20 maggio 2022

‘Die Sein: Para Psychics II’: Kerstin Brätsch da Giò Marconi, Milano

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A Milano Giò Marconi presenta una nuova personale di Kerstin Brätsch, dedicata ai Para-Psychics più recenti. Ne abbiamo parlato con l'artista e con il team della galleria

Kerstin BRÄTSCH,PARA PSYCHICS_Zauber der kaum spürbaren Verrückungen (part.), 2020-2021. Photo: Andrea Rossetti

A Milano Giò Marconi da oggi al 29 luglio presenta una nuova personale di Kerstin Brätsch, con una selezione di lavori della più recente serie Para-Psychics.

L’artista «intraprende la realizzazione dei Para-Psychics (2020-2021) nel corso di lunghi periodi di autoisolamento durante i quali si dedica a un rituale giornaliero, una routine diaristica consistente nel visualizzare il proprio regno psichico», ha spiegato il team della galleria, e ne nascono opere che possono essere associate a «un caleidoscopico insieme di forme lievemente sfumate che evocano il foliage, labirintici tentacoli tubolari e forme angolari rifrangenti, delineati con semplici tratti di matite colorate, mutano, si dispiegano e si fondono sulla superficie cartacea. La manifestazione dello spazio interiore e mentale è qui concepita come metafisica squisitamente barocca o decorativa piuttosto che, ad esempio, il sottoprodotto artistico dell’inconscio, dell’automatismo psichico. Mentre a questi disegni non sembra corrispondere alcuna riconoscibile geometria, struttura o possibile ritrattistica, la loro composizione può essere intesa come qualcosa di simile a “un’architettura delle radici”, come scrive Merlin Sheldrake nel suo studio sui funghi, L’ordine nascosto. A tal proposito, le composizioni di Kerstin Brätsch possono dirsi opportunamente rizomatiche poiché condividono attributi sotterranei».

Abbiamo parlato della mostra con l’artista e il team della galleria.

Kerstin BRÄTSCH, 2022, Venice Biennale. Photocredit: Andrea Rossetti

Come è nata la personale di Kerstin Brätsch “Die Sein: Para Psychics II”? 

Il team della galleria: «Kerstin Brätsch intraprende la realizzazione dei Para-Psychics (2020-2021) nel corso di lunghi periodi di autoisolamento durante i quali si dedica a un rituale giornaliero, una routine diaristica consistente nel visualizzare il proprio regno psichico. Il pluriennale interesse per la medianità collega direttamente questa serie di disegni ai suoi precedenti Psychics (2006-2008) nei quali, facendo ricorso a letture divinatorie, l’artista esplorava simultaneamente lo stesso medium pittorico, continuando a incanalarlo poi attraverso altre forme artistiche, tecniche artigianali e collaborazioni. Privi di quei legami chiromantici i Para-Psychics simbolizzano tuttavia un’altra forma di chiaroveggenza, che stavolta muove verso l’interiorità».

Kerstin BRÄTSCH, 2022, Venice Biennale. Photocredit: Andrea Rossetti

Quali sono gli aspetti più interessanti di questa mostra, in relazione alla tua ricerca?

Kerstin Brätsch: «Durante la pandemia, ho sperimentato un modo di lavorare lento e introspettivo, realizzando negli ultimi diciotto mesi cento disegni a matita e a colori di grandi dimensioni. I Para-Psychics sono come collettori di tempo, ognuno è intriso di tradizioni metafisiche diverse che vanno dalla mitologia, ai tarocchi, al simbolismo, al misticismo, all’astrologia, alla numerologia, allo spiritismo, alla magia, all’erboristeria con riferimenti al mondo dell’arte, della storia sociale, della poesia e dell’antropologia».

Kerstin BRÄTSCH, 2021, Luma, Arles. Photocredit: Andrea Rossetti
Courtesy: the artist and LUMA foundation Arles

Che tipo di rapporto hai con i lavori più personali che produci attraverso la tua pratica?

Kerstin Brätsch: «I disegni sono stati realizzati in un lungo periodo, due anni per l’esattezza, e ogni disegno funziona come una capsula del tempo. Lavorandoci è cresciuto il mio interesse per i diversi registri e aspetti del “tempo” attraversati nel corso del processo creativo. I disegni testimoniano le diverse condizioni di vita che ho vissuto e la loro energia è cambiata a seconda di dove mi trovavo. Ogni disegno è una mappa di un cosmo completo e denso, che mostra più dimensioni e linee temporali contemporaneamente senza gerarchia. Sono orizzontali non solo dal punto di vista della composizione, ma hanno anche un approccio orizzontale. Rivelano la possibilità di connessione tra coscienze, di contatto gli esseri umani con una miriade di altri soggetti. Le composizioni aggrovigliate di questi disegni si diramano come il rizoma di un fungo, dove fonti di energia visibili e invisibili si intrecciano creando un movimento costante di trascendenza, trasformazione e transizione».

Kerstin BRÄTSCH,
2019, MoMA Cafe, NYC. Courtesy l’artista

Quali saranno i prossimi appuntamenti con la galleria Giò Marconi?

Il team della galleria: «Importanti protagonisti del Novecento, giovani donne, artisti di fama internazionale, sperimentazione attraverso linguaggi e pratiche differenti – dalla pittura alla scultura, dalla performance ai video, dal design all’architettura – sono i cardini della stagione espositiva di Gió Marconi.
In concomitanza alla terza personale della pittrice tedesca Kerstin Brätsch, fino a fine luglio negli spazi della sede di via Tadino 15, è in corso un importante omaggio alla scultrice ucraina, naturalizzata americana, Louise Nevelson.
In autunno, invece, torna in galleria per la seconda volta l’artista americana di origine filippine Trisha Baga, tra le giovani film-maker e artiste più innovative e attive della sua generazione. La sua pratica include dispositivi e medium differenti, tra cui installazioni, sculture, performance e video. Accanto a lei un altro ritorno, quello dell’artista tedesco André Butzer, tra i più interessanti della sua generazione».

Kerstin BRÄTSCH,PARA PSYCHICS_Zauber der kaum spürbaren Verrückungen, 2020-2021. Photo: Andrea Rossetti

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