-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Addio a Stefano Benni: la sua scrittura surreale ha incantato generazioni di lettori
Personaggi
di redazione
Nonostante si fosse da tempo ritirato a vita privata a causa di una grave malattia, la notizia ha lasciato tutti sgomenti. Stefano Benni, scrittore, umorista, sceneggiatore e poeta, è morto a Bologna il 9 settembre all’età di 78 anni. Nato il 12 agosto del 1947, sempre a Bologna, si è distinto nel corso della sua carriera per il suo stile ironico e allo stesso profondo, leggero eppure spietatamente lucido, dando voce a storie e personaggi sognanti e trasognati che non tralasciano mai riferimenti satirici alle complessità del tempo presente. Stefano Benni, intellettuale prolifico e poliedrico, ha esordito come autore televisivo: fu infatti “battutista” del primo Beppe Grillo, prima di passare al cinema sceneggiando il film Topo Galileo di Francesco Laudadio, interpretato sempre da Beppe Grillo e musicato da Fabrizio De André e Mauro Pagani. Nel 1989 con Umberto Angelucci diresse il film Musica per vecchi animali, tratto dal suo romanzo Comici spaventati guerrieri e interpretato da Dario Fo, Paolo Rossi e Viola Simoncioni. Ha poi collaborato con L’Espresso, Linus, Repubblica e il Manifesto, pubblicando elzeviri e commenti sull’attualità.

La carriera di romanziere prende il volo con Bar Sport, edito da Mondadori nel 1976. Considerato un classico della narrativa umoristica italiana, racconta con toni surreali la quotidianità del bar italiano di provincia e le rocambolesche dinamiche sociali che avvengono al suo interno. Si consacra in questo romanzo la vena ironica di Benni che non lo abbandonerà mai, portandolo a diventare uno scrittore amatissimo e tradotto in tutto il mondo, in oltre 30 lingue. Tante, in seguito, le opere divenute dei classici: Il Bar sotto il mare, Elianto, Terra!, Stranalandia, La compagnia dei celestini, Baol, Saltatempo, Margherita Dolcevita, Spiriti, La grammatica di Dio e Pane e tempesta. Che siano ambientate sotto il mare, nello spazio o in un tempo prossimo al collasso, le sue opere sono la porta di accesso a mondi popolati da personaggi “fantastici” e paradossali, pagine ricche di visioni, invenzioni, giochi di parole e contraddizioni. La fantasia che si fa strumento per rendere più sopportabile la realtà e magari riderci su, senza mai davvero estraniarsene.
A commentare la sua scomparsa anche il Ministro della Cultura: «Con la scomparsa di Stefano Benni la cultura italiana perde uno degli autori più originali. Scrittore, umorista, giornalista e drammaturgo, ha saputo raccontare il nostro tempo con uno stile inconfondibile e capace di unire satira e poesia. Figura poliedrica e anticonformista, ha lasciato un segno nella letteratura e nello spettacolo», ha dichiarato Alessandro Giuli.
La notizia è giunta direttamente da Niclas Benni, figlio dello scrittore, con un messaggio social postato sulla fanpage del padre: «È con grande dispiacere che devo dare notizia della scomparsa di mio padre. Era affetto da tempo da una grave malattia che lo aveva tenuto lontano dalla vita pubblica. Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti. Come alcuni di voi sapranno, Stefano era molto affezionato al reading come forma artistica, lettura ad alta voce, spesso accompagnato da musicisti», ha affermato, esortando poi una chiamata collettiva. «Se volete ricordarlo, vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore a chi vi sta vicino, ad amici, figli, amanti e parenti. Sono sicuro che, da lassù, vedere un esercito di lettori condividere il loro amore per ciò che ha creato gli strapperebbe sicuramente una gran risata».












