02 settembre 2003

Amedeo Modigliani Jeanne Hebuterne con la collana

 
Jeanne, ritratta a mezzo busto, ha il viso ovale e inclinato da un lato, gli occhi a mandorla, azzurri e vuoti, la bocca sottile. Il collo è allungato, il naso è segnato da un tratto deciso, l’espressione malinconica e pensosa…

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E’ uno dei primi ritratti che Amedeo Modigliani esegue di Jeanne Hebuterne, sua ultima compagna, dipinto nel 1917.
L’artista, dopo un decennio di ricerche che lo hanno avvicinato ai principali movimenti della avanguardia parigina, segue senza più incertezze un percorso artistico del tutto personale. E’ giunto alla elaborazione di uno stile caratterizzato da una linea di contorno morbida e flessuosa (rinnegando le spigolosità e le geometrie del cubismo), dalla semplificazione delle forme, da volti che si sviluppano in lunghezza e occhi privi di pupille, né aperti né chiusi. I colori tenui si contrappongono alle tinte squillanti dei fauves e alle tonalità cupe dei movimenti berlinesi.
Jeanne, ritratta a mezzo busto, ha il viso ovale e inclinato da un lato, gli occhi a mandorla, azzurri e vuoti, la bocca sottile. Il collo è allungato, il naso è segnato da un tratto deciso, l’espressione malinconica e pensosa. Modigliani si concentra sull’immagine della donna, lo sfondo è indefinito, steso con un colore denso e ricco di impasto; la figura sembra essere collocata fuori dal tempo, anche gli occhi azzurri e distanti, contribuiscono ad allontanarla da uno spazio reale e temporale preciso. L’incarnato è luminoso e vibrante, reso con pennellate brevi. 30897(1)
Il ritratto affascina per la sua eleganza e la composta armonia, risultato di un sapiente gioco di linee e di un’attenta simmetria delle proporzioni. Al viso della donna inclinato da un lato, corrisponde la linea sottile del collo che si incurva dalla parte opposta, gli occhi lievemente asimmetrici sono ‘bilanciati’ dalla diversa angolazione delle sopracciglia. La pettinatura è quasi un’aureola rotonda e scura sulla testa di Jeanne, un elemento curvo che allenta la tensione verticale del volto e del collo. L’azzurro quasi vitreo della collana richiama il colore limpido degli occhi della donna, dai quali sembra provenire la luce che le illumina il viso.
Riproducendo solo i tratti essenziali del volto, Modigliani sembra voler cogliere l’essenza dell’anima del personaggio ritratto, la sua psicologia, più che cercare la somiglianza fisica. La volontà di rappresentare l’interiorità della persona, più che il suo aspetto esteriore, spiegherebbe, secondo alcuni critici, anche gli occhi dei ritratti di Modigliani, mai aperti né chiusi, spesso privi di pupille. Gli occhi che non guardano verso l’esterno, diventano “specchio dell’anima”, come teorizzato dai simbolisti (con i quali Modigliani, che amava molto la poesia di Baudelaire, era entrato in contatto a Parigi), rivolti verso l’interno e per questo capaci di riflettere sentimenti e stati d’animo.
Nelle linee flessuose e morbide di Modigliani si è voluto vedere un’influenza degli studi che l’artista aveva eseguito in gioventù: dalle forme eleganti di Simone Martini, alla linea nervosa di Botticelli, fino ai complicati giochi lineari del manierismo.

biografia. Modigliani nasce a Livorno, da una famiglia di origine ebraica nel 1884. Gli anni della infanzia e della gioventù sono segnati da gravi malattie. La “leggenda” vuole che Modigliani si scopra artista proprio durante uno dei periodi di convalescenza. Frequenta a Livorno e a Venezia l’accademia libera di nudo, dedicandosi anche allo studio della storia dell’arte italiana, in particolare la pittura senese del trecento.
Nel 1906 si trasferisce a Parigi, capitale della pittura di avanguardia europea. Si avvicina al cubismo, al pointillismo, alla pittura strutturata di Cezanne. Nel 1909 si appassiona alla scultura, creando idoli di pietra che si ispirano alle opere di Brancusi e dell’arte primitiva. Nel 1914 abbandona (forse per ragioni di salute) la scultura e si dedica completamente alla pittura, concentrandosi sulla rappresentazione della figura umana. Muore di tisi a Parigi nel 1920. La sua morte prematura e il tragico suicidio della sua compagna alimentano la leggenda di “Modì”, artista bohemien consumato dall’alcool, dall’hascisc e da amori e passioni vissuti troppo intensamente.

bibliografia essenziale
A. Ceroni, I dipinti di Modiglioni, Rizzoli, Milano 1970
J. Modigliani, Modigliani senza leggenda, Vallecchi, Firenze 1958
G. Cortenova, Modiglioni, Giunti, Firenze 1988
Amedeo Modigliani -L’angelo dal volto severo (catalogo della mostra ), Skira, Milano 2003

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Amedeo Modigliani
Jeanne Hebuterne con la collana, 1917
olio su tavola, cm 55,5×38,5
collezione privata

antonella bicci

progetto editoriale a cura di daniela bruni

[exibart]

4 Commenti

  1. Del grande pittore Modigliani sono molto belle anche le opere: TESTA ( 1911-12)- arenaria ) Parigi-Musèe Natinal d’Art Moderne.
    UOMO SEDUTO A UN TAVOLO (1918- olio su tela) Ginevra . Coll. privata
    ZINGARA CON BAMBINO ( 1918- olio su tela ) Washington- Natinal Gallery of Art.
    I suoi colori sono morbidi, modulati fra il rosa, l’azzurro e il rosso mattone; la sua linea elegante, preziosa, delicata, sovente assottiglia ed allunga le forme fin quasi all’inverosimile.
    Amo molto questo pittore per la sua sensibilità e la sua arte, che consuma la sua breve vita tra l’arte, l’alcool e la droga.

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