04 giugno 2021

Premio Lissone per la pittura 20/21: i 15 vincitori. Intervista al curatore

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L'edizione 2020/2021 del Premio Lissone per la pittura dal titolo “Breve storia di una nuova prospettiva in pittura”, vede la partecipazione, su invito, di 15 artisti e l'acquisizione di tutte le opere, a sostegno degli artisti in questo particolare momento storico. Ne abbiamo parlato con Alberto Zanchetta, curatore di 5 edizioni del Premio

Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, fonte: sito MIC - Direzione Generale Creatività Contemporanea

Al MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone inaugura domani, 5 giugno, la collettiva che presenta le opere dell’edizione speciale del Premio Lissone per la pittura, “Breve storia di una nuova prospettiva in pittura”, a cura di Alberto Zanchetta, già Direttore artistico del MAC.
Dal 6 giugno fino al 3 ottobre 2021, la mostra sarà aperta al pubblico, in un percorso espositivo che includerà anche le opere vincitrici delle quattro edizioni precedenti del Premio.

Si tratta di «un’edizione d’eccezione per una duplice ragione: per l’eccellenza dei quindici artisti invitati e perché, a differenza degli altri anni, a tutte le opere selezionate è stato conferito il premio-acquisto per un valore complessivo che si stima superiore agli 80 mila euro», ha spiegato l’istituzione.
Questa nuova formula per l’edizione 2020/21, posticipata di alcuni mesi a casa dell’emergenza sanitaria, si legge nel comunicato stampa, è stata operata nell’ottica di  «sostenere la comunità artistica a fronte dell’emergenza pandemica che ha messo in grande difficoltà anche il settore dell’arte visiva».

Tutte le opere in mostra, quindi,entrano a far parte delle collezioni permanenti del MAC e, «in base a una scelta intergenerazionale, gli inviti e i premi di quest’anno sono stati conferiti a David Bowes (Boston – USA, 1957), Luigi Carboni (Pesaro, 1957), Jacopo Casadei (Cesena, 1982), Massimo Kaufmann (Milano, 1963), Francesco Lauretta (Ispica, 1964), Federico Lissoni (Sesto San Giovanni, 1980), Giulia Mangoni (Isola del Liri, 1991), Piero Mega (Tortona, 1961), Simone Pellegrini (Ancona, 1972), Massimo Pulini (Cesena, 1958), Patrick Tabarelli (Villafranca di Verona, 1979). A questi si aggiungono Sandro De Alexandris (Torino, 1939), al quale è stato assegnato il Premio alla Carriera, e i tre artisti più giovani, Stefan Milosavljević (Smederevo – Serbia, 1992), Silvia Capuzzo (Merano, 1996) e Giuditta Branconi (Sant’Omero, 1998) cui sono stati destinati i Premi in ricordo di Guido Le Noci, Gino Meloni e Francesco Santambrogio». 

Come spiega il curatore nelle parole riportate nel comunicato «il patrimonio artistico del Premio Lissone è un patrimonio di conoscenze, andrebbe cioè ascritto alla categoria della ragione e non solo a quello dell’estetica; l’augurio, quindi, è che questa eredità possa essere presa d’esempio anche nel prossimo futuro». Ed è per lo stesso motivo che l’edizione corrente è stata ideata come un’incursione nella memoria remota e recente: remota perché tenta di ripristinare un legame e una continuità con lo storico Premio Lissone, recente perché espone, oltre alle opere dei selezionati di quest’anno, quelle che sono entrate nelle raccolte del MAC durante le quattro edizioni precedenti: 2012Paola Angelini, Mattia Barbieri, NERO/Alessandro Neretti, Elsa Salonen; 2014Marco Bongiorni, Alessandro Gioiello, Davide Mancini Zanchi, Angelo Sarleti; 2016Alberto Biasi, Mario Davico, Winfred Gaul, Erik Saglia, Nicola Samorì, Antonio Scaccabarozzi, Sophie Ko, Grazia Varisco;  2018  Gabriele Di Matteo, Francesca Ferreri, Jiří Kolář, Sali Muller, Laura Renna, Silvia Vendramel».

«Con le acquisizioni dell’edizione corrente e le venticinque che afferiscono alle edizioni tenutesi dal 2012 al 2018 – ha sottolineato l’Assessora alla Cultura Alessia Tremolada – nell’ultimo decennio di vita il nuovo Premio Lissone è riuscito ad arricchire significativamente la collezione storica del MAC sia nella varietà che nella qualità artistica, testimoniando l’autorevolezza di un Premio che ha saputo rinnovarsi e dialogare con la sua stessa storia».  

