10 ottobre 2001

fino al 21.X.2001 11 09 01 – New York, Washington, Pittsburgh. Immagini di un giorno che ha cambiato il mondo Roma, Palazzo delle Esposizioni

 
Inaugurata sabato dal sindaco di Roma Walter Veltroni una mostra destinata a creare un precedente: non una singola manifestazione ma l'impegno concreto a mantenere alta l'attenzione sui drammi...

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Mentre scrivo è appena iniziata l’offensiva contro l’Afganistan. Sappiamo tutti che non esistono guerre giuste ne guerre intelligenti; azione o reazione che sia, stringe nella sua spirale di violenza troppi innocenti.
Non è facile giudicare, semplice criticare, l’importante è essere presenti, non delegare il pensiero, riflettere e soprattutto non dimenticare mai.la_statua_dei_broker_cortesia_magnum-contrato
Come in tutte le guerre ci saranno diverse battaglie e quella del Palazzo delle Esposizioni e del Comune di Roma sarà una guerra che verrà portata avanti contro il terrorismo (ma spero contro le ingiustizie in generale) con gli strumenti che sono tipici del mondo della cultura e dell’arte.
L’idea è nata dal sindaco di Roma Walter Veltroni che, trovandosi in un aeroporto all’estero, nel guardare le foto dei disastri sui giornali a distanza di qualche giorno dall’attentato, ha immaginato iniziative che consentissero di “non perdere la memoria di ciò che il terrorismo può fare”.volantini_e_avvisi_cortesia_magnum-contrasto
Dall’idea ai fatti. Il Palaexpo in poco più di dieci giorni realizza allestimenti, seleziona migliaia di immagini (fornite da Associated Press, Reuters, Magnum, Contrasto, Gamma, Grazia Neri ), produce il catalogo; il tutto grazie al lavoro dei curatori della manifestazione Alessanda Mauro e Andrea Purgatori.
Sarò sincero, sono andato all’inaugurazione con poche aspettative, immaginavo di trovarmi di fronte il solito allestimento “documentativo”, ma non è stato così.
Ambienti dipinti di nero, luci mirate, nessuna immagine di puro effetto sensazionalistisco, si cammina nella penombra tipica di una luogo di meditazione. Le foto ripercorrono rigorosamente gli eventi temporali, dallo scontro aereo con le torri, i soccorsi, il dopo, le cerimonie. Non c’è traccia di sangue, ma di luoghi e volti, tristezza ed incredulità.
Sopra le immagini, in alto vicino al soffitto, scorrono parole che legano fra loro le foto. Sono piccoli brani, impressioni, racconti o sensazioni di chi, più di altri, è stato colpito dal dramma dell’11 settembre. Li leggo, li seguo nel loro percorso, sono frasi che toccano, aiutano a comprendere; non solo il fatto o il singolo. Fra tutte una mi colpisce in modo particolare: “ Domenica è il mio compleanno. Io da giorni non so più nulla del mio papà. Ma sono sicura che domenica verrà alla mia festa. E se non ci sarà, vuol dire che è già andato in paradiso. (una bambina alla radio)“.
In fondo, nell’ultima sala, una parete con le copertine dei giornali americani che aprono con la notizia e, di fianco, un video con le scene ormai diventate parte della conoscenza collettiva.

maurizio chelucci
mostra vista il 6 ottobre 2001



Roma, Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale 194
tutti i giorni dalle 10 alle 21
chiuso il martedì
ingresso gratuito
informazioni: 06 48941230
Ufficio stampa Piergiorgio Paris: 06489411
e – mail:
info@palaexpo.com
Fino al 21 ottobre 2001

[exibart]

2 Commenti

  1. Sentiamo ancora l’eco della bomba atomica che nel 1945, in un attimo,distrugge Hiroshima e Nagasaki, compromettendo per sempre l’ambiente naturale. Il mondo esce a pezzi da questa guerra.
    Un’altra guerra si sta vivendo, terribile, lo scontro aereo contro le torri, si parla di armi chimiche, bombe anti bunker, Bin Laden che proclama la guerra santa, non esistono guerre sante e guerre giuste, le guerre stringono nella loro spirale di violenza troppi innocenti.
    L’arte del dopo guerra, nel decennio 1950-1960,sviluppa una funzione critica verso la società che ha portato alla guerra,Jackson Pollock, col suo dripping, traccia percorsi aggrovigliati con ritmo travolgente che rappresentano il caos delle metropoli ( Pollock viveva a New York ) e della vita contemporanea.
    Franz Kline è stato il pittore d’azione per eccellenza, la sua pittura si “riduce” al gesto aggressivo dell’artista che “sfoga” sulla superficie della tela le sue tensioni interiori, Kline usa il contrasto di bianco e nero per aumentare la drammaticità dell’opera.
    Alberto Burri usa materiali eterogenei e poveri (legni bruciati, catrami, sacchi di iuta, plastica, ferro) che sono stati scartati dalla società. Il sacco, logoro,rammendato, sporco, è il drammatico testimone delle “sofferenze” e dei “tormenti” inflitti dal tempo e dall’uomo alle cose e, in generale, alla vita stessa.
    Il quadro è la continuazione dell’esperienza vitale dell’artista che “urla” la sua rabbiosa protesta contro la società che ha portato alla guerra.
    In questo periodo di guerra le immagini di un giorno che ha cambiato il mondo, Roma, Palazzo delle Esposizioni, ci dicono ciò che il terrorismo può fare.
    L’iniziativa lodevole del Sindaco di Roma Walter Veltroni, la trovo un’iniziativa piena di umanità, il desiderio di mettere in evidenza l’importanza dell’amore attraverso le conseguenze dell’odio.
    Non conosco personalmente il Sindaco di Roma Walter Veltroni ma mi permetto di stringergli la mano e di dirgli:Grazie!

