23 settembre 2008

COMUNICHIAMO CON KURA

 
Una lunga esperienza nella pubblicità e poi l’arte, che da passione personale diventa professione. Con opportunità stimolanti per arricchire quotidianamente le proprie conoscenze culturali. Nella nostra indagine sulle agenzie di comunicazione dedicate all’arte, parliamo con Rosi Fontana, titolare dello studio Ku.ra...

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Poiché da piccola non stavo mai zitta, mio padre Francesco, a cui sarò sempre grata per tutto ciò che mi ha insegnato, prefigurava per me una carriera da avvocato. Fare la comunicatrice è stata evidentemente l’alternativa all’arringa in tribunale”. Esordisce così Rosi Fontana, titolare di uno dei più importanti uffici stampa che si occupano di arte, e ci racconta della prima volta per l’Internazionale di Antiquariato di Torino, in cui aveva sperimentato “le regole della comunicazione a un evento d’arte”.

Raccontaci come è nata la tua azienda che si occupa di comunicazione…
Lavoro da oltre venticinque anni in questo settore e ho iniziato nella pubblicità. Ho lavorato per clienti e agenzie di pubblicità importanti all’inizio della mia carriera: Ford, Fiat, L’Oréal, Gruppo Miroglio, Leo Burnett, Ogilvy & Mather. Quindici anni fa la svolta: la mia agenzia.

Sei passata così all’informazione culturale…
L’arte e la cultura mi sono state servite da mio padre direttamente nella culla, sono cresciuta a pane e Dante, a latte e Giuseppe Verdi. La mia natura professionale mi aveva portato a occuparmi di marketing e finanza. Ma fra l’essere responsabile marketing e comunicazione di una grande azienda torinese e le mostre d’arte scelsi l’arte!
Piero Guccione - L’ombra e l’ibisco su fondo grigio - 1994 - pastello su carta - cm 50x65
Perché hai scelto un nome particolare per la tua società?

L’ho chiamata Ku.ra, dal nome di una divinità femminile del protosiriano. Ho sempre avuto una grande passione per le antiche civiltà e poi l’assonanza è perfetta con il modo di lavorare!

I tuoi clienti?
Sono enti pubblici, amministrazioni, musei e privati con un ruolo importante nella produzione di eventi culturali sia in Italia sia all’estero. Poi lavoro da diversi anni con lo Stato Vaticano, un cliente di grande prestigio internazionale. Uno stimolo in più che rende possibile, lo dico a titolo personale, il connubio fra due percorsi del mio quotidiano: l’arte e la fede…

In base a quali criteri decidi di sviluppare un progetto?
Un criterio soltanto: la credibilità e la validità dell’evento di cui i miei colleghi e io dobbiamo occuparci.

In quale modo lavorate?
Con un approccio decisamente tecnico e razionale: pianificazione e controllo quotidiano. Ho lavorato molti anni in agenzie americane che mi hanno insegnato come nulla debba essere lasciato al caso. Ma a questo approccio decisamente pragmatico aggiungiamo un elemento altresì importante: la creatività. Creatività che deve trovare applicazione nello svolgimento del lavoro e che lo deve rendere ogni volta del tutto nuovo. E poi un pizzico d’azzardo sulle cose più importanti non ci sta male. Insomma, a ogni partita giochiamo tutte le nostre carte!
Stefano Cagol - War_Raw - 2008
E i risultati?

L’agenzia da un punto di vista economico e gestionale è una vera e propria impresa, in cui i collaboratori sono dipendenti con regolari contratti di lavoro. Poiché siamo un’agenzia in espansione e in crescita e la macchina produttiva funziona molto bene ci possiamo permettere di essere concorrenziali sul mercato. Siamo sempre cresciuti e quest’anno già a gennaio avevamo superato il break-even-point, con un incremento a oggi del 25% sul fatturato del 2007.

Quali sono le difficoltà con cui quotidianamente hai a che fare?
Nel quotidiano gestiamo quella che è la classica ordinaria amministrazione. C’è una cosa che invece davvero detesto in questo lavoro: trovarmi di tanto in tanto di fronte a clienti che mi chiedono la lista e l’ampiezza dei giornali e degli articoli che saranno pubblicati sui loro eventi!

