24 marzo 2014

Fino al 30.III.2014 Giuseppe Pietroniro, PRIVATE Studio Geddes, Roma

 
Le stanze private degli artisti. Per il quarto appuntamento Pietroniro diventa padrone degli spazi che lo ospitano. Senza alcuna intermediazione -

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Affacciato sull’affollata via del Babuino, lo studio di Silvia Geddes è uno spazio raccolto e accogliente, a metà tra salotto e galleria d’arte. Luogo d’incontro tra artisti, curiosi e curatori, ospita oggi un interessante programma espositivo.
Proprio qui è possibile vedere, per ancora pochi giorni, il progetto site-specific di Giuseppe Pietroniro, protagonista del quarto appuntamento di PRIVATE. Ideata dall’artista stesso, PRIVATE è una rassegna di otto mostre dove gli artisti sono chiamati appropriarsi della stanza principale senza alcuna intermediazione curatoriale. Lo spazio si fa privato, perché rappresentante di una visione puramente personale dell’artista. Una stanza bianca e senza finestre per entrare senza filtri nell’esperienza creativa restituita interamente al suo creatore.
Giuseppe Pietroniro, vista della mostra, Studio Geddes - photo by Davide Franceschini
La stanza con paesaggio di Pietroniro è un interessante esperimento di fruizione dello spazio. Nell’impeccabile armonia di forme e colori, gli elementi della mostra riflettono sulla comprensione e sullo sguardo, offrendosi infine come strumenti pronti ad allenare la nostra percezione. Sulla parete principale, una grande costruzione prospettica a due punti di fuga mette in guardia, come una premessa, sulla possibilità illusoria dello sguardo, possibilità che è insieme la capacità di immaginare un altrove dove prima c’era un muro. I colori utilizzati sono solo il bianco e nero, colori come astrazioni, anch’essi immagini mentali. 
L’intera istallazione chiede allo spettatore di sottostare a questa indagine sulla visione mentale e ottica. Lo stesso fanno i paesaggi, di cui il primo, ancorato ad un parallelepipedo di legno, affida all’immobilità della base una fotografia, che è un paesaggio qualunque ma che ritorna materia attraverso i sali d’argento che riaffiorano dalla sua superficie. Contemporaneamente, vediamo l’immagine stampata e quello di cui è fatta. Tale illusione ci suggerisce di considerare l’immagine come mutevole, modificabile, mai finita nella nostra percezione.
Dall’altro lato della stanza, Paesaggio 2 ha la forma di una trave e un fotografia incollata alla sua estremità. L’immagine si riflette sulla parete – ingannandoci a pensare che sia quasi incassata dentro di essa, nascosta dall’altra parte della stanza. Lo sguardo scivola lungo la linea argentea del parallelepipedo e – quasi come se avesse preso la rincorsa – buca il muro percorrendo la distanza percettiva che ci separava da quel paesaggio.
Nel lavoro di Pietroniro distanza, profondità, paesaggio, forma e infine colore sono portatori di immagini che producono spaesamento e evidenziano, superandoli, i limiti della nostra percezione visiva.
Roberta Palma
Mostra visitata il 19 Marzo
Dal 6 febbraio al 30 marzo 2014
Giuseppe Pietroniro, PRIVATE
Progetto di otto mostre
Studio Geddes
Via del Babuino 125, Roma

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