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Sono trascorsi quasi due secoli dal giorno in cui il fantasma di Hydesville è entrato rumorosamente nella tranquilla vita provinciale delle sorelle Fox, inaugurando un insolito canale di comunicazione con il misterioso oltremondo. Ne è sortita una moda stravagante e pervasiva la cui eco, attenuata, giunge fino a noi. Vi hanno attinto appassionati e mestieranti dell’occulto, ciurmatori di professione, necrofili ipocondriaci ma anche scienziati, letterari, artisti. Tra questi ultimi bastino i nomi di Redon, Kupka, Duchamp, Previati. Ai quali aggiungiamo i lambiccati trucchi fotografici di Nadar e di Anton Giulio Bragaglia ispirati al genere dilagante della fotografia spiritica (per una trattazione esaustiva rimandiamo al denso volume dell’italianista Simona Cigliana “Due secoli di fantasmi” recentemente edito per i tipi delle Mediterranee). Ragion per cui la nostra curiosità è stata grande quando spigolando tra la posta elettronica vi abbiamo trovato il comunicato della Galleria Francesca Antonini che annunciava la collettiva “Phantasma”. A riceverci in galleria e ad illustrarci pazientemente la mostra, Carolina Pozzi. “L’idea è nata da quest’opera di Myriam Laplante (performer, fotografa e pittrice), amica della galleria da tanti anni, un autoritratto del ’99 un po’ fantasmatico che ricorda una vecchia foto d’epoca che nello sfondo scenografico ci ha fatto pensare alle vedute di interni di Gioacchino Pontrelli che può vedere qui accanto. Abbiamo avuto così l’idea di far dialogare gli artisti a coppie – quasi un reciproco rispecchiamento – sul tema del fantasma”.
Phantasma, vista della mostra, Francesca Antonini Arte Contemporanea, Roma
Laplante e Pontrelli si confrontano sul classico motivo dello specchio che rimanda al doppio, all’ombra, alle antiche fantasmagorie catottriche. “Lo specchio è presente nei miei lavori come elemento estetico, così come tutto il materiale visivo che utilizzo – ci spiega Pontrelli -ma lo decontestualizzo e diventa altro. Può assumere significati diversi: per me è un catalizzatore dell’attenzione. La superficie non è riflettente, ma permette a chi vuole di entrarci e lasciare spazio alla propria immaginazione”. Il dialogo successivo – in bianco e nero- vede le foto di Monica Carocci e i disegni di Alessandro Scarabello accomunati da un certo taglio cinematografico thriller-horror vagamente hitchcockiano. Infine i volti anonimi delle tele di Guglielmo Castelli si rispecchiano in quelli, altrettanto criptati delle stampe Ektachrome realizzate a quattro mani dal panamense Nick Devereux e dal francese Wilfrid Almendra. Abbiamo infine interrogato Myriam Laplante, incuriositi da una certa sua fascinazione per i fantasmi, almeno questo ci è parso visionando le sue opere di alcuni anni addietro. “Ho realizzato tre serie di fotografie con fantasmi, la serie dei Passaggi-Transiti, le Danse macabre e i Ritratti. Era un momento in cui diversi amici che erano stati molto importanti per me stavano morendo di AIDS e sentivo ancora molto vicino a me la loro presenza anche se erano geograficamente distanti. Queste immagini di fantasmi si riferiscono all’inizio della storia della fotografia, quando i primi ritratti erano basati sulla costruzione di scene artificiali fortemente ispirate alla tradizione pittorica. E poi alla fotografia spiritica che nacque come truffa, e quelle fotografie a doppia esposizione mi avevano sempre affascinato. I miei scatti sono stati fatti negli anni novanta, con tecnica tradizionale analogica. In più, la fotografia conferisce un tocco più realistico della pittura. Ha l’apparenza di una testimonianza, la prova di un fatto realmente accaduto”.
Luigi Capano
Mostra visitata il 5 marzo
Dal 21 febbraio al 4 maggio 2019
Monica Carocci, Guglielmo Castelli, Nick Devereux/Wilfrid Almendra, Myriam Laplante, Gioacchino Pontrelli, Alessandro Scarabello, “Phantasma”
Francesca Antonini Arte Contemporanea
Via di Capo le Case, 4, Roma
Tel.06 67 91 387, info@francescaantonini.it ,www.francescaantonini.it