30 marzo 2021

La lunga strada della pittura: intervista all’artista Lorenzo Chinnici

di

Paesaggi mediterranei, campagne assolate, gente di mare: Lorenzo Chinnici ci parla della sua visione dell'arte e del suo lungo percorso di ricerca dedicato alla pittura

Dall’acquerello al murales, dall’affresco al sasso, sempre nel segno della pittura. Nato a Merì, in provincia di Messina, nel 1942, Lorenzo Chinnici ha incrociato alcuni dei più grandi artisti italiani del secondo Novecento, da Renato Guttuso a Ugo Nespolo, approfondendo lo studio del linguaggio pittorico e portando avanti la ricca tradizione italiana. Del suo percorso e delle sue influenze, fino al progetto di una galleria subacquea, ce ne parla lo stesso Chinnici, in questa intervista.


Lei sta lavorando a un grande progetto di galleria subacquea, un unicum mondiale nel suo genere. Ci può dare delle anticipazioni su come sarà (dove? Quanti artisti? Che tipo di opere? Qualche aspetto tecnico)?

«Si è vero, questo è un sogno che ho da un paio di anni, al momento posso dirvi poco a riguardo, niente ancora di ufficiale, anche per rispetto di tutti gli addetti ai lavori ed artisti che stanno collaborando al progetto. Farò di tutto perché questo progetto venga realizzato in Italia, deve restare una creazione Made in Italy. Esistono già musei marini, non esiste ad oggi una galleria d’arte permanente sottomarina composta da dipinti di artisti».

I suoi lavori sono stati esposti in molti Paesi, può brevemente ricordarci i temi attorno a cui ruota la Sua pittura?

«Le mie opere nascono dal mare e dalla sua gente e dai paesaggi di una campagna opulenta e assolata mediterranea. Nelle mie figure c’è quasi sempre qualcosa di sofferto, di malinconico; c’è un clima di dramma e talvolta anche di tragedia che comunica al cuore sensazioni di pena raccolta in angoli di solitudine, proprio come quella di certi pescatori e di certe maternità senza sorriso. Amo profondamente la natura in tutte le sue espressioni più delicate, nei suoi più incantevoli panorami, i miei paesaggi contrariamente alle figure inquietanti, trasmettono pace e serenità».

Quando ha iniziato ad avvicinarsi alla pittura e come è cominciata la sua storia espositiva?

«Negli anni sessanta in Sicilia, Salvatore Pugliatti illustre giurista e accademico italiano, in un affollato Concorso estemporaneo di pittura mi distingue, assegnandomi il primo premio, incoraggiandomi ad un cammino artistico che non svagherà mai dal mio rapporto tensivo con il mondo reale. La mia prima esposizione artistica comunque risale al 1947, avevo soli 5 anni, in un bar del mio paese esponevo le mie prime opere.

Il primo insegnamento lo ricevo da Renato Guttuso che conosco nel 1953 in occasione di una esposizione del grande Maestro. Ero attratto dalla sua pittura, dai suoi colori, lui mi osservò con tenerezza, avvicinandosi a me, dandomi qualche consiglio su come dipingere ed approcciarmi al mondo dell’arte, io ero un bambino orfano di padre, le sue parole sono rimaste ancora oggi nella mia memoria. Fu il Maestro Ligure Furnari a regalarmi i primi colori e ad iniziarmi ai segreti dell’arte. Diverse volte ho esposto con lui, almeno fino all’inizio degli anni settanta».

Ci può ricordare alcuni avvenimenti o mostre che ritiene siano stati particolarmente rilevanti per la sua carriera artistica?

«La mia carriera artistica conta circa 300 mostre, in circa 20 Stati del mondo, recensito in circa 1500 pagine nazionali ed internazionali. Una mostra a cui sono particolarmente legato è “Fuoco nell’Acqua” sul Lago di Como (2016), eventi così completi, poliedrici, sfaccettati, coinvolgenti e glamour non sono usuali in Italia, ricordo migliaia di persone all’inaugurazione. “The Sinergy of Sons” a Londra nel 2015, due artisti, due nazioni, due mondi paralleli, mi rincontro dopo quarant’anni con questo artista amico a Londra attraverso il progetto “The Synergy of Sons”. Avevo esposto con lui 40 anni prima. “Taormina 2017 Grand Hotel Timeo”, la mostra rappresenta l’occasione per immergersi non solo nell’arte ma anche nella maestosità di una delle terrazze sul mare più belle del mondo. “Merì” nel 2017, il mio paese di nascita, mi consegna le chiavi della città, la cittadinanza onoraria, ed un museo con le stanze dedicate a Lorenzo Chinnici, paradossalmente negli anni ‘40 ero considerato l’ultimo di questo paese, perché probabilmente ero il più povero e disadattato di tutti gli abitanti».

Dove sono previste le Sue prossime mostre?

«Covid e restrizioni governative permettendo, prossimi appuntamenti a maggio sul Lago Maggiore a Stresa, Castrocaro a giugno, Emirati Arabi, Cile, Honduras e Cina da settembre in poi e la Biennale di Salerno a novembre dedica una sala intera alla mia arte».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui