21 marzo 2023

Addio a Citto Maselli: morto il grande regista, intellettuale schierato

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Citto Maselli è morto oggi a Roma, all'età di 92 anni: amico di Michelangelo Antonioni, portò sullo schermo Gli Indifferenti di Moravia e lavorò con Gian Maria Volontè. Una vita tra film, antifascismo e politica

Citto Maselli

Regista di film entrati nella storia della cinematografia italiana, come “Lettera aperta a un giornale della sera” e “Storia d’amore”, intellettuale politicamente impegnati, scrittore e saggista, Citto Maselli è morto oggi a Roma, a 92 anni. A diffondere la notizia, Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea: «Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito». Tra le sue passioni, la fotografia: i suoi ritratti su Polaroid sono stati espositi in gallerie e musei come il Palais de Tokio di Parigi

Francesco Maselli nacque a Roma, nel 1930. Ad attribuirgli il soprannome di Citto fu l’illustre padrino di battesimo, Luigi Pirandello, amico di famiglia: Stefano Pirandello, figlio del celebre scrittore siciliano e futuro premio Nobel, aveva sposato una zia di Francesco. Giovanissimo, durante l’occupazione nazista di Roma, organizzò gli studenti delle medie nell’Unione Studenti Italiani. Dopo la liberazione di Roma, il 5 giugno 1944, si iscrisse al Partito Comunista Italiano. L’anno successivo girò il suo primo cortometraggio in otto millimetri e nel 1947 fu ammesso al Centro sperimentale di cinematografia, dove ottenne il diploma nel 1949.

Iniziò la carriera come assistente alla regia e aiuto regista per Luigi Chiarini e nel 1948 diventò assistente di Michelangelo Antonioni, stringendo con il grande regista un rapporto speciale di stima reciproca.  Tra la fine degli anni 40 e i primi ’50 girò numerosi cortometraggi, tra i quali “Bagnaia paese italiano”, “Bambini”, con il commento di Giorgio Bassani che viene proiettato al Festival di Cannes 1952, “Ombrellai”, “Zona pericolosa”.

Nel 1953 diresse l’episodio “Storia di Caterina” per il film “Amore in città”, a segnare un altro sodalizio culturale e politico, con Cesare Zavattini. A metà anni ’50 iniziò a collaborare con Luchino Visconti, che lo supportò per il suo primo film “Gli sbandati”, premiato anche al Festival del Cinema di Venezia. Nel 1964 portò sullo schermo “Gli indifferenti”, con Claudia Cardinale, Rod Steiger, Tomas Milian, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia.

Una storia semiautobiografica per “Lettera aperta a un giornale della sera”, in cui si racconta di un gruppo di intellettuali di sinistra che, annoiati dalla routine quotidiana, decidono di fondare una brigata internazionale di combattenti per la guerra del Vietnam. Con Gian Maria Volontà girò “Il sospetto”, prima di dedicarsi a film incentrati su ritratti femminili, come “Storia d’amore”, Premio speciale della giuria e Coppa Volpi alla protagonista femminile Valeria Golino alla 43ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 1996 presentò fuori concorso alla 53ma Mostra del Cinema di Venezia, “Cronache del terzo millennio”, sulla resistenza di un gruppo di condomini allo sfratto da un enorme caseggiato. Nei primi anni 2000 il ritorno al grande schermo, con “Civico zero” e “Le ombre rosse”.

Fondatore e presidente della FERA – Federation Européenne des Realisateurs de l’Audiovisuel e presidente dell’AIDAA – International Association of Audiovisual Writers and Directors, nel 2001 diede vita alla Fondazione Cinema nel presente, che riuniva circa 30 autori rappresentativi di tutte le generazioni del cinema italiano, come Ettore Scola, Wilma Labate, Gillo Pontecorvo, Guido Chiesa, Mario Monicelli, Pasquale Scimeca, Franco Giraldi, Francesca Comencini. Nel 2006 gli fu conferita l’onorificenza di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana da Giorgio Napolitano.

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