Francesco Lauretta, Dottor Pasavento, 2020, olio su tela, 93 x 70 cm, courtesy l’artista e MAC Lissone

Intervista ad Alberto Zanchetta, curatore del Premio Lissone, sia pittura che design, dal 2012 al 2021.

Quali sono le novità di questa tua quinta edizione alle redini del Premio Lissone?

«Rammentando le parole pronunciate da Guido Le Noci negli anni Cinquanta, secondo il quale «partecipare al Premio Lissone  è già di per sé un premio», quest’anno si è deciso di rinunciare alle graduatorie di merito (prassi che nel 1967 aveva inficiato l’esistenza del Premio); agli artisti e a tutte le opere di quest’anno verrà infatti corrisposto un premio acquisto che permetterà di incrementare considerevolmente le collezioni permanenti del MAC. Se si considera il fatto che la raccolta storica del Premio Lissone annovera una quarantina di dipinti, acquisiti tra il 1953 e il 1967, altrettante opere hanno arricchito le raccolte museali nel corso dell’ultimo decennio. Inoltre, il Premio viene connotato da un titolo – “The Brief History of a new Perspective in Painting” – che coincide con una scelta programmatica: ripercorrere l’evoluzione delle ultime cinque edizioni per [di]mostrare in che modo la rassegna sia riuscita a rinnovarsi di continuo, consolidando il proprio prestigio e trovando un nuovo slancio espositivo».

Simone Pellegrini, Mane d’agio, 2020, tecnica mista su carta, 76 x 136 cm, courtesy l’artista e MAC Lissone
In base a quali criteri sono stati selezionati gli artisti invitati?

«Volendo mappare le esperienze pittoriche in ambito iconico e aniconico, la scelta si è orientata all’interno di un panorama intergenerazionale; da un punto di vista anagrafico, gli inviti sono stati diramati ad artisti nati tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta. Pur non assegnando il tradizionale Gran Premio della Pittura, si è comunque deciso di conferire il Premio alla Carriera a Sandro De Alexandris (classe 1939) per la sua capacità di imbrigliare la pittura in margini in[de]finiti che sanciscono una soglia che non è solo limite o confine, ma anche dimora e traguardo. 

Per la prima volta vengono aggiudicati anche dei “premi nominali” alla generazione dei più giovani: il premio in memoria di Francesco Santambrogio, storico ed eroico Presidente del Premio, viene assegnato a Giuditta Branconi per un grande quadro (150×200 cm) che mette in risalto il cimento della pittrice; il Premio alla memoria di Gino Meloni è destinato a Silvia Capuzzo, autrice che si è già distinta al concorso Surprize! tenutosi nel 2019 al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro; infine, il Premio alla memoria di Guido Le Noci, che del Premio Lissone è stato il più longevo e geniale Segretario, è stato attribuito a Stefan Milosavljević per un dipinto che mescola la tempera con sostanze come il popper e il cialis».

Massimo Kaufmann, Senza titolo, 2019, olio su tela, 80 × 120 cm, courtesy l’artista e MAC Lissone
Sei stato nominato Direttore del MAC Lissone nell’autunno 2012 per proseguire fino alla fine del 2020. Che museo lasci al tuo successore, dopo 8 anni di lavoro?

«Sono soddisfatto nell’aver tenuto fede alle dichiarazioni rilasciate nel settembre 2012, al momento del mio insediamento in qualità di Direttore artistico. All’epoca avevo promesso di fare del MAC un “museo dei record”, e oggi sono io stesso a sorprendermi dei risultati conseguiti. Benché mi riesca difficile rendere conto del numero esatto di artisti, designer, architetti, critici e curatori coinvolti all’interno della programmazione museale, in base a una stima approssimativa posso dire che il museo ha ospitato circa 4.000 opere. Le mostre in totale sono state 239, per una media di 25 progetti all’anno, a cui dovremmo però aggiungere tante altre iniziative collaterali, dalle performance ai concerti, dalle tavole rotonde alle attività didattiche. Se nell’ultimo anno il Museo non fosse stato costretto a una drastica riduzione della propria programmazione a causa della pandemia, le cifre sarebbero ancora più esorbitanti. Ma soprattutto, il MAC ha saputo distinguersi per la particolare attenzione riservata ai Maestri, la considerazione accordata alle nuove generazioni, i nuovi approcci storiografici, l’accurata valorizzazione dei tesori e delle storie legate al territorio. Non meno importante: alle collezioni d’arte è stata affiancata un’inedita collezione di design che allo stato attuale annovera trecento esemplari. Alla resa dei conti, lascio in eredità un museo che ha vissuto di tante idee, passioni e ossessioni e spero che i miei successori sappiano dare lo stesso input e risalto al MAC di Lissone».

 

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