturali sia sul territorio che a livello nazionale: Biumor non ha solo una storia prestigiosa alle spalle, ma grandi potenzialità di espansione, in sinergia con i nuovi linguaggi della satira contemporanea».

Simone Beato, Il vincitore amico della giuria © Biumor

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