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fino al 6.VI.2010 I Mutanti Roma, Villa Medici
roma
Tra immobilismo storico e spostamenti crescenti, accenni alla matrice socio-culturale e la spinta a superarla. Cinque artisti, cinque profili, una raccolta dichiaratamente multiculturale...
Il concetto di identità è al centro della mostra proposta dall’Accademia di Francia. Un tema variamente intrecciato ad altre questioni come tradizione, colonialismo, post-colonialismo e migrazione, tutte sfaccettature che, seppur variamente evidenziate nel bel catalogo editato, non sembrano emergere nel progetto espositivo. È più evidente forse un approccio al tema identitario considerato nelle sue continue trasformazioni, nell’ottica di quella liquidità teorizzata da Zygmunt Bauman che, però, nella complessità del percorso appare in parte tradita dalla lettura di racconti separati, non di capitoli di un’unica scrittura di per se stessa segnata di una sequenzialità liquida che l’idea di mutazione del titolo rimanda.
Non a caso il progetto viene dichiarato come una raccolta di cinque mostre che, forse anche per questo, finisce per affrontare l’ibridismo nel riferimento ai differenti strumenti espressivi utilizzati dagli artisti invitati: video, pittura, fotografia, installazione.
I diversi racconti/mostre segnano diversi momenti dunque. Ad Adrian Paci il curatore affida il tema dell’identità migrante. L’artista, attraverso diversi lavori, l’affronta con la costante tensione politica che caratterizza tutta il sua ricerca, seppure con senso ironico che si fonde a una certa tenerezza divertita in I love the gallerists and they love me, “corollario” di lavori più strettamente legati al concetto di spostamento umano ma espressione delle conseguenze personali e sociali che il suo caso individuale ha prodotto.
Adel Abdessemed, attraverso Dio – video realizzato a Villa Medici per l’occasione – lavora sulla tradizione culturale. Il riferimento alla storia di Roma e più in genere occidentale passa per l’origine cristiana, nodo dei dibattiti sull’identità che proprio l’attualità socio-politica europea mette al centro di una opposizione all’inevitabile mutazione del profilo caucasico, figlia dei flussi migratori.
La pittura figurativa Djamel Tatah ha il sapore di un’analisi psicologica. I suoi personaggi sono silenti, con attitudine introspettiva, soli anche quando vengono ritratti in gruppo. I loro sguardi non si incrociano mai e finiscono a terra o in un volo incontrollato. Il loro è uno stato di sospensione, fisica ed emotiva, psicologica e sociale. La storia personale di certo incide nella ricerca di Tatah, francese di origine algerina.
E ancora in mostra Ellen Gallagher con la sua stanza nell’Atelier del Bosco e il lavoro di Stephen Dean che (si) rimanda quell’idea di continuità liquida attraverso il movimento che l’effetto dell’infrarosso dei suoi video regala: una visione nell’intimità fisica più segreta che scioglie ogni confine tra il dentro e il fuori, offrendo una sequenza spazio-temporale priva di cesure e in perenne trasformazione.
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mostra visitata il 29 marzo
dal 29 marzo al 6 giugno 2010
I Mutanti
a cura di Eric de Chassey
Villa Medici – Accademia di Francia
Viale Trinità dei Monti, 1 (zona piazza di Spagna) – 00187 Roma
Orario: da martedì a domenica ore 11-19
Ingresso: intero € 8; ridotto € 5
Catalogo Drago
Info: tel. +39 06676291; fax +39 066761243; stampa@villamedici.it; www.villamedici.it
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