01 aprile 2004

FotoGrafia fa tris

 
Dura bellezza: con questo titolo –inequivocabilmente impegnato- si presenta al pubblico la terza edizione del festival FotoGrafia di Roma. Molti gli eventi: una cinquantina di mostre, per una vera e propria season, da aprile a settembre. E il consueto tour tra musei, siti archeologici, accademie internazionali e gallerie private. Alla ricerca dei segni del tempo…

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Torna il festival romano della fotografia, primo del suo genere in Italia e nonostante la giovane età in dignitosa competizione con i maggiori d’Europa. Risale ad appena tre anni fa l’idea di dirottare nella capitale i flussi della fotografia contemporanea: oggi la struttura si consolida, trasformandosi in una marea di circa 50 mostre disseminate in tutta la città per un arco di cinque mesi. Non ha più senso ormai parlare di evento – meglio forse stagione, come si è espresso Veltroni in conferenza stampa; la novità della durata, in linea con il gigantismo di recenti iniziative del comune, è connessa al grande sforzo produttivo e alla predisposizione di un ufficio vendite, curato dalla Galleria Valentina Moncada.
Il tema di quest’anno è Dura Bellezza e tanto basta a confermare la predilezione per il valore di testimonianza e documento della fotografia (altrimenti sottolineata dall’esclusione delle nuove tecnologie digitali). Se non bastassero le parole del direttore artistico Marco Delogu, ma bellezza è un termine abusato, accoppiato spesso a superficiali operazioni di comunicazione: ecco perchè FotoGrafia 2004 ha deciso di intitolarsi dura bellezza…è la bellezza secca del documento, dell’estetica che si oppone agli estetismi, il tono dell’intera kermesse è introdotto con altissimo valore david farrell emozionale dalla mostra antologica di Don McCullin. Il fotografo inglese, che nei suoi scatti degli anni Sessanta e Settanta ha cambiato irrevocabilmente il modo di rappresentare la guerra, è presente anche con la prima mondiale di The Tribes of Southern Ethiopia, prodotto da Zone Attive per il Festival.
Il fotoreportage in effetti occupa una parte consistente degli spazi, con l’immancabile rassegna delle immagini premiate al World Press Photo nel 2004, la mostra Dietro l’immagine. Ritratti di povertà rurale, allestita in occasione del 25° anniversario dell’agenzia delle Nazioni Unite IFAD, il progetto Original Malawi, nato appositamente per questa edizione (si tratta di fotografie scattate con macchine usa e getta da ragazzi nati e cresciuti in Malawi).
Il festival testimonia la ricchezza di sfumature e declinazioni con cui viene presentato al pubblico il concetto stesso di documento fotografico: in particolare segnaliamo l’esposizione 100 Soli, ideata da Michael Light – in cui sarà possibile vedere le immagini dei test nucleari atmosferici effettuati dagli Stati Uniti tra 1945 e 1962- e il focus sul Sudafrica, paese ospite del 2004. La celebrazione per il decennale dell’elezione di Mandela si trasforma in indagine sul senso e l’utilizzo dell’espressione fotografica, ormai svincolata dall’urgenza della denuncia.
Ai viaggi in luoghi lontani torna ad affiancarsi lo sguardo sulla città eterna, con site specific_roma 04, attesissima produzione commissionata a Olivo Barbieri (l’anno scorso il ruolo di guest star era stato di Joseph Koudelka). L’idea di una rappresentazione installata nel cuore del suo stesso oggetto suggerisce percorsi e legami con altre esposizioni concentrate sulla memoria e i mutamenti, in circolo tra Roma, il Mediterraneo e l’Oriente.
sally mannTra le mostre dedicate al ritratto segnaliamo senza dubbio August Sander, il grande autore tedesco amato da Walter Benjamin; il contemporaneo Ingar Krauss, con la serie In a Russian Juvenile Prison, offre un’intensa commistione tra viaggio e ritratto.
L’americana Sally Mann e l’irlandese David Farrell testimoniano due diverse e valide interpretazioni della fotografia di paesaggio, mentre l’esposizione allestita al Museo Andersen –protagonisti: Orozco, Wurm, Wentworth– indaga i rapporti tra il mezzo fotografico e l’arte contemporanea, in particolare la scultura.
Quest’anno è evidente il recupero della fotografia del passato in chiave di testimonianza più vera della storia stessa (fotografia come mappa e memoria da cui ripartire per sovvertire esiti discutibili o dolorosi, o come incrocio immortale di sguardi): ecco allora Viaggi in Oriente (Acquario Romano), Mediterraneo. Fotografie di viaggio dal 1850 al 1910 (Palazzo Braschi), I ritratti dell’altrove dalle collezioni ottocentesche dell’Archivio Fotografico della Società Geografica Italiana ecc.
La lunga carrellata, necessariamente incompleta, termina con un accenno all’impegno delle gallerie private, più cospicuo dell’anno scorso e tuttavia meno brillante di quanto potrebbe essere in un festival così avido di colpi di scena.

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francesca zanza


FotoGrafia. Festival Internazionale di Roma
aprile – settembre 2004, sedi varie
inaugurazione il 1 aprile ai Mercati di Traiano ore 21.00
www.fotografiafestival.it


[exibart]

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