05 giugno 2003

Addio Maestro

 
Si è spento a Roma lo scorso 27 Maggio il più importante compositore italiano. Luciano Berio. Oltre ad aver scritto tra le pagine più significative della ricerca musicale internazionale del secondo ‘900, Luiciano Berio è divenuto punto di riferimento imprenscidibile, non solo per la musica contemporanea “colta” ma anche vero e proprio nume tutelare delle ultime generazioni di sperimentatori musicali. Gli dedichiamo l’ultimo saluto…

di

Nasce a Oneglia nel 1925, si dedica alla musica sin dai primi anni della sua vita studiando con il padre e successivamente si iscrive al conservatorio Verdi di Milano, conoscendo un’altra futura icona della musica d’avanguardia italiana, Bruno Maderna, con il quale fonderà nel 1954 lo Studio di Fonologia Musicale, presso la Rai di Milano.
L’incontro con Luigi Dalla piccola con il quale perfeziona i suoi studi si rivela fondamentale per il suo rinnovato approccio alla musica seriale. Da allora coltiverà numerosissimi impegni negli ambiti più o meno accademici di tutto il mondo; sarà infatti insegnante a Darmstad, alla Summer School di Dartington, al Mills College in California, alla Harvard University e alla Juilliard School di New York dal 1965 al 1972. Importantissima sarà poi la carica di direttore del dipartimento di musica Luciano Berio elettroacustica al più importante centro musicale d’avanguardia europeo, il parigino IRCAM, che lo vedrà impegnato dal 1973 al 1980. Il suo primo rientro in Italia è decisamente produttivo, è del 1987 infatti la fondazione del Centro Tempo Reale di Firenze. Ritorna ad insegnare all’università di Harvard nel 1992 ed infine si stabilisce definitivamente in Italia, dove nel 2000 riceve la carica di Presidente e Sovrintendente all’Accademia di Santa Cecilia di Roma.
Le sua ricerche musicali sono sempre state tra le più innovative e originali nel panorama musicale mondiale post-bellico, sperimentando sin dai primi anni con il materiale elettronico, non disdegnando però di rivitalizzare le forme musicali più note eseguite con strumenti tradizionali, assieme ai compositori Maderna e Luciano BerioLuigi Nono. Con quest’ultimo avrà un scontro ideologico sul ruolo della musica nella società, ritenendo infatti assolutamente estraneo qualsiasi concetto di “crisi” legato al mondo musicale.
La sua grandezza sta nell’aver saputo integrare strumenti elettronici e acustici per creare un unico flusso sonoro, lontano dai vecchi esperimenti che si limitavano semplicemente a riproporre forme classiche con strumenti elettronici, e nell’aver esteso le forme sperimentali derivate dalla musica elettronica anche in composizioni per strumenti tradizionali (notevole in questo senso l’Eindrücke per violino e voci e le Folk songs per soprano ed orchestra).
La sua figura è stata ricordata da tutti i più importanti giornali internazionali, segno di come la sua opera fosse conosciuta, studiata ed apprezzata in tutto il pianeta.

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