  2. Il giornalista romano ha rinunciato in extremis alla candidatura

    Antonello De Pierro non correrà più per la guida del Partito Democratico
    Il direttore di Italymedia.it e storico conduttore di Radio Roma, oltre che leader del movimento “L’Italia dei diritti”, aveva deciso di candidarsi, ma come si apprende dal coordinatore nazionale del movimento stesso Dario Domenici, è stato costretto a ritirarsi per motivi personali

    Aveva accettato di candidarsi per le Primarie del 14 ottobre 2007, per concorrere alla carica di segretario nazionale del Partito Democratico, dopo che da più parti gli erano giunte richieste in tal senso, e, sostenuto da più associazioni e gruppi, oltre naturalmente che dal movimento per i diritti dei cittadini “L’Italia dei diritti”, di cui è presidente, aveva avviato in tutta la penisola la raccolta delle firme necessarie da consegnare entro il termine fissato, per accedere all’elenco degli aspiranti. In extremis però il popolare giornalista Antonello De Pierro, direttore di Italymedia.it http://www.italymedia.it e voce storica dell’emittente radiofonica Radio Roma, giannizzero di tante battaglie in campo sociale, sempre per tutelare i diritti dei più deboli, schierato contro l’arroganza dei potenti e la corruzione dilagante di settori deviati delle istituzioni, per motivi personali ha rinunciato a candidarsi. E’ quanto è stato reso noto dal coordinatore nazionale del movimento “L’Italia dei diritti” Dario Domenici, che non ha specificato il motivo della defezione, che come già accennato risalirebbe a motivi prettamente personali. Sembra che la decisione di De Pierro di concorrere alla carica per cui sono candidati Walter Veltroni, Furio Colombo, Enrico Letta, Rosy Bindi, Mario Adinolfi ed altri, sia scaturita dalla necessità soggettiva di apportare una ventata di forte coinvolgimento sociale in una classe politica ormai impopolare, e sempre fedele al suo motto, ripescato nell’archivio geniale di Cesare Pavese “Non bisogna andare incontro al popolo, ma essere popolo”. Ed è proprio ciò che il giornalista romano ha da sempre fatto, dalle pagine dei giornali diretti, dalle frequenze radiofoniche, ma soprattutto grazie all’indole solidale che lo caratterizza, facendosi carico di problemi che nella maggior parte dei casi, con l’impegno, la caparbietà e la forza mediatica ha brillantemente risolto, rivendicando la sua indipendenza e non preoccupandosi giammai di potersi mettere contro i cosiddetti potenti. Spesso ha pagato anche sulla propria pelle le omissioni e le falsificazioni clamorose a livello istituzionale, e successivamente le ritorsioni, solo, in virtù del suo innato senso di giustizia, per aver tentato di far rispettare dei sacrosanti diritti, che nelle circostanze erano stati spudoratamente calpestati. Italymedia.it è da sempre un portale di informazione libera che denuncia tutto il marcio che riesce a smascherare, in maniera politicamente trasversale, la giustizia e i diritti non hanno colore, anche perché è pura retorica, peraltro piuttosto patetica la convinzione che le ingiustizie e i soprusi siano peculiarità di questa o di quella classe politica. Dove esiste l’uomo c’è il pericolo di degenerazione morale, ed è dovere sacrosanto di chi si muove nella legalità denunciarlo, anche se ciò non sempre avviene, ed è un dato di fatto che spesso il delinquente è più forte dell’onesto, e muoversi nell’illecito è più agevole che addentrarsi nei vincoli che la codificazione legale impone.

    Tra l’altro il giornalista e conduttore era considerato l’unico che avesse qualche improbabile e comunque inutile chance in più, di fronte a Superwalter, che dopo il grande consenso conquistato meritatamente alla guida dell’amministrazione capitolina, ha già in tasca la leadership del nascente Partito Democratico. I candidati Rosy Bindi ed Enrico Letta, facenti parte di un governo che ha fortemente deluso anche il suo stesso elettorato, non hanno alcuna speranza a cui aggrapparsi per ottenere l’ambita posizione di vertice. Il leader de “L’Italia dei diritti” comunque sosterrà Walter Veltroni, persona che ha dichiarato in più occasioni di stimare umanamente e politicamente da sempre e in cui ripone grande fiducia, ed ha annunciato che presto, “viste le pressioni della gente e dei fedeli lettori, ascoltatori e sostenitori, non potrà esimersi dall’affacciarsi sulla scena politica romana e nazionale, per ottenere uno strumento in più al fine di tutelare gli interessi di chi spesso non ha voce, in quanto soffocata dal potere e dall’arroganza di pochi eletti”, priorità diventata ormai una missione ed una ragione di vita.

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