17 maggio 2007

pre[ss]view_riviste NoName Magazine

 
Passione e stile di un peruviano trasferitosi a Milano. Di professione fashion designer, nel tempo libero factotum o quasi di NoName Magazine. Che durante la settimana della moda ha fatto il suo esordio cartaceo…

di

Revolution (set properties). Immaginatevi i balloon colmi di punti interrogativi che devono esser spuntati sulle teste di chi ha ricevuto l’invito. Il mittente è Johann Velit, giovane designer che lavora nell’ambiente della moda, ma con qualche altra decina d’idee.
Facciamo un passo indietro. Nell’estate del 2003 nasce il sito di NNM – NoName Magazine: “Pensavo a un modo per poter esporre i miei lavori, utilizzando un medium economico – ci racconta Johann –, sapendo come funziona il sistema dell’arte, e quanto è difficile poter fare delle mostre”. Se non si è troppo egocentrati, il passo da sé agli altri è breve, nella fattispecie da homesite a galleria virtuale. Così arriviamo alla prima tappa pubblica di NNM, il numero zero del 2004, intitolato Cuscino morbido. La storia è quella di molti progetti simili, ma col valore aggiunto d’una capillare rete di contatti e una buona dose di faccia tosta. In tre anni escono online nove numeri, che vantano oltre 500 contributor e più di mezzo milione di visitatori. Non sono pochi per una rivista definibile come underground. Il profumo della carta comincia intanto a sortire i suoi effetti ammalianti: “Volevamo dare finalmente una sensazione fisica, tattile. Poter giocare e trasmettere altre sensazioni”. Ecco spiegato il titolo del #10, il primo onpaper. Una rivoluzione (del) materiale, “delle proprietà fisiche”. Nel cofanetto nero in formato A3 raccoglie su fogli liberi gli interventi di 47 artisti, da quelli che siamo abituati ad appellare in tal modo (fra gli altri, Loris Cecchini, Floria Sigismondi e gli Abstr^ct:Groove) a fotografi come Perou (ricordate le campagne per Vivienne Westwood?), illustratori come Przemek Sobocki, pubblicitari come Amasté.
noname magazine #1
Con i fuori programma del poster muybridgeano di Robert Flynt, le interviste da staccare e collezionare a Li Wei, Jacque Fresco, Pancrazzi, Fernando Gomes, Marras, Demeulemeester, Aider Ackermann, Caravaggio e, infine, sette conversazioni da ascoltare online. Il colophon è l’ultimo foglio ma, se siete sufficientemente curiosi da sollevarlo, ecco l’ultima sopresa: sei disegni di Kentaro Kobuke, che gli amanti di Comme des Garçons ben conoscono.
Si sa, una ciliegia tira l’altra e la rivoluzione punta a governare. Il numero che forse doveva essere un evento a sé stante è diventato un progetto, con l’obiettivo di sfornare un NNM onpaper ogni quattro mesi, “cambiando sempre formato e caratteristiche, con la voglia di poter sperimentare con questo nuovo mezzo che per noi è la carta. Per poter offrire ai nostri lettori nuove sensazioni (odori, sapori…) e continuare a creare percorsi artistici inediti”.
Dario Neira – Non possumus – 2007 – c-print/plexiglass – cm 40x30. Dario Neira per pre[ss]view
Mentre il tour delle presentazioni, iniziato dallo SlamJam di Milano, prosegue in giro per il globo, non resta che attendere il prossimo numero.

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NoName Magazine #1
Quadrimestrale, testi in inglese, 45 € online, € 60 in libreria, 5.000 copie
Colophon: Johann Velit (director), Johann Velit & Giulia Minghi (editors-in-chief)
Info: Il sito della rivista

pre[ss]view è diretta da marco enrico giacomelli

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