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fino al 19.IX.2004 Utopia della visione Roma, Palazzo Braschi
roma
Una tecnica relativamente semplice, un impatto pressoché immediato, uno straordinario mezzo di propaganda. Storia del fotomontaggio in Russia, tra il 1917 e gli anni Cinquanta. Dalla rivoluzione in poi, dagli anni della sperimentazione al realismo socialista…
di redazione
Subito dopo la rivoluzione del 1917, si affermò in Unione Sovietica un nuovo linguaggio artistico, il fotomontaggio. Ben presto finì per rivelarsi estremamente utile ai fini propagandistici, divenendo uno straordinario mezzo di diffusione dei messaggi del socialismo reale, che arrivavano direttamente alle masse – poco istruite e che parlavano lingue diverse – sparse nell’enorme territorio sovietico. Il fotomontaggio era una tecnica relativamente semplice che utilizzava la fotografia come base per la creazione di immagini a cui erano associati dei brevi ed incisivi messaggi. Era conosciuto ed usato anche dalla gente comune che spesso creava dei fotomontaggi personali per i propri album di famiglia.
Nelle sale 7, 8 e 12 del Museo di Roma, sono esposti un centinaio di fotomontaggi di artisti russi. Tra questi ricordiamo Aleksandr Rodčenko, Varvara Stepanova, El Lissitsky e tanti altri. Le opere provengono dalla Casa della Fotografia di Mosca, dal Museo Statale del Cinema di Mosca, dall’Archivio Nazionale della storia sociale e politica di Russia e dall’Archivio Statale della letteratura e arte di Russia, oltre che da collezioni private russe. La mostra, promossa e organizzata dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e dalla Casa della Fotografia di Mosca, fa parte delle iniziative legate alla terza edizione del III Festival Internazionale di Fotografia. 
Tra le opere esposte vale la pena notare i ritratti di Majakovski eseguiti da Rodčenko, così come quello di Ossip Brik, ritratto in bianco e nero in una foto memorabile che lo vede indossare degli occhialini tondi in cui una lente riflette la scritta LEV, il nome della rivista letteraria su cui scrisse i suoi articoli. Egli fu sposato con Lili Brik, musa dell’amico Majakovski e cognata di Louis Argon, che tenne a Parigi un importante salone letterario. Il ritratto di Majakovski per la rivista L’URSS in
costruzione, lo mostra in primo piano con cappotto e cappello calato sulla fronte, e in mano un passaporto sovietico. Sulla destra è scritto in russo: Leggete ed invidiate – Io sono cittadino dell’Unione Sovietica.
Numerosi i fotomontaggi che ritraggono i protagonisti del comunismo: contadini con le trebbiatrici, operai e giovani pionieri, gente impegnata nella realizzazione di grandi opere di costruzione, come quella del canale tra Mar Bianco e Mar Baltico. Diversi fotomontaggi sono dedicati alle sfilate del 1° Maggio e tra questi, quello di Klinch che ritrae uno Stalin imponente, piazzato nel mezzo della foto e dietro a lui aerei in volo ed alcune delle principali realizzazioni socialiste, come la metro di Mosca. In basso alla foto, il popolo esultante che saluta.
consuelo valenzuela
Utopia della visione – fotomontaggi sovietici 1917-1950
Museo di Roma, Palazzo Braschi Piazza di S. Pantaleo, 10 www.museodiroma.comune.roma.it
Orario: lun. chiuso Dal mart. alla dom. 9.00-19.00
Ingresso: 6,20 euro – Ridotto: 3,10 euro
Catalogo della Gangemi Editore
Gratuito per cittadini UE minori di 18 anni o maggiori di 65 anni
Visite didattiche per gruppi max. 25 persone in diverse lingue
Info e prenotazione: Tel.06/67108346
[exibart]












