21 marzo 2002

Francesco Bonami curatore della Biennale

 
Il critico fiorentino è stato incaricato oggi, primo giorno di primavera, a seguito della riunione del consiglio d’amministrazione presieduto da Franco Bernabè. Finisce un inverno di polemiche, inizia la bella stagione per gli amanti delle ricerche aristiche contemporanee. Per Sgarbi è un’intollerabile provocazione…

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Sono arrivate con il giorno di primavera le nomine della Biennale di Venezia. Prendendo atto delle personalità cui sono stati attribuiti i settori cinema, architettura, danza, teatro e musica (vedi articoli correlati) approfondiremo con qualche battuta a caldo la scelta di Francesco Bonami come curatore della Cinquantesima Biennale d’Arte da svolgersi nel 2003.

Da dire immediatamente che si concludono, con la nomina di Bonami, le polemiche che stavano soffocando la prestigiosa manifestazione veneziana. Il critico newyorkese Robert Hughes, papabile sin dall’insediamento del suo grande mentore Vittorio Sgarbi (sottosegretario con delega alla Biennale), aveva catalizzato tutte le attenzioni spargendo veleno sulla Biennale, e avanzando dubbi sulle possibilità di svolgimento della prossima edizione.

L’eventuale nomina di Hughes era anche lo spauracchio di Maurizio Cattelan, Felix, 2001, Museum of Contemporary Art of Chicagotutta quella fetta di pubblico ed addetti ai lavori dell’arte contemporanea che considera indispensabili, in una Biennale e non solo, le sperimentazioni, l’avanguardia, i nuovi linguaggi… Il nome di Hughes prometteva essenzialmente molta pittura e molta tradizione. Tutto secondo i dettati di Sgarbi, voglioso di eliminare dalla manifestazione lagunare l’arte di ricerca e d’avanguardia riconducibile a quel Jannis Kounellis che il sottosegretario ha definito ‘escrementizio’ non più di qualche mese fa.

Ma con Bonami le cose cambiano. E di molto. “Nomina intollerabile” ha dichiarato Sgarbi sentendosi addirittura offeso personalmente per la scelta di un critico di cui non ha “testimonianza”. Il sottosegretario dichiara apertamente guerra a Bernabè ed a Bonami.

Alla Biennale di Venezia va, insomma, un critico fantasioso, vivace ed attento alle nuove ricerche ed ai linguaggi d’avanguardia. L’arte dimostra ancora una volta scarsa sopportazione alla censura, al filtro, all’imbrigliamento. Nel 2003 nei Giardini di Venezia non mancherà la pittura, ci mancherebbe, ma gli stimoli del video, della performance, dell’installazione e della fotografia non cadranno sotto i colpi delle istanze da retroguardia dell’ultimo semestre.

Raggiunto a Parigi da una telefonata dell’Ansa, Sgarbi ha polemizzato: “Bonami chi?”. Ebbene vediamo.

Francesco Bonami è nato a Firenze nel 1955. Vive da 14 anni a New York. E’ curatore internazionale indipendente, giornalista e critico. Dal ’90 al ’97 è stato US editor della rivista FlashArt. Nella sua città di nascita cura la stagione espositiva di Pitti Immagine Discovery mentre a Chicago è dal ’98 Manilow Senior Curator del locale Museum of Contemporary Art. A Guarene, in Piemonte, è direttore artistico della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte. Membro dell’Advisory Board della prossima Carnegie International del 2004, membro del Permanent Board di Manifesta, è stato membro del comitato scientifico della prima Triennale di Yokohama nel 2001 ed uno dei curatori di Aperto 93 alla Biennale di Venezia di quell’anno curata da Achille Bonito Oliva.
Fra le mostre curate da Francesco Bonami la seconda Biennale di Santa Fe, la biennale Europea Manifesta 3, Unfinished History al Walker Art Center di Minneapolis, Examining Pictures alla White Chapel di Londra ed al Museo di Arte Contemporanea di Chicago, Yesterday Begins Tomorrow al Bard College for Curatorial Studies, Uniform: Order and Disorder a Pitti Immagine a Firenze e MOMA/PS1 a New York, Campo 6 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’arte, è stato consulente curatoriale per la mostra sull’arte povera Zero to Infinity organizzata dal Walker Art Center e Tate Modern. Nel 2001 ha curato l’installazione di Maurizio Cattelan Felix (foto) presso il Museo di Chicago.
Tra le ultime mostre in Italia ricordiamo le personali di Luisa Lambri alla Fondazione Sandretto e quella di Thomas Demand presso Palazzo Pitti a Firenze, entrambi giovani ma affermatissimi fotografi internazionali.
Francesco Bonami ha pubblicato Echoes: Contemporary Art at the Age of Endless Conclusion per Monacelli Press; Cream, la monografia di Maurizio Cattelan e di Gabriele Basilico, per Phaidon Press, Sogni/Dreams in collaborazione con Hans Ulrich Obrist. Ha inoltre collaborato con saggi ed interviste per riviste e cataloghi di arte contemporanea.

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Massimiliano Tonelli

[exibart]

13 Commenti

  1. fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix fe-lix

  2. Peccato, già mi immaginavo di passeggiare per i padiglioni ammirando tanti bei quadretti…chissà magari telemarket avrebbe concesso qualche prestito…peccato….

  3. Ok Ok Ok Ok Ok Ok Ok tutti alla biennale tanto tra biennali e festivals di San Remo mi sono fatta un cunt cosi@ Scusate il linguaggio ma tanto si puo dire siamo tutti vaccinati non siamo forse tra la creme’ de la creme di intellettuali ? Tasha

  4. essite dio allora,
    meno mane che al meno uno spiraglio di speranza( quella che non muore mai), con un curatore con tutte le sue carte in regola, giovane, internazionale, italiano, che vive fuori dell’italia e che non e stato contagiato dal conflitto d’interese con cui sono stati contagiati i suoi coetanei.
    che dio ve la mandi buona
    affettuosamente
    antonioarévalo

  5. A prescindere dalla nomina spero di non vedere foto o video di persone storpie, foto o video hard , gabinetti vari, fiamme artificiali, raggi di luce o altre assurdita’ simili che nulla hanno a che vedere con l’arte.
    Non dimenticate che attualmente, a parte il pensiero del sottosegretario On. Sgarbi che potrebbe anche non essere condiviso, vi è un compatto consenso su quanto sopra affermato da parte di GIOVANI non schierati politicamente ma solo appassionati d’arte come me, intellettuali, critici, scrittori ed artisti italiani di fama nazionale ed internazionale. Pertanto tutti dovranno tenere conto di questa innumerevole schiera di persone che è disposta a portare avanti il proprio pensiero. E’ chiaro ed evidente che a mio avviso mostri sacri come Kounnellis, Merz ed altri non sono assolutamente in discussione. E’ necessario pero’ fare un distinguo tra i prefati ed alcuni giovani portati recentemente alle stelle da astuti galleristi volponi( a pochi intenditor….).

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