10 giugno 2022

Nasce il MARec Museo dell’Arte Recuperata, a San Severino Marche

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Inaugura domani, 11 giugno, il Museo dell’Arte Recuperata, il MARec, all’interno del palazzo arcivescovile di San Severino Marche, in provincia di Marcerata, che espone opere salvate dalle chiese dopo il sisma del 2016

© MARec

Domani, 11 giugno, alle 16.30 a San Severino Marche, in provincia di Macerata, al Teatro Fernoia, alla presenza delle istituzioni sarà inaugurato il MARec Museo dell’Arte Recuperata, con l’esposizione delle opere salvate dalle chiese dopo il sisma del 2016  all’interno del palazzo arcivescovile della città.

«Ricchissimo è il patrimonio esposto, di cui fanno parte autentici gioielli, come la Madonna del Monte di Lorenzo d’Alessandro o la statua lignea della Madonna di Macereto. Tra le tante e tante opere, di ogni epoca e di qualità disparata, che hanno trovato ricovero provvisorio in questo antico palazzo, la scelta è stata infatti dettata dalla volontà di comporre un quadro il più possibile rappresentativo della splendida arte sacra prodotta da queste terre e per queste terre tra il Duecento e il Settecento, riportando finalmente davanti agli occhi del visitatore almeno un po’ di quel meraviglioso patrimonio di cui le chiese dell’arcidiocesi vanno fiere e che un giorno dovranno tornare ad accogliere», si legge nel comunicato stampa.

Sala 10, Sefro © MARec

«Dopo la distruzione provocata dal terremoto del 2016 nell’Italia centrale, – ha dichiarato  l’Arcivescovo Mons. Francesco Massara – la rinascita passa anche dal recupero delle opere d’arte. A donare nuova speranza a questo territorio duramente provato dal sisma, è proprio il museo della rinascita del quale accanto ai capolavori esposti entrerà in funzione un laboratorio di restauro dove la creatività artistica potrà unirsi al desiderio di costruire con il proprio talento un futuro finalmente luminoso».

«Il museo – ha spiegato Direttrice Barbara Mastrocola – diventa così un ambiente dove i valori resistono, e per la comunità un luogo d’incontro, quella piazza che molti nostri paesi non hanno più: una moderna agorà dove percepire, in uno spazio condiviso, ma in modo autonomo, la vibrazione dei colori, l’ampiezza delle pennellate, il contorno di una figura, la forma e il peso delle opere».

Di tutto questo abbiamo parlato con Barbara Mastrocola, Direttrice del MARec, nell’intervista qui sotto.

Sala 13, Farnano e Acquacanina © MARec

Come è nato il MARec e qual è la sua mission?

«Nasce a San Severino Marche il Museo dell’Arte Recuperata (MARec), il nuovo museo diocesano dell’Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche che raccoglie in un’unica esposizione le opere salvate dalle chiese dopo il sisma del 2016.
Un museo realizzato nel palazzo vescovile di San Severino Marche che fin dal terremoto ha accolto circa 2500 beni culturali mobili delle chiese inagibili dell’Arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche. Grazie a un finanziamento della Commissione Europea, inserito nel POR- FESR 2014- 2020, asse 8, le opere d’arte hanno ritrovato un nuovo allestimento. Una nuova casa temporanea in attesa di tornare nei luoghi per cui furono realizzate.
Essenziale è stato ricostruire il contesto in cui esse sono nate, perché ciò che resta non sono solo i tetti, ma anche affetti, vita vissuta, sogni. Sostanziale è stata, quindi, la scelta di esporre le opere non in ordine cronologico o tipologico, ma per luogo d’origine, perché prima di tutto gli oggetti d’arte sono parte di un paesaggio collettivamente vissuto, prima di essere oggetto di competenze erudite, e vivono solo se attorno c’è una comunità attiva».

Sala 9, Fiordimonte e Pieve di Bovigliana © MARec

Come è composta la sua collezione? È previsto un ampliamento nel tempo e, nell’eventualità, con quali criteri?

«Le opere esposte sono rappresentative della splendida arte sacra prodotta da queste terre e per queste terre tra il Duecento e il Settecento. La collezione, suddivisa in 13 sale, ognuna delle quali prende il nome del luogo di provenienza delle opere, è composta da settanta pezzi in parte restaurati e altri in attesa di esserlo, per cui alcuni di quest’ultimi sono esposti ancora con le velinature apportate nel momento del trasferimento dalle chiese.
Essendo un museo con opere recuperate dalle chiese danneggiate dal sisma più che di ampliamento si può parlare di rotazione delle opere. Una volta che i i siti originali saranno restaurati e le opere torneranno nei loro luoghi d’origine verranno collocate altre tra le 2500 che abbiamo nel deposito al secondo piano».

Sala 8, San Ginesio e Cessapalombo © MARec

Potete farci un paio di esempi di opere che saranno esposte? 

«Tra i pezzi che caratterizzano l’esposizione sicuramente risaltano le statue lignee rinascimentali di altezza intorno al naturale lavorate in un unico tronco di pioppo o salice o noce salvo il ginocchio o il braccio sporgente che vengono inseriti a parte.
Sculture in legno non molto considerate per una certa durezza di lineamenti, certe gote violentemente arrossate più che sfumate, una cura generale semplicistica, ma a San Severino Marche c’è da ricredersi per certe finezze naturalistiche del corpo umano. Non solo i muscoli della bocca, le masse muscolari, le pieghe dell’adipe, ma le eccezionali reti di vene sulle gambe, le braccia, il torace di Cristo Crocifisso e dei San Sebastiano. Tra i più pregevoli il San Sebastiano del 1490 proveniente da una frazione di Caldarola, Valcimarra».

Quali saranno i prossimi progetti del MARec?

«Il prossimo progetto non riguarda tanto l’esposizione ma la stampa del catalogo che dovrebbe uscire a novembre».

 

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