17 marzo 2023

Il fiore della desolazione fantastica: Vito Timmel e Vittorio Bolaffio

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Daniele D’Anza unisce le opere di Vito Timmel e Vittorio Bolaffio in una mostra che nasce dalla collaborazione tra il Comune di Monfalcone e la Fondazione Musei Civici di Venezia

Vittorio Bolaffio, Strada di Gorizia (1918-1922). Olio su tela, 35x75 cm. Collezione privata

Dalla collaborazione tra il Comune di Monfalcone e la Fondazione Musei Civici di Venezia nasce il progetto espositivo dedicato all’arte di due importanti artisti giuliani, Vito Timmel (Vienna 1886 – Trieste 1949) e Vittorio Bolaffio (Gorizia 1883 – Trieste 1931). 

Il fiore della desolazione fantastica è il titolo della mostra ospitata alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone dal 18 marzo al 25 giugno 2023, a cura di Daniele D’Anza e in cui trovano spazio le opere di due artisti ‘moderni’, diversi dai pittori della generazione precedente: se il fiore della desolazione germoglia in Bolaffio sul terreno del realismo proletario, in quell’impegno sociale che lo porta a cantare gli ozi e gli affanni dei lavoratori agresti e portuali, in Timmel assume connotati fantastici, colorandosi a volte di fughe nell’ombra in cui affiorano i dolenti fantasmi interiori. In virtù della sua formazione viennese, Timmel guarda con ammirazione al mondo ideato da Klimt, mentre Bolaffio, rinfrancato dal soggiorno parigino dove ebbe modo di rinsaldare l’amicizia con Modigliani, si accostò agli stilemi fauves diffusi da Matisse, Dufy e gli altri.

Vito Timmel, Acrobata-Divette-Clown / Varietée (1921). Tecnica mista su tela, 155×396 cm. Consorzio Culturale del Monfalconese, Ronchi dei Legionari

Gli anni Venti del Novecento furono per entrambi il periodo di maggior produzione artistica e il momento della loro consacrazione definitiva: è in questo tempo che Bolaffio prese parte con costanza ad alcune importanti esposizioni giuliane e Timmel si guadagnò prestigiose commissioni, tra cui i lavori “convenienti all’abbellimento della città”, in occasione della visita di sua Maestà il Re d’Italia. Fu lui ad organizzare la mostra collettiva della Permanente triestina del 1922, al cui interno Bolaffio espose l’importante quadrittico Fine di una giornata. La loro spiccata sensibilità si rivelò presto essere un sottile strato di ghiaccio, destinato a frammentarsi sotto il peso schiacciante dell’incomprensione altrui. Significativamente, il disturbo mentale figura quale elemento caratterizzante le biografie di entrambi i pittori, germogliando in una città, la Trieste degli anni Venti, in cui operava Edoardo Weiss – uno dei primi allievi di Sigmund Freud, in stretto contatto con lui – e dove, negli stessi anni, Italo Svevo metteva a punto il suo romanzo più celebre, La coscienza di Zeno, fortemente debitore verso le istanze nuove che giungevano da Vienna.

La mostra Il fiore della desolazione fantastica con Vito Timmel e Vittorio Bolaffio è promossa dal Comune di Monfalcone in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e con il supporto di diverse importanti realtà del territorio, quali Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse, Io sono Friuli Venezia Giulia e Go!2025.

Vittorio Bolaffio, Conversazione (1921-1926). Inchiostro di china e tempera su carta incollata su cartoncino, 115×230 mm. Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, Gorizia

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