24 ottobre 2005

fino all’29.I.2006 Francesco Lojacono 1838-1915 Palermo, Sant’Anna alla Misericordia

 
La più ampia retrospettiva mai realizzata sul “grande vecchio” della pittura dell’Ottocento in Sicilia. Osannato in vita, poi dimenticato. Oggi riconosciuto fra gli interpreti più sensibili del paesaggio isolano...

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Allo scrittore francese René Bazin, in visita al suo studio nel 1891, fu lo stesso Francesco Lojacono a dichiararsi: “ladro del sole”. Resta da chiedersi fino a che punto il pittore si riconoscesse in questa definizione, visto che nella stessa circostanza aggiungeva: “La Sicilia non viene compresa. Se si sapesse vederla! Ha delle rocce incomparabili, montagne in cui i viola esauriscono le loro sfumature, un mare stupendo, delle fiumare, certe curve di spiaggia! Ha persino degli effetti di nebbia…”. Sarebbero bastate queste parole a fugare l’equivoco su cui si è giocata fin qui tutta la vicenda critica di un Lojacono tutto “sole e mare”. E invece si sono dovuti attendere i quasi cento anni trascorsi dalla sua morte per riabilitarne la figura: da epigono a protagonista della pittura di paesaggio in Italia fra i due secoli.
L’abbondante (e compiacente) produzione di “cartoline dalla Sicilia” di Lojacono non è allora più la sola che ci restituisce oggi la grande mostra che inaugura la nuova sede della Galleria d’Arte Moderna di Palermo. Il percorso espositivo puntualizza correttamente la riflessione sulle esperienze di formazione che il pittore maturò a Napoli, nel confronto con i Palizzi e con gli aderenti alla Scuola di Resina, e ancora prima in Toscana, in un lungo soggiorno fiorentino fra il ’63 e il ’64. Tutte nuove acquisizioni, che si aggiungono alla pur importante lezione dei vedutisti siciliani -Riolo, Sottile e Zerilli– ingiustamente penalizzati in mostra a favore di non meglio precisate tangenze con i grand touristes Rottmann, Catel e Götzloff.
A partire dalla metà degli anni Sessanta il nitore disegnativo della prima attività di Lojacono si apre allora alla “macchia” e la composizione si allunga nella sovrapposizione antiaccademica di più piani orizzontali definiti da stringatissime campiture piatte di colore. Sono queste conquiste a segnare la pronta adesione dell’artista alle più avanzate ricerche “nazionali” sollecitate a Palermo, così come a Napoli e a Firenze, da un’esigenza unica di modernità e libera espressione. 
A questa prima stagione di riuscite sperimentazioni, cui appartengono l’inedito Mulino di Rignano sull’Arno del ’64, Veduta di Villa Belmonte, Monte Catalfano, Veduta di Palermo da Santa Maria di Gesù, segue la magniloquente produzione degli anni Ottanta, quando la tensione “al vero” dei due decenni precedenti si allenta per fare spazio ad una pittura preziosa ma incline ormai all’aneddoto.
Francesco Lojacono, Conca d
Accanto alle grandi composizioni acquistate dalla casa reale –L’arrivo inatteso e Presso il Vesuvio– abbondano le tante (troppe) Marine con pescatorelli e le vedute di scorci dell’isola –Taormina ed Erice, soprattutto- invase anch’esse da pastorelli e contadinotte d’ordinanza.
Scontato il prezzo da pagare al gusto tipico dell’Italia umbertina per il bozzetto di genere, si arriva così all’ultima sezione dell’allestimento in cui, a parte un bellissimo grande olio dell’’80, Ottobre in Sicilia, sono poche le opere in mostra a rendere giustizia dell’ormai mutata sensibilità crepuscolare del Lojacono, quando, in coincidenza con le coeve ricerche post-impressioniste, si registrano episodi straordinari di dissoluzione segnica e insieme materica del suo raffinato ductus pittorico.

davide lacagnina
mostra visitata il 29 settembre 2005


Francesco Lojacono 1838-1915, a cura di Gioacchino Barbera, Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca, Antonella Purpura e Carlo Sisi
ex-convento di Sant’Anna alla Misericordia, Palermo, piazza San’Anna (centro storico)
tutti i giorni dalla 9.30 alle 19.30 – lunedì chiuso (aperto 26 dicembre)
ingresso mostra: € 7,00 (biglietto intero), € 5,00 (ridotto per ragazzi fra gli 11 e i 18 anni, maggiori 60 e studenti universitari), gratuito (bambini fino a 10 anni, classi scolastiche, disabili, giornalisti con tesserino e accreditati, guide autorizzate, interpreti dei gruppi) – visite guidate su prenotazione: T. + 39 091 619 14 38 (lunedì-venerdì dalle 9.30 alle 13.30) – informazioni e prenotazioni: 199 199 111 (lunedì-venerdì dalle 9.00 alle 18.00) – audioguide AntennaAudio in italiano e inglese – catalogo Silvana Editoriale, 25×28, pp. 480, 230 ill. a colori, 100 ill. in b/n, € 38,00 (in mostra), 43,00 (in libreria) – la mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, è una produzione Campodivolo. Progetti e servizi per l’arte, la comunicazione e i beni culturali – info@francescolojacono.itwww.francescolojacono.it


[exibart]

4 Commenti

  1. Beatrice Feo-su exibart mostra Lanificio Pria di Biella a cura di Philippe Daverio,dalla Biennale di Venezia il padiglioneitalia continua a riscuotere successi,presto l’evento si trasferira’ a New York all’istituto di cultura italiana-Beatrice Feo presente con l’opera:”Giovannina d’Arco”…INFO vedi su exibart-La mostra di lo jacono superba,il piu’ bel dipinto,bellissimo triste e struggente”Dopo la pioggia”_bisogna vederlo dal vivo…..il cielo che si riflette su pozzanghere su di una strada di campagna…

  2. Ma chi è Beatrice Feo? Che vuol dire il suo commento? Che relazione c’è tra la tristissima parabiennale alla quale ha partecipato ed un grande pittore palermitano del secolo passato? A cosa dobbiamo questi deliri?

  3. non si tratta di un delirio ma semplicemente di un errore di invio notizia.Comunque Beatrice Feo a Palermo è un’artista abbastanza nota,strano che lei non la conosca.Ad ogni modo ci scusiamo per avere urtato la sua sensibilita’ con un nostro errore.Cordiali saluti G.M

  4. Rispondo in merito al signore o alla signora (che”naturalmente” non si firma)riguardo la”Parabiennale”,o come la definisce lui/lei “tristissimo evento”..caro amico,lei è evidentemente poco informato sulla tristezza vera che ha colpito Venezia quest’anno,l’assenza dell’Italia dall’evento piu’ importante d’Europa.Questo si che è un’evento tristissimo caro amico,non certo un’utilissima e faticosa iniziativa privata organizzata per altro da personaggi di tutto rispetto nel mondo dell’arte contemporanea.Caro amico onore e merito a chi organizza venti come L’antibiennale…a chi è proposito e non distruttivo anche in commenti come il suo.Chi ci fosse o no ,non ha alcuna importanza,l’importante che l’Italia sia stata rappresentata nel padiglioneitalia inventato da gente in gamba,da artisti e tra questi(la prego di documentarsi in merito)grandi nomi storicizzati.Con questo volevo solo puntualizzare ad astenersi nel dare giudizi puramente arbitrari .Grazie -E.Martinelli (visitatrice del padiglione italia,collezionista d’arte)Milano

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