09 gennaio 2020

Juliana Cerqueira Leite da Alma Zevi, Venezia

di

Alla galleria Alma Zevi la personale di Juliana Cerqueira Leite dopo la sua prima mostra in un museo europeo, al MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Fino al 7 marzo

Cerqueira Venezia
Juliana Cerqueira Leite, Calcify, 2019, ph Enrico Florese, courtesy l'artista e Alma Zevi

A Venezia Alma Zevi inaugura oggi, 9 gennaio, “Convergence”, la seconda personale di Juliana Cerqueira Leite (1981, Brasile, vive e lavora a Brooklyn, New York) negli spazi veneziani della galleria, che ha anche un project space a Celerina, in Svizzera, e una sede amministrativa a Londra.

«”Convergence” fa seguito a “Orogenesi”, l’importante mostra di Juliana Cerqueira Leite presso il MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, tenutasi da luglio a settembre 2019, che è stata la prima presentazione dell’artista presso un museo europeo», ha spiegato la galleria.

Le opere in mostra

La produzione delle opere di Juliana Cerqueira Leite esposte a Venezia è stata resa possibile dal Pollock-Krasner Foundation Grant, premio che l’artista ha ricevuto nella primavera del 2019.

Si tratta di «tre fondamentali sculture: Calcify, Contraction 2 e Contraction 3, tutte relizzate in gesso nel 2019 durante la residenza dell’artista a Napoli.
Questi lavori sono il culmine di una ricerca durata due anni e svoltasi tra l’Italia e gli Stati Uniti.
In essi Cerqueira Leite re-immagina il corpo umano attraverso atti di trasformazione, creando una sottile coreografia che enfatizza, tramite movimenti e gesti, la forza del corpo stesso e la reazione dei materiali su cui esso agisce. Le opere esplorano lo spazio interiore che si manifesta attraverso movimenti e gesti», ha proseguito la galleria.

Una ricerca che intreccia Pompei, NASA e danza moderna

«Per la mostra presso Alma Zevi, come nella precedente al MANN, Cerqueira Leite cerca un legame che connetta il corpo
 del passato, quello del presente e quello del futuro.
Questi diversi momenti si manifestano in tre modi: i calchi di Pompei, la tecnica coreografica di Martha Graham divenuta celebre nel ventesimo secolo, e gli studi della NASA sul corpo in assenza di gravità nello spazio.
I calchi, stampi in gesso dei corpi ricavati dagli scavi di Pompei, sono il punto di partenza di questa ricerca; la posizione contratta che si vede in queste figure è il risultato dell’esposizione del corpo umano a condizioni di estremo calore, ed è detta posizione da pugile.
Tale posa presenta un’incredibile somiglianza con una pietra miliare della danza moderna ideata da Martha Graham: la contrazione. Le sculture presentate in Convergence, in particolare Calcify (2019), creano simmetrie tra questi due riferimenti figurativi e un altro elemento, il corpo umano che fluttua nello spazio in assenza di gravità. La posa assunta in ambiente antigravitazionale infatti è quasi identica a quella dei calchi e alla contrazione di Martha Graham.
In mostra sembrano pertanto fondersi assieme lo stampo di corpi in posizione da pugile e gli strati geologici, come nelle sculture della serie Contractions, dove si notano le tracce di arti, ora assenti, che hanno dato forma agli spazi vuoti e alle cavità delle opere, come porose forme nel gesso che suggeriscono il passaggio delle onde del tempo», si legge nel comunicato stampa.

Juliana Cerqueira Leite
“Convergence”
Dal 10 gennaio al 7 marzo 2020
Alma Zevi
Salizzada San Samuele
San Marco 3357, Venezia
Opening: 9 gennaio 2020 (su invito)
www.almazevi.com

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