26 giugno 2008

pre[ss]view_editori FMR

 
Una panoramica su un gruppo che produce volumi di pregio enorme e l’ormai classica rivista in nero. E che ora sbarca nel contemporaneo. Con un altro periodico e un raffinato sito internet. Ne parliamo con Flaminio Gualdoni...

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Gruppo FMR: dalla rivista di Franco Maria Ricci lo scenario, almeno dal punto di vista societario, è cambiato radicalmente. Ci presenti brevemente l’articolazione della struttura e il tuo ruolo?
FMR è stata acquisita nel 2002 dal gruppo Art’è, attivo dal 1992 nell’ambito dell’editoria di pregio a tiratura limitata. L’integrazione è proseguita sino al 2008, quando la fusione è stata completata dando vita a FMR-Art’è. Un’unica immagine, un unico pensiero presiedono ora tanto all’editoria periodica quanto alla realizzazione di opere ad altissimo pregio e a tiratura limitata. Il mio ruolo, in seno a questa organizzazione, è di direzione scientifica: oltre che delle riviste, mi occupo delle linee di ricerca che portano, dal punto di vista produttivo e dei contenuti, alla nascita delle opere di alto livello.

Consideriamo il settore delle pubblicazioni non periodiche. Si tratta spesso di volumi di altissima levatura, e con un prezzo conseguente…
Direi più che altissima levatura, se possibile. Da cultori della storia del libro e della sua identità storica, abbiamo voluto far rinascere lo spirito dell’officina rinascimentale, della quale l’arte del libro è per molti versi l’emblema. Il libro è un’opera complessa cui concorrono non solo lo scrittore che dà il testo e l’artista che lo commenta visivamente, ma una rosa di straordinari artefici -dai cartai ai legatori, dai decoratori agli ebanisti-, il cui apporto è complice e non meno determinante. In questi anni possiamo vantarci di aver fatto rinascere alcune pratiche altoartigianali antiche nelle quali l’Italia eccelleva e che si davano per scomparse. Da questo punto di vista, il nostro modo di intendere l’officina rinascimentale è una sorta di modello originario dello stesso made in Italy. Detto questo, un’uscita come Michelangelo. La dotta mano, che è di questi giorni, è un esempio perfetto dello spirito antico riportato nella modernità. La marmorea copertina di Michelangelo. La dotta manoLa stampa delle tavole fotografiche, in un formato così grande e al livello che abbiamo ottenuto, era considerata impossibile: così come impensabile era secondo molti incastonare un rilievo marmoreo -tratto dalle stesse cave cui si rivolgeva Michelangelo- nella coperta superiore. Ne è nata una monumentale opera d’arte in forma di libro che fa rivivere, oggi, i fasti dei libri di committenza regale dell’antico. Naturalmente tutto ciò è per pochi, pochissimi. A un prezzo elevato se pensiamo ai libri da libreria, ma non se lo confrontiamo, che so, con un orologio di manifattura pregiata o con un abito d’alta moda, che sono frutti di una affine sapienza fabrile. A tale esclusività però associamo le attività della “Fondazione FMR Marilena Ferrari” e del sito web FMRonline, che diffondono gli stessi contenuti, le stesse riflessioni culturali, in modo del tutto gratuito. E ciò è, a mio avviso, molto etico.

