03 febbraio 2012

fino al 3.III.2012 Stefano Minzi Roma, Ex Elettrofonica

 
“Vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere un suo simile? Allora, assicurati che nessuno possa possedere il potere” scriveva Michael Bakunin, riferendosi ad un potere assoluto, immanente, metastatico. Di questo potere, l'arte raccorda immagini ed un coro di personaggi simbolici -

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“Ouroboros” è un’arguta ontologia iconografica che il giovane artista Stefano Minzi (Milano, 1976; vive e lavora a Roma) sottopone al pubblico, mettendo in scena gli strumenti necessari affinché da semplice voyeur il visitatore sia in grado di risvegliare il senso di appartenenza ad un’unica storia, quella del nostro paese, raccontata da un coro di personaggi simbolici. La mostra si snoda seguendo il sinuoso movimento dell’installazione ambientale “Ouroborus”: si tratta di un grande serpente in stoffa di diciassette metri arrotolato intorno alla colonna-albero posta al centro della galleria, l’animale è privo di testa ma di fronte al corpo, sistemati in ordine di grandezza e colore, si trovano quattro volti, quello di Silvio Berlusconi, Giulio Andreotti, Bettino Craxi e Benito Mussolini. Uroboro, il serpente che si morde la coda, costituisce il  simbolo esoterico della ciclicità del tempo, l’eterno ritorno in cui, ragionando alla Nietzsche, “in un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte”.

Il destino del serpente, simbolo dell’Italia, rimane imprigionato in un limbo temporale che sembra progredire scandendo il ciclo passato/presente/futuro, ma in realtà rimane immobile, appesantito da scarti organici indigesti. I quattro volti sembrano racchiudere la metafora foucaultiana del re decapitato, dove l’archetipo del potere assoggettante diviene un’ossessione il cui carattere nevrotico si sintetizza nel movimento della ripetizione, ciò che si ripete è appunto l’immagine del re senza testa, stigmatizzato da trentadue personaggi-chiave i cui volti si trasformano in maschere appese alle pareti bianche che come pagine di un libro si colorano di passione e sacrificio, anticipando la “digestione” di un potere fagocitante nell’opera “The Giant Flip Book”. Legenda fondamentale dell’esposizione è la simbologia dei colori, ispirata al testo “La via dei Tarocchi” di Alejandro Jodorosky e Marianne Costa.

silvia pellegrino
mostra visitata il 18 gennaio 2012

 
dal 12 gennaio al 3 marzo 2012
Stefano Minzi – Ouroborus
a cura di Manuela Pacella
Ex Elettrofonica
Vicolo di Sant’Onofrio 10 – Roma (zona Lungotevere)
orari: dal martedì al venerdì 12.00/15.00 – 16.00/20.00; sabato su appuntamento; domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero
Info: tel. 06 64760163 –
info@exelettrofonica.comwww.exelettrofonica.com

[exibart]

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