28 giugno 2011

Così il fumetto, à la Forattini, racconta l’”itaglia”

 
Una visita al Museo Carlo Bilotti per la mostra "Forattini: viva l'itaglia" pone molti più problemi del previsto. Rispunta, da un passato dimenticato e polveroso, il concetto di "politica culturale”…

di

Giorgio Forattini mette in scena “L’itaglia”. Eppure il suo non è lo sguardo dell’entomologo che, con curiosità e spirito classificatorio, studia forme di vita particolari dai comportamenti assai lontani da quelli della nostra specie. Il suo sguardo non è neanche quello dell’incantatore di serpenti che, suonando ma ancor di più agitando ritmicamente il flauto riesce, temporaneamente, ad addomesticare i rettili.

Ambedue hanno piena coscienza di avere a che fare anche con creature pericolose e velenose; ambedue mettono in conto il pericolo di essere morsi. La loro vicinanza fisica al pericolo non si tramuta mai in amicizia per scorpioni e serpenti.

Forattini invece ha molto più il modo di fare dell’oste rubicondo e rubizzo che fa bisboccia con i propri clienti. L’Italia descritta durante la mostra “Forattini: viva l’Itaglia”, che si svolge presso il museo Bilotti di Roma, è il paese che il disegnatore ha seguito durante la sua carriera; ci sono gli uomini della vecchia Dc, del pentapartito, della seconda repubblica. Eppure quel che appare, nella critica al potere, è una qual certa “organicità” al potere stesso. L’umorismo di Forattini è indirizzato ad una fascia culturale media, che non ama molto l’approfondimento e che basa il suo giudizio su postulati, pregiudizi e parole d’ordine.

Nell’allestimento mi hanno perplesso una serie di icone poste in verticale su di un muro. Esse, partendo dalla svastica nazista si tramutavano, pian piano, nella falce e martello. Dal punto di vista del piccolo borghese, dove tutto è uguale a tutto, nazismo e comunismo si equivalgono; ambedue turbano l’ordine cosmico della vita media del filisteo. Eppure questa equivalenza, che non tiene conto di tanti, troppi particolari, così in bella mostra, mi ha aperto non pochi problemi. Questo perchè, in quattro mosse, in quattro immagini, vi era condensata tutta la carriera di Forattini.

Disegnare il potere non vuol dire, nell’opera di Giorgio Forattini, creare interrogativi o dare spunti diImmagine della mostra Viva l'itaglia di Giorgio Forattini. gallery electa web riflessione; Giulio Andreotti, ad esempio, proprio sulla satira che lo presentava sempre come eminenza grigia semi diabolica, ha costruito le sue fortune a livello di immagine. Lo stesso dicasi per Craxi, il cui abbigliamento mussoliniano più che turbare, rendeva eccezionalmente familiare (e digeribile) la totalità della sua figura. Spadolini nudo, altro cavallo di battaglia di Forattini, poi, invece di disvelare qualcosa, qualunque cosa, faceva del leader repubblicano una creatura fragile, totalmente innocua.

La carriera di Forattini altro non è stata che il megafono dell’italiano medio, lamentoso, si, ma eternamente ubbidiente e rassegnato al fatto che la politica compete ad una casta, che la politica può essere anche un banchetto, al quale lui però non ha diritto di partecipare.

L’invito di Forattini è quello di reputare tutto questo, normale.

L’autore è stato però anche l’uomo dalle tante querele ricevute: da Craxi a D’Alema, per citarne solo due. Querele a mio avviso inutili. Molte delle opere incriminate erano esposte e francamente solo un ego particolarmente grande e  rigonfio di sé poteva sentirsi offeso. Ad una riflessione più serena è evidente, particolarmente evidente, che l’autore non vuole mettere il dito nella piaga, ma dalla piaga è misticamente attratto, quasi per venerarla.

Fin qui l’opera di Forattini. La mostra va archiviata sotto la categoria “inutile e dannosa intellettualmente”. Incuriosito dall’operazione del museo Bilotti ho cercato informazioni sulla sua programmazione. Francamente non ho trovato una linea comune, si salta di palo in frasca con una netta predilezione per i dinosauri. L’impressione è che si tenda molto più a “riempire” che a mostrare, tradendo in questo lo stesso spirito del fondatore, Carlo Bilotti che amava dire “ha valore solo quello che noi lasciamo alla collettività”. L’imprenditore-mecenate aveva una visione estremamente chiara dell’utilità sociale dell’arte. Questa visione implicava una politica culturale basata sulla capacità di comunicazione delle opere, che non è riscontrabile nell’istituzione a lui dedicata.

