24 gennaio 2003

fino al 18.II.2003 Richard Long – Tiber Roma, Lorcan O’Neill

 
Più che un’inaugurazione un vero e proprio bagno di folla. Un nuovo spazio romano e un grande artista internazionale. Ma i lavori in mostra, purtroppo, non sono esattamente sinonimo di ricerca e coraggio...

di

Mancava solo lui. Dopo RomaRomaRoma di Noero, Webster e Brown, AutoriCambi di Matteo Boetti, le sorelle Bonomo e la galleria El Aleph dedicata esclusivamente a video e corto, sabato 18 gennaio anche Lorcan O’Neill, assistente dell’ormai ex – Antony D’Offay Gallery di Londra, ha deciso di aprire un suo spazio a Roma. Lo ha fatto inaugurando con la personale di uno degli artisti di punta della scuderia londinese: Richard Long, padre di quella che viene generalmente definita Land Art, divenuto famoso con le sue camminate presentate per la prima volta da Harald Szeemann nellarichard long storica mostra When attitudes becomes forms. Ma i venticinque anni passati si fanno sentire e Long tradisce il suo passato da artista impegnato , che tentava di opporsi a quel sistema dell’arte dominato dal mercato che ancora oggi ci circonda. Infatti, le opere realizzate dall’artista appositamente per la galleria sembrano essere state concepite più per il salotto di un collezionista che per tentare di ri-lanciare la sua complessa ricerca artistica. Ricerca che fa della natura la fonte essenziale, verso la quale il lavoro di Long ci riconcilia armonicamente, ma che allo stesso tempo ci fa provare un senso di smarrimento.
Durante i suoi lunghi viaggi, l’artista assembla materiali trovati sul posto (come in questo caso), dando vita a forme astratte primordiali, che, ricondotte in schemi geometrici, diventano sculture, assumendo lo status di opere d’arte. Così un cerchio di pietre o una linea ottenuta calpestando il terreno interpretano un voler ricongiungersi con l’aspetto più profondo della natura.
richard longNello spazio di circa 100 mq della nuova galleria vediamo disposti sul muro dei grossi pannelli di legno dove l’artista ha tracciato dei percorsi usando l’impronta delle mani, dopo averli immersi nel fango tiberino. Percorsi, quelli ottenuti con le impronte, che ricorrono in tutti i lavori esposti, quasi fosse un tentativo dell’artista di creare un linguaggio realmente universale con cui comunicare e rapportarsi al mondo che lo circonda.
Il cartellone espositivo futuro si presenta molto interessante. Dopo Richard Long, la galleria di O’Neill ospiterà una personale del grande fotografo canadese Jeff Wall e la prima mostra di Manfredi Bennati, un promettente pittore italiano e, in seguito, un giovane artista americano.

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mostra vista il 18 gennaio 2003


Richard Long
Lorcan O’Neill Gallery Via Orti d’Alibert 1e (trastevere), 0668892980


[exibart]

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