Per quanto riguarda i periodici, iniziamo con la classica “FMR”: cos’è cambiato dalla prima alla seconda serie?
La seconda serie della rivista “FMR”, arrivata oggi al venticinquesimo numero, si caratterizza per un restyling che ne ha delucidato l’antico progetto grafico di Giulio Confalonieri. In un formato lievemente più grande, sono rimasti intatti elementi identitari ineludibili come il predominio del colore nero e il carattere Bodoni, ma è stato amplificato l’effetto di piacere fisico, tattile, della sua oggettualità, con il ricorso a tre diversi tipi di carte diverse, e soprattutto è cambiato sostanzialmente l’approccio agli argomenti, con un’attenzione particolare allo scambio tra parola letteraria e immagine artistica. Tra i nuovi collaboratori annoveriamo dei premi Nobel della letteratura come José Saramago e Toni Morrison, scrittori come Antonio Sarabia e Fernando Arrabal, e fotografi come Candida Höfer, Ursula Schulz-Dornburg, Pino Musi, Luca Campigotto, Gabriele Basilico. L’attenzione alla cultura fotografica di punta ci è garantita anche dal ruolo di Walter Guadagnini, da poco condirettore delle pubblicazioni. Il tutto in un clima molto cosmopolita, all’opposto della solita esterofilia provinciale tipica d’una certa Italia. Non a caso i nostri abbonati -la rivista è diffusa solo in abbonamento- sono di oltre cento nazionalità diverse.
Roberto Schiavi - La giraffa - 2007 - olio su legno - cm 122x184 (Roberto Schiavi per pre[ss]view)
Da qualche tempo l’interesse per il contemporaneo da parte del Gruppo è aumentato visibilmente, in un percorso che ha portato alla nascita dell’“FMR” bianca. Quali i motivi e i progetti?

L’interesse per il contemporaneo è, per così dire, fisiologico. FMR-Art’è non vive nel passato, ma guarda al passato per agire nell’oggi. La grande arte del passato, per dirla in una battuta, al suo tempo era arte contemporanea. “La rivista bianca FMR”, nata in una veste grafica straordinaria concepita da Iliprandi Associati, è scaturita da un’esperienza precedente, quella della rivista “Eikon” che ho concepito con Marilena Ferrari e che, per oltre un anno, è stata una sorta di laboratorio. Da lì è nato questo voler interrogare la cultura visiva del Novecento e dell’oggi da un punto di vista che, secondo noi, mancava nell’editoria del settore: “Per noi è più importante capire perché, e quali immagini si producano nell’oggi, e perché e quali del passato ancora ci interessino, piuttosto che come esse, in modo puramente formale, si presentino. Le idee dell’arte, piuttosto che le idee sull’arte”, per citare l’editoriale della prima uscita. Si passa un sacco di tempo a ragionare sull’attualità delle immagini, e ci si scorda di interrogarle sul loro peso specifico. Noi facciamo questo. Occupandoci di autori come Gazira Babeli, nel cuore di Second Life, o come William Kentridge, ma anche come Attilio Calzavara, graphic designer degli anni ‘30 oggi dimenticato. La copertina dell’FMR bianca dedicata al Genio femminileOgni numero ha un tema monografico, da “Genio femminile” a “Modo italiano” a “Pagina”, per citare i primi tre. Anche qui i collaboratori hanno nomi già storici come Nathalie Heinich e Michel Butor, ma sono anche giovani talenti, come Michele Robecchi.
Infine, siete da pochissimo sbarcati sul web con un progetto molto complesso. Anche in questo, quali sono gli obiettivi? Come si struttura il sito? Cosa ci si può trovare?
Il sito FMRonline, affidato alle cure di Valentina Tanni, ha le stesse caratteristiche di lusso intellettuale e di aristocrazia qualitativa di tutte le altre nostre iniziative, ma in forma accessibile a tutti. Dal punto di vista della struttura vi abbiamo riversato il nostro gusto per la qualità visiva, per la ricchezza delle immagini, per un sapere alto ma non saccente. È un sito ricchissimo di contenuti, in una forma e con un tono autorevoli ma insieme culturalmente cordiali. È uno specchio delle nostre attività editoriali, ma nel senso che le amplifica a una dimensione, in una vastità, altrimenti non possibile. E, esplicitamente per compensare l’esclusività assoluta delle altre nostre realizzazioni, è accessibile a tutti.

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a cura di marco enrico giacomelli

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 50. Te l’eri perso? Abbonati!


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