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19
maggio 2008
fino al 23.V.2008 Riccardo Albanese Roma, Changing Role
roma
Sculture, disegni, foto, installazioni che ruotano intorno a un unico tema: la libertà. Ma come nel bene c’è del male, in ogni cosa può racchiudersi l’amarezza del contrario. Ovviamente, a seconda dei punti di vista dalla quale la si vuole leggere...
Nell’Attimo fuggente, per spronare i suoi inamidati studenti del conservatore collegio a spogliarsi da certi luoghi comuni e da certe vuote regole, a osservare le cose da una visuale diversa, Robin Williams li invita a salire in piedi sui banchi di scuola. Per cambiare l’altrimenti cristallizzata prospettiva e vedere il mondo da altre e nuove angolazioni.
In parte, sembra questo l’intento di Riccardo Albanese (Salerno, 1977). Con uno sguardo panoramico sulla realtà che lo circonda, anche quella a volte ignorata, ha attinto dalla semplice quotidianità per esprimere la propria riflessione sulle diverse accezioni del concetto di libertà. Concetto stuprato, violentato, svilito, esaltato, enfatizzato dal suo abuso. Dove finisce la libertà e inizia, invece, la schiavitù?
Con la forma purtroppo nota della croce uncinata dei nazisti, la scultura in resina Untitled, allestita sulla parete di fronte all’ingresso, sembra risucchiare lo spettatore nel suo perpetuo vortice. Effetto esagerato dalla trasformazione dei bracci in ali, già di loro col-legate a molteplici significati (come non pensare alle ali della libertà, della fantasia, ai piedi?). Simbolo del nazionalsocialismo, divenne presto simbolo di morte e distruzione. Ovvero: per ricostruire tutto quello che le cieche ideologie annientano, bisognerebbe renderle più leggere e farle volare via.

Qual è la sottile soglia che separa il profondo degrado umano e la piena libertà nella scelta di vita fuori dai tradizionali schemi sociali? Nel carboncino del Barbone, il solitario misero protagonista, stancamente seduto sui gradini di fronte a un’inferriata, sembra porci la domanda: è veramente libero colui che esce fuori dal sistema o, invece, ne diventa schiavo? Dipende dal punto di vista.
Mentre è veramente libera la donna con una figlia disabile, che ha scelto di vivere per circa quarant’anni come amante di un uomo che non ha mai lasciato la propria moglie? Anche in questo caso, dipende. Una storia sinteticamente rappresentata nel lavoro Rosa Spampanata, semplice installazione che raggruppa tre immagini fotocopiate in bianco e nero, di medio formato, e una scultura in argilla cruda di una rosa. Tre immagini-cardini della storia intima e sentimentale di questa donna che, per Albanese, incarna il prototipo della libertà: il primo piano della donna, la donna sottobraccio al suo amante, la figlia disabile al cospetto del Papa.

È veramente libero l’artista che, rinchiuso nelle proprie solitudini creative, cerca di dare espressione alle sue ossessioni? Dipende. Anche i ricordi personali dell’artista sono concisamente raccontati attraverso tre immagini-cardine dell’installazione Ibiscus, ugualmente costruita con tre immagini fotocopiate a colori e la scultura del fiore in argilla cruda.
Così, ogni nuovo lavoro di questa personale romana diventa simbolo e metafora di quel “conflitto”, senza soluzione di continuità, tra lo ying e lo yang.
In parte, sembra questo l’intento di Riccardo Albanese (Salerno, 1977). Con uno sguardo panoramico sulla realtà che lo circonda, anche quella a volte ignorata, ha attinto dalla semplice quotidianità per esprimere la propria riflessione sulle diverse accezioni del concetto di libertà. Concetto stuprato, violentato, svilito, esaltato, enfatizzato dal suo abuso. Dove finisce la libertà e inizia, invece, la schiavitù?
Con la forma purtroppo nota della croce uncinata dei nazisti, la scultura in resina Untitled, allestita sulla parete di fronte all’ingresso, sembra risucchiare lo spettatore nel suo perpetuo vortice. Effetto esagerato dalla trasformazione dei bracci in ali, già di loro col-legate a molteplici significati (come non pensare alle ali della libertà, della fantasia, ai piedi?). Simbolo del nazionalsocialismo, divenne presto simbolo di morte e distruzione. Ovvero: per ricostruire tutto quello che le cieche ideologie annientano, bisognerebbe renderle più leggere e farle volare via.

Qual è la sottile soglia che separa il profondo degrado umano e la piena libertà nella scelta di vita fuori dai tradizionali schemi sociali? Nel carboncino del Barbone, il solitario misero protagonista, stancamente seduto sui gradini di fronte a un’inferriata, sembra porci la domanda: è veramente libero colui che esce fuori dal sistema o, invece, ne diventa schiavo? Dipende dal punto di vista.
Mentre è veramente libera la donna con una figlia disabile, che ha scelto di vivere per circa quarant’anni come amante di un uomo che non ha mai lasciato la propria moglie? Anche in questo caso, dipende. Una storia sinteticamente rappresentata nel lavoro Rosa Spampanata, semplice installazione che raggruppa tre immagini fotocopiate in bianco e nero, di medio formato, e una scultura in argilla cruda di una rosa. Tre immagini-cardini della storia intima e sentimentale di questa donna che, per Albanese, incarna il prototipo della libertà: il primo piano della donna, la donna sottobraccio al suo amante, la figlia disabile al cospetto del Papa.

È veramente libero l’artista che, rinchiuso nelle proprie solitudini creative, cerca di dare espressione alle sue ossessioni? Dipende. Anche i ricordi personali dell’artista sono concisamente raccontati attraverso tre immagini-cardine dell’installazione Ibiscus, ugualmente costruita con tre immagini fotocopiate a colori e la scultura del fiore in argilla cruda.
Così, ogni nuovo lavoro di questa personale romana diventa simbolo e metafora di quel “conflitto”, senza soluzione di continuità, tra lo ying e lo yang.
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Changing Role
Vicolo del Bollo, 13 (zona campo de’ Fiori) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0683507085; infogallery@changingrole.com; www.changingrole.com
[exibart]














