06 luglio 2007

fino al 14.VII.2007 Ernesto Porcari Roma, Galleria Il Bulino

 
Una stamperia attratta dal contemporaneo. Poetica del vuoto. Irrazionalità del gesto di fronte alla logica dei segni. La scultura come mezzo per disegnare sul foglio bianco dello spazio…

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La storica Stamperia d’Arte Il Bulino, già recentemente impegnata nella promozione di protagonisti del Novecento e di artisti contemporanei, presenta il secondo appuntamento del nuovo ciclo con la mostra dello scultore Ernesto Porcari (Norma, Latina, 1951; vive a Roma). L’artista, attraverso un processo lungo e minuzioso, elabora delle comuni barre di ferro alterandone le caratteristiche fisiche e visive. “Il taglio della lamiera, le saldature e il recupero degli scarti assumono un’immediata valenza espressiva, sottolineando con la loro non celata presenza tanto la virtù ingenua della materia come quella ingegnosa della forma” (Luca Arnaudo, in catalogo). Così, il ferro viene sciolto in mille pezzi, che risultano poi combinati in diverse composizioni dove il titolo fornisce l’unica possibile chiave di lettura. L’ irrazionalità del gesto, che trascura la possibilità di un disegno preparatorio, si confonde con la logica delle parole, in una continua lotta contro l’ermetismo dei volumi. Figure filiformi -che ricordano Giacometti– riflettono sullaErnesto Porcari, Leggio per Coro Angelico, 2006, ferro, 98x46x37 cm poetica del vuoto attraverso esili perimetri che tratteggiano il pieno. E la pesantezza propria del materiale diventa una forma aperta e valicabile da qualsiasi punto di vista che rimane in un equilibrio instabile.
In mostra una selezione di lavori realizzati dall’artista a partire dal 2005, opere in cui la tridimensionalità viene raggiunta attraverso questo uso privilegiato del ferro, materiale grezzo e duro, ma allo stesso tempo duttile, che gli permette di modellare lo spazio. Così il riduzionismo formale di lavori di piccole dimensioni come Radio Londra e Leggio per Coro Angelico, o quelli più voluminosi come Tromba, rivelano un’ansiosa ricerca di sospensione e di leggerezza attraverso l’uso di delicati segni impressi nell’aria. Precisamente, più che una mostra di scultura, sembrerebbe quasi di osservare una raccolta di disegni fatti non sulla carta, ma sullo spazio e non con la matita ma con l’elaborazione del metallo.

angel moya garcia
mostra visitata il 15 giugno 2007


dal 14 giugno al 14 luglio 2007 – Ernesto Porcari, Segni di ferro Galleria Il Bulino Arte Contemporanea – Via Urbana 148 (00184) Roma – orario: da martedì a sabato, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:30, esclusi festivi (possono variare, verificare sempre via telefono) – ingresso libero – Info: +39 064742351, Fax: +39 064742351, ilbulino@libero.it – catalogo con testi di Luca Arnaudo e Alessio Verzenassi

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