Allargando la ricerca e occupandosi della “politica culturale” del comune di Roma la faccenda assume proporzioni inquietanti. Si è passato dal “red carpet” di Walter Veltroni, che vedeva la cultura solo ed esclusivamente come strumento per avere visibilità sui media e che andava nella direzione della creazione di una casta chiusa ed autoreferenziale, ad una sorta di “volemose bene” all’insegna della medietà, dello scarso coraggio, in cui la novità, la sperimentazione ed i giovani faticano a trovare spazio se non all’interno di apposite riserve indiane, tutte circondate da filo spinato.

Su tutto grava, pesantissima, la cappa dell’intendere l’arte solo ed esclusivamente in termini di conservazione. Mostrare, stimolare, educare sono tre vocaboli sconosciuti. Far vivere l’arte e creare un dialogo tra opera e fruitore è poco più di una bestemmia.

Vignetta - BEATO Solenne Cerimonia in San Pietro per la beatificazione di papa Giovanni Paolo II. Previsti per l’occasione milioni di pellegrini in Italia. La CGIL si oppone all’apertura degli esercizi commerciali poiché, nello stesso giorno è la festa dei lavoratori. Maggio 2011 gallery web electaMentre visitavo la mostra di Giorgio Forattini, ho sentito dietro di me dei passi di corsa. Era una signora addetta alla guardiania della sala. E’ arrivata velocemente ed è stata la mia ombra per tutta la visita. Ad un mio passo corrispondeva un suo passo: ogni qual volta mi avvicinavo per guardare meglio o per semplice curiosità di carattere tecnico, ella mi seguiva. Alla fine mi è anche parsa sollevata quando, aprendomi la porta dell’uscita, mi ha salutato.

Ben conscio del fatto che il personale di sala fa solo il suo dovere ed obbedisce agli ordini ricevuti mi chiedo quale sia il gusto di andare ad una mostra se si viene seguiti come se si visitasse Berlino Est negli anni ’70. Quale giovamento può trarre un visitatore se sente su di sé l’ansia della santità delle opere e se la sua sola presenza viene vissuta come un sacrilegio?

Che senso ha aprire le mostre al pubblico, che senso ha fare le mostre? L’arte potrebbe essere benissimo conservata in locali ermeticamente sigillati e le opere visionate solo da una sceltissima categoria di accademici, unti, oltre che dal signore, dalle sovrintendenze. Credo che qualcosa vada cambiato.

Roma è una città splendida che ha un grande patrimonio storico ed archeologico, ma non è un cimitero. Accanto alle antichità, che giustamente devono essere oggetto di venerazione, ci sono anche giovani che hanno qualcosa da dire, c’è un pubblico desideroso di confrontarsi con gli artisti, c’è vita pulsante perennemente affamata di spazi espositivi. Compito dei musei pubblici non dovrebbe essere “conservare”, o, peggio, fare operazioni di mercato rivolte a masse distratte abbassando il livello dell’offerta culturale.

I musei del comune di Roma dovrebbero essere in prima fila per valorizzare i nuovi talenti e per fare di Roma un nuovo faro di civiltà. Momenti espositivi, formativi, di divulgazione, di dialogo e confronto.

Per fare questo, però, bisogna togliersi un bel po’ di ragnatele e di muffa di dosso. Virtualmente invio, oggi, un bel piumino colorato al nostro sindaco, Gianni Alemanno, con allegato un biglietto su cui è scritto: “Usami, se hai coraggio!”.

a cura di mario michele pascale

dal 24 giugno al 18 settembre 2011

Forattini. Viva l’itaglia

Mostra antologica dedicata alla carriera di Giorgio Forattini.

Direzione artistica: Frassa Associati

Catalogo Electa

Museo Carlo Bilotti

Viale Fiorello La Guardia – 00197 Roma

Orario

da martedì a domenica ore 9.00-19.00 (la biglietteria chiude alle 18.30); lunedì chiuso

Aperture straordinarie: dal 25 giugno al 3 settembre 2011

– apertura notturna il sabato dalle ore 20.00 all’1.00 (ultimo ingresso ore 24.00)

– apertura serale il giovedì dalle ore 19.00 fino alle 22.00 con aperitivo musicale alla Casina del Lago e apertura straordinaria della mostra per “Aperitivo ad Arte”

Biglietto d’ingresso

Biglietto integrato Museo + Mostra: € 8.00 intero; € 7.00 ridotto

Per i cittadini residenti nel Comune di Roma (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): € 7,00 intero; € 6,00 ridotto

Riduzioni e gratuità per le categorie previste dalla tariffazione vigente.

Gratuità e riduzioni

Sconto del 10% sulla consumazione presso la caffetteria della Casina del Lago presentando il biglietto del Museo, nel giorno di acquisto.

Informazioni

060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00

info: www.museocarlobilotti.it

[exibart]

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