15 dicembre 2003

fino al 6.II.2004 Emanuele Costanzo – Maneggiare con cura Catania, Galleria Artecontemporanea

 
Silhouette di oggetti d’uso, forme stilizzate incise con un segno essenziale sulle foto. Sono le tracce del quotidiano che Costanzo sovrascrive sui suoi sfondi immobili. Luoghi del passaggio e della disattenzione. In cui un oggetto fa la sua incursione minimale ed insensata...

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C’è un punto di sospensione all’interno di ogni immagine, luogo o situazione, un momento di pausa breve in cui l’osservatore, immerso in una riflessione (dis)attenta, posa l’occhio e la mente su uno scarto, una parentesi, un dettaglio inutile. I non-luoghi che Emanuele Costanzo (Pesaro, 1974) sceglie come propri segmenti di osservazione sono quelli impersonali dell’andare-e-venire, gli spazi collettivi, le zone dell’anonimato.
Abitati dall’assenza di una moltitudine indistinta, attraversati da soggetti in transito, sono spazi che rimangono vuoti: piscine, sale d’attesa, garage, fermate della metro. Scomparsa ogni presenza umana. Qui, nella rapidità che fluisce, priva di accento od eccezione, l’occhio è chiamato a decodificare.
Sulle sue immagini fotografiche, racchiuse da tagli ravvicinati ed essenziali, Costanzo incide sagome di oggetti comuni, operando una equivoca sovrapposizione: saponi, Costanzo -cup-of-tea cavatappi, dispenser, borse termiche… Oggetti autoreferenziali, inutili, straniati campeggiano su sfondi piani e privi di identità. Cose superflue in spazi muti: ci si sofferma sulla loro presenza ottusa ed ostinata, sul senso della inevitabile familiarità che nei loro riguardi si avverte.
Il gioco è quello di un continuo entrare e uscire da un contesto, mescolando i dati ed i livelli, per porre un punto di domanda e riuscire a sbalordirsi di fronte alla misteriosa fascinazione dell’inessenziale.
Il tema del corrimano, già presente in molte fotografie, è un po’ il filo conduttore dell’ esposizione: un video mostra l’immagine fissa di una ringhiera qualsiasi, su cui le mani di gente qualsiasi si posano senza sosta e senza attenzione; una riproduzione a grandezza naturale dell’oggetto è posta di fronte al monitor, in un angolo della galleria. Un utensile, sfiorato con distrazione massima, è elemento concreto che esemplifica il passaggio di una fisicità inconsapevole e transitoria. Non c’è alcuna cura nel maneggiare le nostre cose quotidiane, e una frase – anch’essa banale, stereotipata – è un’indicazione che invita a fermarsi, nel tentativo di sospendere la presenza-assenza.
Costanzo - dispenserNella suggestiva grotta sottostante l’ostello Agorà, nel centro storico di Catania, Costanzo effettua un intervento site-specific che ancora una volta provoca lo slittamento dell’oggetto d’uso comune in un contesto non proprio, col risultato di destare una specie di interesse obliquo, altrimenti destinato a perdersi. Il tratto di scalini che conduce a una sorgente sotterranea viene ricoperto da improbabili “mattoni”: bianchi saponi di marsiglia che spiccano nel buio umido e roccioso della caverna. L’invito è ad essere calpestati, i gradini sono fatti per condurre i passi incontro all’acqua, ma il pericolo di una scivolata induce allo stesso tempo a rimanerne lontani. L’architettura di un luogo naturale si trasforma con un semplice gesto artificiale, giocando a sovvertire il senso e la modalità dell’atto del passare e del sostare entro un luogo consueto.

helga marsala
mostra visitata il 6 dicembre 2003


Emanuele Costanzo – Maneggiare con cura
a cura di Marianna Vecellio
Vernice: 6.XII.2003
Catania, Galleria ARTECONTEMPORANEA, Via Firenze 184,
tel. 0957253101– fax 0957254936 e-mail: ram_arte@tin.it  
Dal martedì al sabato, h. 17.30/20.30
Installazione site-specific: Catania, Ostello Agorà, Piazza Currò, 6


[exibart]

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