05 ottobre 2005

fino al 23.X.2005 Lorenzo Gigotti Roma, Chiostro del Bramante

 
Una grande antologica per un protagonista, riscoperto, della Scuola Romana. Dipinti, disegni, bozzetti. Dagli anni Trenta agli anni Ottanta, il percorso umano e artistico di uno sperimentatore...

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La centralità della Scuola Romana nell’arte italiana tra le due guerre è ormai assodata. Meno scontato il lavoro di recupero dei tanti percorsi, delle biografie, degli artisti che gravitarono intorno ai nomi più conosciuti di quella prolifica stagione. Tra questi rientra Lorenzo (Micheli) Gigotti (Roma, 1908-1994), a cui il Chiostro del Bramante rende un tributo degno del suo lungo iter artistico (quasi sessant’anni). Un omaggio dovuto e proficuo, vista la mole di materiale che l’artista ha lasciato, testimonianze riunite in parte nell’Archivio Lorenzo Gigotti, istituito nel decennale della morte, che comprende dipinti, disegni, bozzetti. Vetrate, mosaici ed affreschi sono conservati in importanti chiese (S. Paolo del Brasile, S. Gottardo in Corte di Milano, S. Giovanni Bosco e di S. Eugenio a Roma)e presso enti pubblici (come il CTO Garbatella di Roma, di Firenze e di Padova).
I 150 lavori esposti vanno dagli inizi, quando era allievo di Ferruccio Ferrazzi, fino all’exploit nel periodo della Scuola Romana accanto a nomi come Cagli o Capogrossi, ai quali si avvicinava per il valore tonale della pittura. Ritratti e soggetti che hanno la forza “schiva e laconica” che gli attribuì il poeta Libero de Libero e che, nel dopoguerra, si trasformano sempre più in immagini espressionisUna vetrata di Lorenzo Gigotti te, chagalliane, e via via sempre più astratte. Compaiono in questo periodo temi che saranno ricorrenti, come quello della “gabbia”, vista come costrizione ma spesso aperta: una possibile via di evasione, uno stimolo a fuggire dal grigiore quotidiano attraverso il colore, la fantasia. Che corre, sfrenata, nelle opere a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta, dove il segno, sempre più delineato dal colore, dà vita a visioni oniriche, quasi surrealiste. Una continua ricerca, una sperimentazione che comprende un versante di impegno “artigianale”. Basti pensare a mosaici, affreschi e vetrate, tra cui il tamburo della cupola maggiore della chiesa di S. Giovanni Bosco a Roma (di grande impegno iconografico e tecnico, finite nel 1963). Ma va rilevata anche e soprattutto una componente più eclettica: il disegno e la pittura permisero fino all’ultimo a Gigotti di riversare l’amore per il segno, per il colore, la fantasia e il desiderio di un mutamento continuo.
La cura dell’esposizione e il numero delle opere creano un percorso completo, dove grazie a testimonianze video e documenti correlati, i sessant’anni di vita dell’artista si fondono con il corrispettivo cammino dell’arte italiana, giustappunto tra cromia, segno, colore, sperimentazione tecnica.

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mostra visitata il 17 settembre 2005


fino al 23.X.2005, Lorenzo Gigotti – Dalla Scuola romana alla cromia del segno
Chiostro del Bramante, Via della Pace, Roma
Orari: mar._dom. 10.00 – 22.00; lunedì chiuso
Biglietti: Intero € 5,00 Martedì (esclusi i festivi) € 4,00 Gruppi al di sopra di 20 persone € 4,00 – Scuole € 4,00- Info: Tel. +39 06 68809035 – 06 68809036 – Fax +39 06 68213516 – www.chiostrodelbramante.it


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