Spiegati meglio…
Lo ricordo spesso ai clienti: noi ci occupiamo di relazioni con la stampa. Non scriviamo, non siamo editori e non dirigiamo nessuna testata. Siamo responsabili dei tempi e dei modi di approccio e comunicazione con i colleghi della stampa e rispettiamo pienamente i loro interessi e le loro scelte. Permettimi invece di dire che ci sono certi imbarazzanti colleghi che vanno dai clienti con la lista degli “amici giornalisti” che avrebbero dovuto scrivere sull’evento. Mi è capitato diverse volte di vedere proprio queste liste. Mi sembra una totale mancanza di professionalità!
Aligi Sassu - L’ira di Achille - 1938 - olio su tela - cm 82x101
Lavori sia con clienti privati che istituzionali. Differenze?

Non vedo differenze settoriali, i rapporti sono fra persone. Non facciamo le campagne solo per soddisfare i nostri clienti, lavoriamo anche per soddisfare la nostra professionalità! Sono molto grata ai clienti che ci hanno premiato la loro soddisfazione e la loro fedeltà…

Ma non ti sembra che il sistema dell’arte ultimamente punti più sulla comunicazione che su i contenuti culturali?
Vorrei dire una cosa cattiva: la cultura e le arti sono diventate in molti casi una saponetta. È giusto che le leggi di mercato e le regole di comunicazione siano applicate agli eventi culturali, poiché essi stessi sono prodotti destinati a un mercato specifico. Però fare l’errore di elevare un prodotto scadente in un prodotto high quality è davvero sbagliato: il pubblico finirà per dissociarsi dalla cultura. Già è faticoso portare le persone a una mostra o a uno spettacolo, se poi si usano le regole -già morte e sepolte da oltre un ventennio- della pubblicità ingannevole! Fate vobis…

Non è che l’arte contemporanea sta diventando un po’ troppo un fatto di moda, da rivista femminile?
Ma no! Indubbiamente sono le donne le maggiori frequentatrici e consumatrici di cultura in Italia e, giustamente, le testate femminili danno spazio agli interessi delle loro lettrici. In passato erano le coppie a frequentare i luoghi della cultura (il teatro lirico ne è un forte esempio), oggi sono le amiche. La società è cambiata anche in questo. Nell’arte contemporanea c’è più mixage, nell’arte antica mancano i giovani…
Emilio Isgrò - Enciclopedia treccani vol. XXXII - 1970
E come giudichi il ruolo degli sponsor nel nostro panorama?

È molto importante il sostegno economico alla cultura, ma in Italia non vi è ancora un coinvolgimento così importante da parte delle aziende private tale da creare circuiti produttivi di elevato profilo. Soprattutto sull’arte contemporanea, come accade in altre nazioni. Ciò che vedo è una profusione infinita di sponsor sulle mostre-evento di arte antica o archeologia, ma grandi investimenti continuativi non ce ne sono. È come se le aziende investissero esclusivamente per il ritorno d’immagine che possono trarre dall’evento e non perché ci credano. O, meglio ancora, perché ritengano sia una loro missione partecipare alla creazione di cultura…

Quali sono gli eventi di cui vai più orgogliosa?
Non posso non essere particolarmente fiera di alcune campagne planetarie che hanno prodotto rassegne stampa in tutte le lingue del mondo: dai Templari a Leonardo, dalle Celebrazioni per i cinquecento anni della Guardia Svizzera Pontificia ai cinquecento anni di san Pietro…

Ma con questi impegni riesci ad avere del tempo libero?
Certo! La mia vita, nonostante sia molto coinvolta in quello che faccio, non è solo ufficio stampa. Tutto il mio tempo libero è dedicato a mio figlio Edoardo e ai miei amici, tutti estranei al lavoro, per cui cucino quantità industriali di cibo, altra mia passione assoluta. Poi mi dedico al giardinaggio: quest’anno sono particolarmente orgogliosa dei miei gerani, che hanno raggiunto quasi i due metri di diametro: uno spettacolo davvero straordinario!

a cura di daniele capra

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 51. Te l’eri perso? Abbonati!


Ku.Ra – Rosi Fontana
Via Garibaldi, 63 – 56124 Pisa
Info: tel. +39 0509711343; fax +39 0509711317; info@rosifontana.it; www.rosifontana.it

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