02 novembre 2020

Addio a Gigi Proietti, icona del teatro italiano: se ne va nel giorno dei suoi 80 anni

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Gigi Proietti si è spento oggi a Roma, a causa di problemi cardiaci. L'attore se ne va nel giorno dei suoi 80 anni. Grandissimo cordoglio nel mondo della cultura italiano e dal pubblico

Gigi Proietti
Gigi Proietti, fonte: web

Gigi Proietti è morto oggi a Roma, nella clinica in cui era ricoverato, a causa di problemi cardiaci, nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Accanto a lui in ospedale le figlie e la compagna di una vita, Sagitta Alter.

È difficile riassumere in poche parole la carriera di un artista multiforme come Gigi Proietti, attore, doppiatore, conduttore televisivo, cabarettista e molto altro ancora. Tra i ricordi più vividi, senza dubbio, la sua straordinaria interpretazione dello scommettitore Mandrake ne La febbre da cavallo (1976) e quella dell’astuto Maresciallo Rocca nella serie omonima, in onda dal 1996 al 2005.

«Con Gigi Proietti scompare un grande protagonista della commedia italiana, un uomo di cinema e di teatro che ha vissuto intensamente la sua arte, apprezzato da milioni di italiani. Un maestro, un artista geniale che ha saputo realizzare i suoi sogni con generosità, facendo vivere realtà come il Globe Theatre a Villa Borghese, il Brancaccio e la sua scuola di recitazione che sono stati una vera e propria fucina di nuovi talenti. La sua risata sonora, il suo sguardo magnetico, la sua voce profonda, la sua genuina romanità ci mancheranno», ha dichiarato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

Gigi Proietti: una carriera da sperimentatore e  innovatore

Gigi Proietti, all’anagrafe Luigi Proietti, nasce a Roma il 2 novembre 1940, e segna un’epoca dello spettacolo italiano. Nella sua lunga, intensa e prolifera attività sperimenta tutte le sfaccettature dell’uomo di spettacolo: attore, comico, cabarettista, regista, cantante, direttore artistico, doppiatore e conduttore televisivo.  

Gigi Proietti
Gigi Proietti, fonte: web

In ogni aspetto dello spettacolo di cui si è occupato è stato grande sperimentatore e spesso innovatore, tanto da essere considerato una delle massime figure della storia del teatro italiano.

Come racconta il suo sito ufficiale, Proietti nato, in via Giulia, nell’immediato dopoguerra con la famiglia si trasferisce in diversi quartieri della Capitale, dapprima vicino al Colosseo, poi al Tufello, poi all’Alberone, dove “il suo apprendistato umano avviene tra la scuola, la famiglia, la parrocchia”. Già nel 1955 partecipa come comparsa nel film drammatico Il nostro campione, diretto da Vittorio Duse, con Aldo Bufi Landi e Alessandro D’Ottavio.

Amante fin da ragazzino del teatro come gioco, il vero incontro con l’arte della recitazione avviene in ambito universitario, mentre frequenta la facoltà di Giurisprudenza, dove sostiene vari esami, senza concludere il percorso. Proietti ha più volte raccontato di come un incontro quasi casuale con Vittorio Gassman e i suoi attori sia stato fondamentale per fargli decidere di intraprendere la carriera teatrale, che fino a qual momento non aveva realmente considerato.

Gigi Proietti, immagine tratta dal sito www.gigiproietti.it

All’inizio degli anni Sessanta l’Università La Sapienza promuove delle attività parallele ai tradizionali corsi. «Tra queste si cerca di recuperare il glorioso CUT (Centro Teatrale Universitario). Una scuola di teatro alternativa all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico nella quale si formano diversi futuri attori e registi. Al CUT non c’è un solo metodo d’insegnamento. I docenti sono dei teatranti che trasmettono la propria disciplina e la propria esperienza”, si legge nella biografia ufficiale dell’artista. Tra i corsi c’è “il corso di mimica del Centro Universitario Teatrale tenuto da Giancarlo Cobelli, il quale nota subito le sue qualità di musicista e lo scrittura per uno spettacolo d’avanguardia da lui diretto, Can Can degli italiani (1963), composto da famosi scrittori quali Ercole Patti e Luigi Malerba, dove mette in musica un aforisma di Ennio Flaiano, Oh come è bello sentirsi….», in un. momento teatrale rimasto nella storia. 

Gigi Poietti nel ruolo di Mandrake, fonte: web

Un capitolo a parte lo merita il teatro: Proietti è stato spesso definito come l’erede di Ettore Petrolini, oltre che essere stimato da personaggi come Federico Fellini ed Eduardo De Filippo. Tra le indimenticabili performance – straordinarie fin dalle interpretazioni con il Gruppo Sperimentale 101 di Antonio CalendaIl mercante di Venezia, Il misantropo e Il dio Kurt , che nel 1969 segna l’avvio della sua carriera da solista. Da lì, è tutta un’escalation: La cena delle beffe (1974) di Sem Benelli, dove ha recitato insieme a Carmelo Bene, A me gli occhi, please (1976) e Prove per un recital (1996). Nel 2016 è la volta dello spettacolo Omaggio a Shakespeare, dove recita per la prima volta al Silvano Toti Globe Theatre di Roma, da lui fondato nel 2003. È, in poche parole, un “attore che sa fare tutto, in maniera straordinaria”, come lo definisce Alessandro Gassmann.

Gigi Proietti
Gigi Proietti, immagine tratta dal sito www.gigiproietti.it

Tra i trionfi sul piccolo schermo, altre al Maresciallo Rocca, ricordiamo le sitcom Un figlio a metà (1992) e Italian Restaurant (1994), insieme all’acclamatissimo varietà in quattro puntate Fatti e fattacci (1975) dove Proietti interpreta un saltimbanco in viaggio per l’Italia. Per i successi cinematografici, invece, ci limitiamo a elencare L’urlo (1968) di Tinto Brass (il primo regista ad affidargli un ruolo da protagonista), Meo Patacca (1972), Conviene far bene l’amore (1975), Languidi baci, perfide carezze (1976), Casotto (1977), oltre che i film nati, più avanti, dal sodalizio con i fratelli Vanzina.

Gigi Proietti nel ruolo di Mangiafuoco, nel Pinocchio con la regia di Matteo Garrone, fonte: web

Impossibile poi non citare l’infinità di volti internazionali a cui, nel corso degli anni, Proietti ha prestato la voce, da Robert De Niro a Kevin Costner, da Anthony Hopkins a Dustin Hoffman, e ancora a Kirk Douglas, Paul Newman e Marlon Brando. Fu anche la voce italiana di Silvester Stallone nel primo Rocky. Ma la lista, evidentemente, sarebbe molto più lunga, annoverando anche doppiaggi d’eccezione, come quello del personaggio di Gandalf in Lo Hobbit.

Tra gli ultimi successi, infine, ricordiamo il varietà Cavalli di Battaglia in cui, dal 2017, si ripropongono le più celebri interpretazioni di Proietti, mentre, nel 2019, il maestro torna al cinema col Pinocchio di Matteo Garrone, dove interpreta Mangiafuoco. 

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