08 ottobre 2020

Un ritratto di Carla Accardi

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Al Museo del Novecento di Milano la prima mostra monografica dedicata da un’istituzione pubblica all'artista trapanese, a sei anni dalla scomparsa. Intervista a Francesco Impellizzeri, coordinatore della mostra per l'Archivio Accardi Sanfilippo 

Carla Accardi e Francesco Impellizzeri nello studio di Accardi (part.), Roma, 1994 (foto Luca Borrelli)

Al Museo del Novecento di Milano, da domani, 9 ottobre, “Carla Accardi. Contesti”, la prima mostra monografica dedicata da un’istituzione pubblica a Carla Accardi (1924, Trapani – 2014, Roma), a sei anni dalla sua scomparsa. Il progetto espositivo, a cura di Maria Grazia Messina e Anna Maria Montaldo con Giorgia Gastaldon, attraverso una settantina di opere, fotografie e documenti dell’Archivio Accardi Sanfilippo, «presenta il percorso dell’artista trapanese in tutte le sue sfaccettature, proponendone una lettura nuova, che si differenzia da quella tematica delle più recenti monografiche, centrate principalmente sul suo repertorio di pittura segnico-cromatica», ha spiegato il museo.

L’artista Francesco Impellizzeri, coordinatore per lArchivio Accardi Sanfilippo della mostra, collaboratore e amico di Carla Accardi, ci ha raccontato la grande artista.

La mostra, prodotta da Comune di Milano|Cultura, Museo del Novecento ed Electa, e aperta al pubblico fino al 27 giugno 2021, fa parte del palinsesto I talenti delle donne, promosso e coordinato dall’Assessorato alla Cultura, che fino ad aprile 2021 proporrà iniziative multidisciplinari – dalle arti visive alle varie forme di spettacolo dal vivo, dalle lettere ai media, dalla moda alle scienze – dedicate alle donne protagoniste nelle arti e nel pensiero creativo.

Francesco Impellizzeri con una sua opera del 1989 alla Collezione Farnesina, Ministero Affari Esteri, Roma

L’intervista a Francesco Impellizzeri

Ci potresti raccontare questa mostra al Museo del  Novecento di Milano, a grandi linee?

«Si tratta della prima grande esposizione museale dopo la scomparsa di Carla Accardi e sarà curata da Maria Grazia Messina, Anna Maria Montaldo e Giorgia Gastaldon. Con “Carla Accardi. Contesti” verrà mostrato il percorso dell’artista, attraverso una settantina di opere, dagli esordi con il gruppo Forma, proseguendo con alcuni lavori emblematici della sua ricerca e altri, inediti, provenienti da collezioni private.
La retrospettiva sarà arricchita dai video Artisti allo specchio di Roberto Carbone e Andando controvento di Francesca Ravello e da alcune vetrine contenenti documenti storici e fotografie. Una grande foto del 1950 che ritrae Carla Accardi sarà inserita nella grande vetrata degli spazi espositivi che si affacciano sulla piazza del Palazzo Reale. La mostra sarà accompagnata da un ricco catalogo pubblicato dalla casa editrice Electa, con immagini, documenti e saggi di Francesco Tedeschi e Laura Iamurri oltre a quelli delle curatici». 

Opere di Carla Accardi degli anni Sessanta
Mi potresti parlare del tuo ruolo nel lavoro di Carla Accardi, il vostro rapporto…

«Ho conosciuto Carla Accardi nel 1983 e per un po’ di anni ci siamo frequentati in occasione di sue o mie esposizioni. La mia collaborazione è iniziata nel 1987, quando mi ha chiesto di mettere ordine nel suo archivio per poi passare anche alla progettazione di opere e lavorare all’organizzazione delle sue esposizioni. In quel periodo Carla si trovava in una fase di grande rinascita e, dopo la Biennale di Venezia del 1988, la sua attività espositiva si è ancora più intensificata. La grande intesa che c’era tra noi la attribuivamo giocosamente alla nostra comune città natale: i colori e le sue architetture sono stati basilari per la nostra formazione. Questo feeling ci ha permesso di continuare a scambiarci pareri, viaggiare insieme per allestire mostre e anche scherzare in modo elegante per quasi trent’anni, nonostante il mio decennale rapporto espositivo con la Spagna. Questa lunga esperienza mi ha permesso di entrare a far parte del comitato scientifico dell’Archivio Accardi Sanfilippo».

Francesco Impellizzeri, “Sagome alla ribalta”, Museo Cordici, Erice, 2019
Ricordo che fino al 15 gennaio scorso alla galleria Santo Ficara di Firenze si è tenuta una mostra di opere tue e di Carla Accardi (un dialogo tra voi due, artisti legati per anni, l’esposizione spaziava dalla pittura alla performance).

«Avevamo già realizzato nel 2004, nella galleria AAM di Roma, una mostra-dialogo con Carla Accardi attraverso i miei “Pensierini” sul suo lavoro. “Prismatica” a Firenze è stato un modo per mostrare questo sodalizio attraverso la performance Ping, Pong in cui racconto la nostra amicizia/lavoro leggendo un testo accompagnato dalla proiezione di 50 immagini che illustrano questo sodalizio trentennale. Le opere in galleria partivano dall’anno in cui è iniziato il nostro rapporto lavorativo fino alla scomparsa di Carla: dipinti su carta, tele, disegni, ceramiche e foto. Un tripudio di colori fuoriusciti dalle sfaccettature del prisma composto dall’amicizia tra noi due, il gallerista, e anche con Marco Meneguzzo e Federico Sardella che l’hanno gioiosamente sottolineato nei testi del catalogo pubblicato da Carlo Cambi Editore».

Francesco Impellizzeri, “Un bel ricordo è già ritorno”, Museo San Rocco, Trapani, 2019
All’inizio dell’anno una tua opera è stata esposta all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi (Collezione della Farnesina). Ci puoi raccontare com’è nata la tua partecipazione alla Collezione del Ministero per gli Affari Esteri?

«Nel 2008 sono stato invitato da Lorenzo Canova a inserire alcune mie opere nella collezione Farnesina, che l’ambasciatore Umberto Vattani ha strutturato circa 20 anni fa con la curatela scientifica di Maurizio Calvesi e Paolo Portoghesi. Con mia somma sorpresa se n’è aggiunta una del 1989, proveniente dalla collezione di una fondazione italiana. Sempre Vattani ha deciso di far viaggiare le opere nei musei e istituti di cultura per diffondere la contemporaneità artistica del nostro Paese. L’opera esposta a Parigi ha partecipato, lo scorso anno, all’esposizione itinerante, negli spazi del Museu Nacional dos Coches di Lisbona dove, invitato da Luisa Violo, direttrice dell’Istituto italiano di cultura, ho concertato un’originale performance e proiezione di alcuni video delle mie performance».

Francesco Impellizzeri, “Un bel ricordo è già ritorno”, Museo San Rocco, Trapani, 2019
Quest’estate è stato presentato il catalogo delle tue mostre siciliane dello scorso anno. Ci puoi parlare delle tue ricerche esposte a Trapani, Erice e Gibellina?

«La mostra “Un bel ricordo è già ritorno”, con “Souvenir” al Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina e “Sagome alla Ribalta” al Museo Cordici di Erice, fa parte degli eventi espositivi che lo scorso anno hanno visto il mio ritorno nei luoghi d’origine dopo trent’anni di assenza. Nel Museo San Rocco di Trapani è stato possibile mettere a confronto vari periodi del mio eterogeneo lavoro per evidenziare inaspettati rimandi: dai disegni delle scuole elementari ai “Pensierini”, dalle tele e cartoncini dedicati alla musica ai dischi serigrafati, dai testi cantati nelle performance a quelli dipinti sui lavori recenti, anche attraverso proiezioni luminose. Tutte le opere esposte in Sicilia nascono dalla bellezza di quei luoghi che, com’è stato anche per Carla Accardi, hanno arricchito la tavolozza di brillanti sfumature; le opere sono permeate dalle culture che hanno fatto la storia dell’isola. Quest’estate è stato presentato nei rispettivi musei il catalogo Souvenir, sagome e ricordi, che raccoglie immagini e testi dei tre eventi».

Carla Accardi e Francesco Impellizzeri, On paper, galleria AAM, Roma, 2005
Sarai anche presente con la tua personale collezione d’arte alla Galleria Comunale d’Arte di Roma (via Crispi), evento che fa parte di una serie di esposizioni. Di che si tratta? E quali altri progetti hai in cantiere?

«Il progetto “Le altre opere – Artisti che collezionano artisti nasce da un’idea di due artiste: Daniela Perego e Lucilla Catania. 86 artisti romani sono stati invitati a esporre una loro opera e la loro personale collezione d’arte negli spazi di 5 musei di Roma (Museo Carlo Bilotti, Museo Pietro Canonica, Museo di Roma in Trastevere, Museo Napoleonico, Galleria Comunale d’Arte). Il primo gruppo delle collezioni è stato inaugurato al Museo Bilotti il 27 febbraio 2020  e, man mano, è stata la volta degli altri; si concluderà il 31 gennaio 2021.
La mia collezione sarà presentata nella Galleria Comunale d’Arte dal 4 dicembre 2020 al 24 gennaio 2021, ma anche nelle altre sedi sono state esposte alcune mie opere facenti parte della collezione di altri artisti invitati.
È un evento originale che solo la bravura e la forza delle due autrici poteva sostenere: due figure dell’arte contemporanea che stimo, come quelle che mostrerò nella mia collezione, che sarà soltanto al femminile. Credo sia bene sottolineare, infatti, che l’arte non dovrebbe essere suddivisa per sesso o per età: tutti i pregiudizi dovrebbero essere abbattuti.
Nel mese di novembre 2020 presenterò la performance DonAZIONE realizzata appositamente per il Museo Antonio Pasqualino in occasione del Festival di Morgana a Palermo».

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